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L'ombelico del mondo, di Filippo Ronco

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L'ombelico del mondo

di Filippo Ronco

Seguo questo mondo da molti anni, abbastanza almeno per averne notato l'evoluzione, così come i travasi, da un sistema all'altro di condivisione (i newsgroup, i portali, i forum, i blog, i social). Ho fatto la mia parte nella costruzione della rete del vino ma una cosa mi sfugge. Come mai il nostro settore è così strettamente legato alla rete? Lo avete mai notato? Mi sono accorto che alcune delle migliori intuizioni, alcuni degli eventi più intimamente legati allo sviluppo, alla conoscenza e all'utilizzo della rete come mezzo di relazione, alle tematiche della condivisione e dello sdoganamento del web, gravitano spesso attorno a cose di vino e di cibo. Fateci caso.

Ora, sebbene sia abituato a guardarmi attorno, la pretesa di uno sguardo limpido e distaccato sul proprio mondo è un po' velleitaria. Per questo lo chiedo a chi si occupa d'altro: notate un fermento particolare nel mondo del vino e del cibo quanto a uso della rete, eventi ad essa collegati, corsi di formazione, consulenti, esperti, evangelizzatori?

Conoscete un fermento analogo in altri settori? No perchè io ho come l'impressione che il mondo wine & food contribuisca in modo particolare alla composizione della torta. Abbiamo addirittura personaggi ormai famosi dal mondo del vino, che partecipano a conferenze di rilievo internazionale e pubblicano best seller di marketing e social media.

Probabilmente se vivessi da vicino il mondo dell'automotive o dello sport o del collezionismo di francobolli scoprirei che anche in questi ambienti c'è un fermento incredibile, una massa di incontri e di iniziative di divulgazione, un uso consapevole e all'avanguardia delle tecnologie da parte di un cospicuo numero di influencer, un numero smodato di blogger tematici, una fluente predisposizione per la condivisione sui social media, una serie di nicchie in costante crescita e assolutamente attente ed avide di contenuti.

Però vivo in quest'altro di mondo e la mia visione è forzatamente distorta. Avrei bisogno di una mano da parte di chi lo può vedere da fuori. Qualcuno che non si occupa di vino, né di cibo, ma che conosce molto bene la rete. Voglio dire, dalle degustazioni numerate alle non conferenze, dal baratto wine day alla colonizzazione di twitter con i più disparati hashtag dedicati, a me pare che il mondo enogastronomico abbia dato molto e continui a contribuire moltissimo alla crescita della rete ed al suo sdoganamento e tutto questo è paradossale se pensiamo che allo stesso tempo il settore agroalimentare e il food & beverage, è contemporaneamente uno dei più arretrati dal punto di vista tecnologico.

E' solo che il vino e il cibo, sono due "social object" per eccellenza? Oppure è proprio il mondo che gira attorno ad un tavolo e ad un bicchiere di vino? Non vorrei confondermi e rischiare di credere alla favola che siamo l'ombelico del mondo.

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10 Commenti

Inserito da Pamela Guerra

il 08 novembre 2010 alle 12:21
#1
Ciao,
dico la mia, ben conscia di essere di parte.

Io credo che tutto questo fermento si basi sul fatto che il wine&food sono settori che più di altri investono la sfera emotiva; cibo e vino suscitano emozioni, e come tali li andiamo a comunicare.
Essendo al centro le emozioni, soprattutto quelle condivise, va da sé che la relazione, il rapporto tra persone diventi il fulcro di tutto.
Esattamente quello che è successo grazie al web.
Nell'immaginario collettivo, vino e cibo sono riconducibili alla natura, alla terra, alla ciclicità delle stagioni, insomma al lato considerato più vero, più autentico.
Non dimentichiamo poi che, almeno per le aziende medio-piccole, è il rapporto 'umano' a fare la differenza in un mercato così affollato; a parità di bontà, e di altri valori, scelgo un vino perché ho un legame 'affettivo' con chi lo produce.
Forse anche per questo che il conectto di strategia di marketing e di comunicazione, assume una connotazione negativa: come se andasse a render meno vero, meno autentico, questo rapporto.

Non sono wine e food, l'ombelico del mondo, ma le persone e le relazioni che grazie ad essi nascono, ad esserlo.

Pamela

Inserito da Paola Sucato

il 08 novembre 2010 alle 12:38
#2
Quoto Pamela Guerra e aggiungo che per un paese e per un settore fatto da così tante piccole e medie imprese la rete è stato un modo di raggiungere persone e farsi raggiungere. Questo dovrebbe essere un grande indicatore sociale, ed essere "ascoltato" anche dai molti al di fuori da questo settore. L'Italia è questo, anche e sopratutto.

Inserito da Gianni Lovato

il 08 novembre 2010 alle 13:39
#3
Francamente non mi è mai piaciuto troppo che, per descrivere qualcosa di centrale ed essenziale, ci si riferisca ad una parte del corpo che, seppure di importanza vitale nel passato, in effetti non è più nient'altro che una cicatrice che alcune giovani pulzelle confondono con il lobo dell'orecchio.

