Ho vissuto un intero anno convinto di avere 37 anni mentre ne avevo 36. Questo la dice lunga sul tempo che mi prendo per me stesso. Non c'entra molto col prosieguo ma stavo pensando a questa cosa poco fa in bagno mentre mi lavavo i denti e prima di scrivere questo pezzullo mi andava di usarla come premessa. Siate indulgenti. Questa mattina mi chiama Peter Dipoli. Solo qualche anno fa per me sarebbe stato impensabile pensare che un produttore come Peter Dipoli potesse chiamarmi al telefono. Miti, con tutta la loro aurea di sudtirolesca inavvicinabilità e invece, eccolo lì a rimbrottarmi sui motivi per i quali non tornerà quest'anno a TerroirVino.
Riassumo molto una telefonata più lunga ma il succo è che non ritiene che a TerroirVino sia fatta una selezione degna della sua presenza, almeno per 2-3 aziende sulle oltre 130 presenti l'anno scorso (a suo giudizio) e che non è possibile "selezionare" (termine anche questo che trova sgradevole e poco pertinente applicato alla nostra manifestazione) soltanto basandosi sul calice e che occorre invece calpestare ogni centrimetro quadrato di suolo enoico.
Anche l'unconference della domenica non gli è piaciuta. Eccessivamente aperta ad interventi di tipo autopromozionale e di marketing e comunicazione e poco focalizzata sui temi di viticoltura, dice.
Ora, su alcune cose sono d'accordo - tipo il calpestare i suoli - su altre meno però c'è questa questione della "selezione" delle aziende a TerroirVino che mi sta molto a cuore e che volevo affrontare apertamente considerato il mazzo che ci si fa qui dietro. Vi risparmio il pistolotto sulla difficoltà di organizzare una cosa di questo tipo. Il punto centrale che vorrei pervenisse è che la selezione viene fatta, bene, male ma c'è è reale.
E' vero, non tutte le cantine le andiamo a trovare direttamente (molte le conosciamo di persona invece) ma con le risorse minime che abbiamo non ci sarebbe nemmeno possibile farlo. Cerchiamo di usare il massimo scrupolo in fase di assaggio, questo si. Cerchiamo di ottenere quante più informazioni possibli e di farlo in modo serio e competente da 10 anni e più, senza prendere un centesimo per questo naturalmente.
Alla fine dell'anno tiriamo le somme dei nuovi assaggi, confermiamo le aziende che riteniamo di dover reinvitare e soprattutto andiamo ad aggiungere tutte le novità (a volte molto poco conosciute se non del tutto sconosciute al mondo mediatico) incontrate o di persona o attraverso l'assaggio di campionature (sono quasi 50 quelle che TigullioVino assaggia mensilmente). Questo lavoro sfocia in una rosa sulla quale poi io lavoro nei mesi successivi per la realizzazione di quella lista che poi voi ritrovate a TerroirVino e che credo sia molto di più ormai da qualche anno che un mero banco d'assaggio.
Nella nostra rosa abbiamo tre gradi di qualità.
Laureato alla Facoltà di Giurisprudenza di Genova nel 2003, ho fatto pratica legale in uno studio per circa 2 anni ma non ho mai provato a dare...
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Inserito da Luca Risso
il 22 febbraio 2012 alle 13:16LOL!!!!
Luk