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Condanne ai vertici nel cortiletto Ais, di Filippo Ronco

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Condanne ai vertici nel cortiletto Ais

di Filippo Ronco

Forse qualche lettore di lunga data lo ricorda, era il 22 maggio del 2006 quando decisi di dedicare un lungo articolo alle intricate vicende che vedevano coinvolti Franco Maria Ricci, Bibenda, un socio dell'Ais - Salvatore Enna - e la rivista il Mio Vino (è un pezzo sul vecchio blog di TigullioVino). Vicende alle quali seguì addirittura la tristissima chiusura del Forum del sito Ais, tanto fu chiassoso (per l'Ais) il dibattito che si era sviluppato in rete, una delle pagine più brutte dell'Associazione Italiana Sommelier.

Con riferimento a tali vicende che già da sole avevano messo in luce l'atteggiamento marcatamente autoritario e lo strano ruolo giocato da Franco Maria Ricci all'interno dell'Associazione, giunge oggi dal sito Altarimini.it una notizia di forte impatto per la prima associazione del vino in Italia:

"La vicenda risale al settembre 2005, quando Paolo Morelli (neretto aggiunto ndr), sommelier onorario, faceva parte del collegio dei probiviri dell’Ais cui fu sottoposta una denuncia per attività in concorrenza con l’Ais da parte di Ricci. Secondo quanto riportato nel decreto penale di condanna emesso dal Gip del Tribunale di Forlì Rita Chierici, Medri e Ricci misero in atto atteggiamenti intimidatori nei confronti di Morelli per “costringerlo ad acconsentire all’archiviazione della denuncia” avanzata da un socio nei confronti di Ricci. Morelli fu poi privato della qualifica di sommelier onorario, espulso dall’Ais e la denuncia contro Ricci fu archiviata".


Vendetta personale o no, fa piacere che atteggiamenti di prevaricazione del genere, dei quali già in passato Ricci aveva dato ampio sfoggio (basti pensare alla lettera di diffida ai produttori di vino della guida Duemilavini a fare pubblicità su "Il Mio Vino" pena l'espulsione dalla guida stessa) trovino alla fine un briciolo di giustizia ad ostacolarli e sancirne i contorni con un atto formale qual è un decreto penale. Peccato solo che la pena di 15 giorni di carcere, convertita in una sanzione pecuniaria non è stata poi effettivamente applicata per via dell'indulto ma più di tanto non si può pretendere..

Decreto penale che, mi pare di ricordare dagli ormai sbiaditi studi di legge, è un procedimento speciale, diverso dal rito ordinario, attuabile su richiesta del Pubblico Ministero quando il Giudice per le Indagini Preliminari ravvisi un quadro probatorio sufficientemente convincente.

La condanna, oltre a Franco Maria Ricci, raggiunge anche la carica più alta dell'Associazione Italiana Sommelier - almeno formalmente - e cioè Terenzio Medri, l'attuale Presidente. Nell'articolo del 2006, basito di fronte alla lettera minatoria di Ricci alle aziende della Duemilavini scrivevo:

"Che figura ci fa, mi chiedo, una delegazione provinciale, sia pure della Capitale, a inviare una lettera di questo tipo alle aziende? Non sarebbe stato meglio - se l'Associazione si è realmente sentita attaccata da un articolo su questa o quella rivista - che la missiva fosse partita direttamente da Milano anziché da Roma e firmata dall'Ais Nazionale anziché dall'Ais Roma? Forse Milano non era d'accordo? Forse trattasi di iniziativa autonoma e indipendente rispetto alla volontà dell'Ais Nazionale? Forse che tutto quello che riguarda Bibenda e la sua Guida compete a Ricci oppure all'Ais a seconda delle circostanze ?"


Ai tempi mi aveva colpito il fatto che la "diffida" fosse partita da AIS Roma - Bibenda anziché della Sede Nazionale. Sembrava quasi fosse un atto autonomo di Ricci, partito senza l'avallo formale di Medri. Oggi, a maggior ragione, sulla base di questi sviluppi, mi interrogo sommessamente sul futuro della reputazione dell'Associazione e sul concreto ruolo di Terenzio Medri: fantoccio o complice?

Di certo è il tempo che l'Ais respiri aria fresca e più di ogni altra cosa, torni in mano ai suoi associàti più appassionati che ogni giorno, sul campo, fanno moltissimo per la crescita della cultura del Vino.