Eppure forse è davvero il caso di fare il confronto fra rete ed ombelico.
Particolarmente se pensiamo ad una delle versioni in Inglese (navel) ed alla espressione idiomatica "navel gazing" (inutile ed eccessiva autocontemplazione, narcisismo).
Non intendo scatenare una polemica, ma sono parzialmente d'accordo con Filippo quando si/ci chiede se forse non esistano altri settori che considerano la rete altrettanto importante e vitale.

Il mio parere è strettamente quello del "consumatore" o, se preferite, dell'utente. Anche piuttosto accanito o "addicted" (dipendente), come direbbero i miei figli.
Tre esempi di campi che ritengano possano essere facilmente messi allo stesso livello del vino/cibo, in questo contesto:

⁃ cronaca/notizie/reportage
⁃ musica
⁃ politica (eccetto in Italia)

Compagnia interessante, direi (anche se forse non sempre piacevole) e sicuramente con componenti spesso molto simili: passione, curiosità, competenza e, quando eseguita con onestà ed etica, desiderio di scoprire verità e perfezioni sempre più elusive.
Detto questo, aggiungo che, per me, il settore vino/cibo annovera le persone più appassionate, interessanti, entusiaste/entusiasmanti e variegate.

Ah, quasi dimenticavo! un'altro motivo per cui il confronto con l'ombelico è forse ancora adatto: bisogna tenerlo pulito e quando diventiamo vecchi e/o grassi uno specchio fa davvero comodo.

Inserito da Filippo Ronco

il 08 novembre 2010 alle 14:45
#4
Attenzione però perchè il post è preciso: io dico che nel mondo del vino (in particolare) e del cibo c'è un fermento tale che in molti casi ha portato innovazione, dico che è propulsore di cose e idee che hanno trasceso l'ambito di appartenenza (il vino e il cibo) per andare oltre ed assumere una valenza tecnologica e di comunicazione assoluta. Numerose pietre miliari, molti archetipi sono nati qui. E' un fatto, non è che lo suppongo.

Mi chiedo in sostanza, se questo nostro settore sia ad uno stadio più evoluto rispetto ad altri ed abbia contribuito all'avvicinamento alla rete più di altri e alla comprensione delle sue dinamiche (anche e soprattutto in ottica di comunicazione e marketing), cioè se abbia trasceso la funzione del parlare del vino e del cibo e non abbia piuttosto fatto di più, diventando veicolo di avvicinamento alle tecnologie e alla rete per molti.

Perchè a me pare di si ma ci sono troppo dentro per avere uno sguardo distaccato, dall'alto.

Fil.

Inserito da Pamela Guerra

il 08 novembre 2010 alle 22:16
#5
Ciao,
Io non conosco così bene gli altri settori, quindi non ho la più pallida idea se vivano lo stesso fermento che coinvolge quello che viviamo noi.
Mi vengono però in mente un paio di esempi: quello degli harleysti e quello degli appassionati di fuoristrada. Ho un caro amico, appassionato e felice possessore di una Harley, che mi racconta delle tante e belle cose a cui partecipa e che organizza: week end e vacanze in moto, serate tra appassionati, trasferte per partecipare a manifestazioni ed eventi. Tutte queste cose che vengono organizzate in rete con altri appassionati conosciuti in rete (forum, social network, etc).
Idem per un gruppo di amici amanti dei fuoristrada e delle vacanze alla Camel Trophy, per intenderci; fino a qualche anno fa, le uscite erano organizzate dai vari club di appartenenza, ora si organizzano anche in rete con persone che condividono le stesse passioni ed interessi.
Sono sicura che anche prima dell'avvento di twitter e 4sq, qualche gruppo di amici si riuniva intorno ad un tavolo per assaggiare una batteria di fiano o di dogliani, così come gli harleysti si riunivano per fare il Tour della lavanda; ma lo faceva senza reclame e senza condividerlo con un pubblico più ampio.
Ora, col web, le persone hanno la possibilità di incontrare persone affini per interessi e condividere, on e off; si ritrovano in spazi consoni e lì nasce il fermento.
Pensa poi al settore della moda e del fashion: ogni giorno abbiamo sotto il naso esempi simili di fermento, solo che siamo meno attenti perché non sono per noi tanto interessanti. Pensa al sigillo di qualità delle mamme-Twitter. Pensa alle riunioni virtuali e reali, dei circoli letterari.
Io non credo che il settore wine&food abbia contribuito più di altri all'avvicinamento alla rete e alla comprensione delle sue dinamiche; credo che questo merito l'abbiano le passioni e gli interessi comuni, di qualsiasi genere essi siano.

Pamela

Inserito da Lorenzo Biscontin

il 08 novembre 2010 alle 22:48
#6
Filippo, visto che quelli che leggono Vinix e Tigullio vino rischiano di avere la stessa distorsione che hai tu, e che, giustamente, fai una considerazione più legata agli strumenti ed ai modi che ai contenuti, perchè non poni la questione in uno spazio che si occupa di web e social media più in generale. Magari così riusciremo a capire meglio se siamo l'ombelico del mondo e se abbiamo scambiato per mondo quello che è solo il nostro ombelico.
La domanda (e la risposta) mi appassiona.

