Seguo questo mondo da molti anni, abbastanza almeno per averne notato l'evoluzione, così come i travasi, da un sistema all'altro di condivisione (i newsgroup, i portali, i forum, i blog, i social). Ho fatto la mia parte nella costruzione della rete del vino ma una cosa mi sfugge. Come mai il nostro settore è così strettamente legato alla rete? Lo avete mai notato? Mi sono accorto che alcune delle migliori intuizioni, alcuni degli eventi più intimamente legati allo sviluppo, alla conoscenza e all'utilizzo della rete come mezzo di relazione, alle tematiche della condivisione e dello sdoganamento del web, gravitano spesso attorno a cose di vino e di cibo. Fateci caso.
Ora, sebbene sia abituato a guardarmi attorno, la pretesa di uno sguardo limpido e distaccato sul proprio mondo è un po' velleitaria. Per questo lo chiedo a chi si occupa d'altro: notate un fermento particolare nel mondo del vino e del cibo quanto a uso della rete, eventi ad essa collegati, corsi di formazione, consulenti, esperti, evangelizzatori?
Conoscete un fermento analogo in altri settori? No perchè io ho come l'impressione che il mondo wine & food contribuisca in modo particolare alla composizione della torta. Abbiamo addirittura personaggi ormai famosi dal mondo del vino, che partecipano a conferenze di rilievo internazionale e pubblicano best seller di marketing e social media.
Probabilmente se vivessi da vicino il mondo dell'automotive o dello sport o del collezionismo di francobolli scoprirei che anche in questi ambienti c'è un fermento incredibile, una massa di incontri e di iniziative di divulgazione, un uso consapevole e all'avanguardia delle tecnologie da parte di un cospicuo numero di influencer, un numero smodato di blogger tematici, una fluente predisposizione per la condivisione sui social media, una serie di nicchie in costante crescita e assolutamente attente ed avide di contenuti.
Però vivo in quest'altro di mondo e la mia visione è forzatamente distorta. Avrei bisogno di una mano da parte di chi lo può vedere da fuori. Qualcuno che non si occupa di vino, né di cibo, ma che conosce molto bene la rete. Voglio dire, dalle degustazioni numerate alle non conferenze, dal baratto wine day alla colonizzazione di twitter con i più disparati hashtag dedicati, a me pare che il mondo enogastronomico abbia dato molto e continui a contribuire moltissimo alla crescita della rete ed al suo sdoganamento e tutto questo è paradossale se pensiamo che allo stesso tempo il settore agroalimentare e il food & beverage, è contemporaneamente uno dei più arretrati dal punto di vista tecnologico.
E' solo che il vino e il cibo, sono due "social object" per eccellenza? Oppure è proprio il mondo che gira attorno ad un tavolo e ad un bicchiere di vino? Non vorrei confondermi e rischiare di credere alla favola che siamo l'ombelico del mondo.
Laureato alla Facoltà di Giurisprudenza di Genova nel 2003, ho fatto pratica legale in uno studio per circa 2 anni ma non ho mai provato a dare...
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Inserito da Pamela Guerra
il 08 novembre 2010 alle 12:21dico la mia, ben conscia di essere di parte.
Io credo che tutto questo fermento si basi sul fatto che il wine&food sono settori che più di altri investono la sfera emotiva; cibo e vino suscitano emozioni, e come tali li andiamo a comunicare.
Essendo al centro le emozioni, soprattutto quelle condivise, va da sé che la relazione, il rapporto tra persone diventi il fulcro di tutto.
Esattamente quello che è successo grazie al web.
Nell'immaginario collettivo, vino e cibo sono riconducibili alla natura, alla terra, alla ciclicità delle stagioni, insomma al lato considerato più vero, più autentico.
Non dimentichiamo poi che, almeno per le aziende medio-piccole, è il rapporto 'umano' a fare la differenza in un mercato così affollato; a parità di bontà, e di altri valori, scelgo un vino perché ho un legame 'affettivo' con chi lo produce.
Forse anche per questo che il conectto di strategia di marketing e di comunicazione, assume una connotazione negativa: come se andasse a render meno vero, meno autentico, questo rapporto.
Non sono wine e food, l'ombelico del mondo, ma le persone e le relazioni che grazie ad essi nascono, ad esserlo.
Pamela