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Riportare il vino alle persone

di Filippo Ronco

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Ci sono una moltitudine di sovrastrutture e complicazioni inutili attorno al mondo del vino, almeno per la stragrande maggioranza delle persone sembra tutto così dannatamente difficile. Fuori del circolino degli enostrippati, dico. Il vino andrebbe bevuto a tavola con gli amici per alleviare lo stress della giornata, passare qualche ora sereni, ridere, divertirsi. Oltre che per piacere, per gusto, certo. La cultura media del vino è cresciuta a dismisura nell'ultimo ventennio ma ho come l'impressione che non abbia contribuito più di tanto a saldare il legame tra chi il vino lo spiega - a volte in modo volutamente inaccessibile - e chi il vino vorrebbe sempplicemente berlo.

Bisogna fare qualcosa per sdoganare anche il vino buono oltre a quello in brik. Con le Degustazioni dal Basso, per esempio, la novità che abbiamo introdotto a TerroirVino con l'intento di riportare il vino alle persone. A tutte le persone, specialmente a quelle senza alcuna esperienza ma con passione per le cose buone. Si perché il desiderio più grande è che a queste degustazioni (sono 4 e meritano tutte il prezzo del biglietto), partecipino prevalentemente appassionati, persone comuni interessate a conoscere il vino in un modo informale, senza troppe menate.

Al fianco di una "personale" dedicata ad un produttore mito ogni anno diverso (quest'anno sarà la volta di Gaspare Buscemi con le sue verticali estreme), imperdibile, troverete affiancate tre degustazioni di territorio raccontate da persone comuni. No guru, no idols è la formula ma profondamente appassionati. Persone che per nascita o per scelte di vita abbiano anche radici profonde con il territorio di volta in volta narrato attraverso i suoi vini.

Territorio.
Parte tutto da lì, da quella "specie di tesoro inestimabile...che nessuno ci può portar via", come lo definisce l'amico Fiorenzo Sartore sulla sua nuova e spero fortunata rubrica su l'Unità.

In questa prima edizione delle Degustazioni dal Basso conosceremo il Rossese di Dolceacqua (raccontato da Massimo Sacco), il Fiano di Avellino (raccontato da Alessandro Marra e Massimo D'Alma) e il Trebbiano Spoletino (raccontato da Jacopo Cossater). Venticinque posti per ogni degustazione, è possibile prenotarsi online, da qui: http://ddb.eventbrite.com

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1 Commenti

Inserito da Rinaldo Marcaccio

il 10 maggio 2011 alle 19:56
#1
Riportare il vino alle persone mi sembra la giusta formula. Io però la prenderei addirittura alla lettera. Credo cioè che si possa fare uno sforzo promozionale in più non solo per spiegarlo il vino, ma pure per degustarlo in concreto. Terrei conto del successo di pubblico delle varie manifestazioni vinicole in giro per l’Italia, basate su libere degustazioni, dove l’interesse e la grande partecipazione sono in proporzione alla possibilità di assaggiare e non solo di discutere di vino; e da qui partire, avendole cioè come punto di riferimento, per organizzare, ad esempio on line, eventi tipo tasting panel con frequenze notevoli, senza tregua…
Riportare quindi nel quotidiano o quasi, l’abitudine alla degustazione; con in più la possibilità di discuterne ed esprimersi in merito e recuperare anche un rapporto di fiducia e un legame con prodotto e produttore.

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Laureato alla Facoltà di Giurisprudenza di Genova nel 2003, ho fatto pratica legale in uno studio per circa 2 anni ma non ho mai provato a dare...

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