Inserito da Filippo Ronco

il 09 novembre 2010 alle 01:06
#7
@Pamela
Forse non sono riuscito a spiegarmi bene io ma non mi riferisco all'uso della rete che, immagino, sarà senz'altro vivo in molti altri settori oltre a quello del vino e del cibo. Mi riferisco ad altro. Provo a fare un esempio così ci capiamo meglio: pensa a vinix unplugged unconference o all'european wine bloggers conference, oppure a quella americana, ecc. Ci sono altri settori secondo te che sono arrivati ad un livello di divulgazione professionale tale? Incontri che trascendono davvero vino e cibo ma si spingono oltre, per arrivare a parlare del mezzo, della rete in sé (pensa per esempio anche la conferenza tenutasi ad inizio anno a Vinitaly. Non so se mi sono fatto capire.

@Lorenzo
Oggi ho provato a coinvolgere alcuni su twitter ma temo non abbiano avuto il tempo oppure l'ostacolo della registrazione per poter commentare li ha frenati, possibile. Tengo presente questa tua proposta, provo a vedere se qualche amico tipo Luca Conti ha voglia di rilanciarla in un ambiente "neutrale".


Fil.

Inserito da Pamela Guerra

il 09 novembre 2010 alle 09:04
#8
Ciao,
ora ho compreso meglio a cosa facevi riferimento; io l'avevo inteso lato utente pensando alle varie degu seriali, ai Vinix live!, al Vinitaly twittato, ovvero un fermento di iniziative nate in rete per la rete.

Non resta che aspettare commenti super partes.
Pamela

Inserito da Fabrizio Ceccato

il 10 novembre 2010 alle 13:02
#9
Direi il settore turistico, forse il più rivoluzionato in assoluto da internet e compagnia, il numero di eventi (sia lato utente che lato professionista) blog, siti più o meno social, forum e anche di start-up e aziende già molto ben avviate, che gravitano attorno all'hospitality (l'inglesismo fa sempre fico :D ) non mi pare secondo al wine&food.
Sicuramente saltano all'occhio le affinità tra i due settori, sintomo forse che la componente emotiva, di cui scriveva Pamela, potrebbe spiegare il fenomeno.

Ciao,
Fabrizio

Inserito da Giuliano Capedri

il 12 gennaio 2011 alle 00:22
#10
Pensiamo di conoscere abbastanza bene la Rete; la nostra Agenzia di comunicazione ha fatto della Ricerca uno dei propri punti di forza. Abbiamo fatto "nascere" - come lo volevamo noi - un progetto e-commerce legato al mondo del Gusto; ci serviva una "cavia" su cui provare a sperimentare tutto quello che stavamo scoprendo nelle nostre lunghissime ricerche fatte di ore di navigazione.
Ci serviva un cliente che non c'era. Lo abbiamo inventato. Sarà stato un caso ma ci è venuto spontaneo pensare ad un progetto che trattasse un prodotto che 10 anni fa - quando si sono affacciati in Italia i primi siti e-commerce - sembrava dovesse risolvere i problemi economici di molti commercianti e distributori. Il vino.
Sapete che oggi come allora, uno dei prodotti più trattati dai primi siti e-commerce era proprio il vino?
Ci sono ancora pubblicati dei siti incredibili; veri campioni della NON usabilità. Vere e proprie "ciofeche" online.
Forse è per "armonia di contrasto" che abbiamo voluto associare un prodotto tanto poetico come il vino, ad uno strumento tanto asettico come l'informatizzazione di internet. Sicuramente stiamo traendo tante soddisfazioni da questo progetto: prima tra tutte la conoscenza e la condivisione con molti vignaioli che stiamo cercando di far avvicinare alla rete e alle sue potenzialità. Diciamo loro che hanno una responsabilità che è quella di essere ambasciatori nel mondo con le loro eccellenze e che non è giusto rimanere nell'ombra; DEVONO comunicarlo. Vorremmo aiutarli a comunicare meglio le loro aziende, coinvolgendoli e trasferendogli tutta l'esperienza che abbiamo fatto sul vinauta.it.
Le interviste, i filmati, la visione dei loro vigneti dal satellite, tutte cose semplici ma che coinvolgono l'utente in un'esperienza attiva - la CONDIVISIONE - la parola cardine del successo di ogni sito ben fatto.
Vedremo cosa ci riserverà il prossimo futuro, le cose stanno cambiando davvero in fretta e questo cambio epocale (che molti chiamano crisi), ci sta dicendo che occorre cambiare approccio: nulla è più come prima. Largo al nuovo che ora si chiama internet e alle sue propagazioni: i Social.
Ciao a Tutti - Giuliano

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Laureato alla Facoltà di Giurisprudenza di Genova nel 2003, ho fatto pratica legale in uno studio per circa 2 anni ma non ho mai provato a dare...

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