Alle volte si accantonano pensieri solo perchè sorti con riferimento ad una cosa letta di corsa, alla quale non si è avuto il tempo di rispondere sul momento. Però i pensieri sedimentano, non svaniscono e si arricchiscono di sfumature. Ne riprendo alcuni oggi, a distanza di tempo, tanto son massimi sistemi e non c'è pericolo di scadenza.
Sono convinto che la società odierna, anche grazie alla straordinaria influenza positiva e trainante della parte migliore della rete, sia sulla soglia di radicali cambiamenti. Cambiamenti che vedo soprattutto in positivo e che coinvolgeranno qualsiasi aspetto della vita umana. Il cambiamento in positivo in fondo penso sia il destino del nostro vivere. Avremo migliori forme di governo, migliori politiche economiche e ambientali, migliori trasporti, miglior utilizzo dell’energia, più tempo per noi stessi e per le relazioni umane e, perché no, migliori vini. Perchè? Perchè ne abbiamo bisogno, perchè i cambiamenti in positivo ci sono indispensabili se desideriamo continuare a stare su questo pianeta e per poterci considerare una specie in reale evoluzione.
Giusto, l'ho presa troppo larga.
Ci sono numerosi movimenti nel mondo del vino. Non penso però sia possibile cintare all'interno del concetto di "movimento" gli obiettivi quando questi sono positivi e condivisibili tout court, come il minor impatto ambientale, il maggior rispetto della natura o, per restare appesi al nostro àmbito, la naturalità e sanità di ciò che beviamo e che mangiamo ogni giorno, la rispondenza reale ad un terroir, una coltivazione che rispetti il tempo e il modo della natura. La sostenibilità.
Il movimento ha senso come momento di denuncia e presa di coscienza e così è fintanto che non esaurisce il proprio compito che è quello di trovare uno sbocco più ampio rispetto alla fase iniziale di proselitismo: diventare cioè largamente condiviso e tradursi in qualcosa che il movimento trascende perchè applicabile e applicato dai più, parte della storia e del vissuto di tutti come scelta conquistata prima (da pochi) e acquisita poi (da molti).
A che punto stanno i movimenti del vino?
Non so se i movimenti del mondo del vino (anche all'estero) abbiano già esaurito il loro compito iniziale. Di sicuro dal gran fermento degli ultimi anni, complice anche la forte spinta alla trasparenza imposta dalla rete, credo che la vitivinicoltura sia cambiata e stia cambiando rapidamente e che lo stia facendo in meglio. Alcuni movimenti si sono già tramutati in mode, segno che non so se interpretare in positivo o in negativo ma che certamente è sinonimo di sdoganamento dei concetti verso pubblici più ampi.
Ecco, bisognerebbe adesso cominciare a impegnarsi sulla formazione, sul raggiungimento di un pubblico sempre più vasto, sulla distruzione delle micro-differenziazioni e delle barricate che non hanno più ragion d'essere. Sarebbe anche il momento di cominciare a confrontarsi in campo aperto, anche a Vinitaly magari, anziché simbolicamente farlo a qualche km di distanza. Rigorosamente negli stessi giorni. Però.
Laureato alla Facoltà di Giurisprudenza di Genova nel 2003, ho fatto pratica legale in uno studio per circa 2 anni ma non ho mai provato a dare...
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Inserito da Enzo Zappalà
il 18 ottobre 2010 alle 10:39vedo che l'immagine assomiglia a un corno di vacca... Indicherebbe mica che la biodinamica è un miglioramento? Come ben sai essa (quella vera) si basa su concetti esoterici e astrologici privi di senso. da non confondere con la cura della vigna mediante attenzioni biologiche. Si dovrebbero mettere i puntini sulle i e non confondere le due cose. Una cosa è l'eliminazione di additivi chimici inquinanti e un'altra è l'applicazioni di metodologie da stregoni e da maga magò. Quest'ultima è una pratica che ci porta verso il passato e non certo verso il futuro!!!