Siamo nel 2012 e mentre si parla di recessione, spread e cali in borsa, c'è chi attende, trepidante, di scoprire se le liberalizzazioni che il governo Monti si accinge a varare sovvertiranno l'ordine delle cose o si limiteranno, più verosimilmente, ad una spolveratina di dubbia efficacia. In questo quadro, i migliori talenti imprenditoriali nazionali ed internazionali, coloro che nonostante il momento difficile con coraggio cercano comunque di muoversi e di farlo sempre all'interno delle regole, coloro che si dedicano con volenterosa passione al proprio lavoro cercando di andare oltre i propri limiti, vedono nell'estero uno sbocco fondamentale al quale è oggi effettivamente impossibile rinunciare.
La Comunità Europea, la libera circolazione delle merci e la moneta unica, da un lato spingono positivamente in tal senso ma dall'altro, a fare da impenetrabile barriera protettiva per le lobby dei grandi distributori e importatori, decine e decine di paletti, lacci e lacciuoli impediscono concretamente una corretta circolazione delle merci tra aziende e persone (cosa che paradossalmente non avviene per i servizi).
Parliamo di e-commerce e di vendita diretta. Parliamo di internet e di disintermediazione. Finché restiamo a casa nostra tutto bene ma quando proviamo a voler vendere all'estero iniziano i problemi di cui il principale è costituito dalle accise dai codici accisa e dai relativi domicili fiscali necessari per comprare e vendere vino anche laddove, paradossalmente le accise siano pari a zero la carta, le pratiche, le gabelle, devono essere comunque applicate.
Laureato alla Facoltà di Giurisprudenza di Genova nel 2003, ho fatto pratica legale in uno studio per circa 2 anni ma non ho mai provato a dare...
ArchivioOVERTIME FESTIVAL 2020: DEGUSTAZIONI GRATUITE DI VINI AZIENDA NEVIO SCALA
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4 Ristoranti Borghese, domani si va sul Conero
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Inserito da Alessandro Carlassare
il 07 gennaio 2012 alle 17:56Sgombriamo il campo, nessun laccio a tutela di presunte lobby: per TUTTI gli importatori le Accise sono solo una rottura di scatole, con costi folli e multe inaudite nel caso di errata contabilità, anche quando, come in Italia, l'accisa sui vini e pari a zero. (e parliamo sottovoce: se si accorgono che molti stati europei le applicano.....).
Purtroppo le Accise sono tasse, lo sappiamo tutti quando andiamo a fare benzina o quando comperiamo una bottiglia di superalcolici (dove la tassa Italiana è di euro 8,0001 al litri anidro) che il produttore riconosce allo Stato al momento di porre in commercio il proprio prodotto o quello importato da uno Stato estero.
E non essendo armonizzate tra Stato e Stato l'unica soluzione possibile è il commercio tra depositi fiscali: come l'IVA che non si paga nel paese di origine del prodotto ma in quello di vendita.
Altrimenti, da casa mia e sul mio divano, altro che ordinare un bancale di vino: comprerei una cisterna di benzina il Slovenia per rivenderla a 35 centesimi in meno al litro qui in Italia (e la differenza tra noi e loro è data solo dalle accise).
Ciao