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7 Commenti

Inserito da Roberto Gatti

il 02 agosto 2010 alle 07:15
#1
Penso piu' " fantoccio " che fa finta di non vedere e non sentire....per il " suo " quieto vivere.
Spero che con le elezioni, a breve, del nuovo Presidente si possa fare chiarezza all'interno del gruppo dirigente e che il ruolo del " padrone romano " venga ridimensionato a quello che dovrebbe : un semplice delegato provinciale....
Chi vivrà vedrà....mi sembra di averla già vista questa storia, anche nei palazzi della politica romana...., dove è sempre e solo uno che " vorrebbe " comandare, ma per sua sfortuna e " nostra " fortuna ha trovato uno " fine " che ha dimostrato di avere " le palle "

Inserito da Ugo Baldassarre

il 02 agosto 2010 alle 14:06
#2
Personalmente è da lungo tempo che invito, chiunque creda ad una comunicazione disinteressata e pulita del vino, a diffidare di Bibenda e del suo padre-padrone. Di vicende come questa ne abbiamo viste diverse. Ciò che non è recuperabile è il lungo, ingiusto credito riscosso dal mistificatore dal sorriso telegenico, da più di un'azienda corruttrice ed immeritevole o magari il credito non avuto, per converso, da chissà quante aziende meritevoli ma assenti dalla Guida solo per indisponibilità o per l'essere contravvenute alle condizioni imposte. Insomma chi ci rimette di più è la stessa Bibenda e la sua credibilità. E, concludo, tutto ciò dimostra come sia il "sistema" incontrollabile delle guide - che, ahimè, proliferano e contano sempre più, soprattutto per consumatori non attenti e facilmente orientabili - a produrre alle volte risultati davvero aberranti.

Inserito da Filippo Ronco

il 07 agosto 2010 alle 12:49
#3
Ho volutamente lasciato a lungo questo post sul nostro spazio più in vista di TigullioVino nella speranza che si aprisse un dibattito con i molti soci Ais che sicuramente avranno letto l'articolo ma ciò non è avvenuto. Noi la nostra parte l'abbiamo fatta, a voi scegliere le strade future.


Fil.

Inserito da Roberto Gatti

il 07 agosto 2010 alle 15:51
#4
Sembra quasi che ci sia un timore reverenziale a discuterne....., bene hai chiuso il tuo intervento Fil :
" Noi la nostra parte l'abbiamo fatta, a voi scegliere le strade future. "

Segnalo anche questi ulteriori approfondimenti in tema :
http://www.intravino.com/primo-piano/qualcuno-mi-spieghi-cosa-aspettano-franco-ricci-e-terenzio-medri-a-dimettersi-dallais/
http://www.winetaste.it/ita/anteprima.php?id=6166
http://www.vinit.net/vini/Lazio/Roma/Le_Mie_Degustazioni/Qualcuno_mi_spieghi_cosa_aspettano_Franco_Ricci_e_Terenzio_Medri_a_dimettersi_dall_Ais_7095.html

Di sicuro noi la nostra parte l'abbiamo fatta.

Inserito da Paolo Cantele

il 11 agosto 2010 alle 13:22
#5
La mia stima nei confronti di Filippo Ronco cresce ogni giorno di più. Soprattutto quando tratta argomenti "scomodi" come questo volutamente snobbato da firme "illustri". Una delle vicende più mortificanti degli ultimi anni, di cui si sarebbe dovuto parlare moltissimo. Noi, come tante altre aziende, abbiamo ricevuto quella famosa e-mail. Per una questione di correttezza, di dignità, di etica, di onestà, abbiamo rispettato e riconfermato negli anni successivi tutti i contratti pubblicitari. Con tutte le riviste con cui già si lavorava. Nessuna esclusa. Ovviamente ne abbiamo pagato le conseguenze. Poco male, la nostra vita va avanti lo stesso. Con una guida in meno e tanti consumatori in più.

Inserito da Roberto Gatti

il 11 agosto 2010 alle 15:14
#6
Grande Paolo.....

Inserito da Filippo Ronco

il 11 agosto 2010 alle 15:29
#7
Sai Paolo che essere stati fuori da quella guida non sia stato poi così dannoso? Anzi.

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Laureato alla Facoltà di Giurisprudenza di Genova nel 2003, ho fatto pratica legale in uno studio per circa 2 anni ma non ho mai provato a dare...

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