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Wine for dummies: dal supermercato all'enoteca, di Filippo Ronco

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Wine for dummies: dal supermercato all'enoteca

di Filippo Ronco

Abbiamo visto come cercare di evitare pacchi al supermercato quando ci troviamo davanti allo scaffale dei vini. Mi piacerebbe ora traghettare i più giovani lettori di TigullioVino in enoteca, cercando di abbattere quella barriera che di solito affligge il niubbo* del vino di fronte alla porta d'ingresso. Non sono altro che negozi, botteghe, tienilo sempre bene a mente prima di varcarne al soglia e non lasciarti intimorire dall'aria apparentemente austera. Alla disperata, immagina il padrone in mutande sepolto da un bancale di tavernello e bisognoso del tuo aiuto. Anche lui, di nascosto, beve Coca Cola.

Mi sono sempre chiesto come mai questo timore riverenziale nei confronti dei luoghi preposti alla vendita del vino in bottiglia da parte di chi inizia e in fondo credo sia un po' colpa di come il mondo del vino comunica e si presenta all'esterno. Tutte queste sovrastrutture inutili. Per fortuna che c'è la rete che un po' sdrammatizza. E' essenzialmente una comunicazione ed un approccio da iniziati che non consente se non dopo tempo e fatica, l'accesso al pubblico, alla massa che poi è piena di potenziali beoni di livello. Un peccato.


Scegliere l'enoteca prima di tutto

Intanto bisogna scegliere dove andare.
Enoteca grande o enoteca piccola? Centrale o non centrale? Storica o appena aperta? Se siete in una grande città avrete l'imbarazzo della scelta, se vivete in provincia un po' meno ma in ogni caso vi suggerirei di puntare su un'enoteca che abbia un po' di anni alle spalle a meno che, se nuova, non sappiate per certo essere gestita da persone di valore ed esperienza, appassionate soprattutto. Io sono un fan dell'enoteca storica ma per i primi passi va benissimo anche la piccola enoteca appena aperta, non vi servono #centomila etichette in fondo, siamo ancora ai fondamentali.

La vetrina di solito può dare una mano. Se vedete casse di Veuve Cliquot riverse a pacchi in bella mostra sotto faretti a un milione di gradi, tirate dritto. Anche se il numero di accessori, giochini, marmellatine e cazzatine varie supera il numero o l'impatto visivo sulle bottiglie in genere non è un buon segno. Vetrinette preconfezionate con marchi noti di cavatappi o altre chincaglierie in bella vista e a prezzi alti possono essere una spia d'allarme nel senso che l'enoteca potrebbe essere in gran parte rifornita da agenti rappresentanti con forte ascendente sull'enotecario più che da una attenta selezione dell'enotecario stesso. In genere nell'enoteca seria ci sono tavoli (se prevista anche la mescita), bottiglie e calici da degustazione di un certo pregio.

Dunque, hai scelto la tua enoteca e sei sulla soglia.
Azzera ogni puntata de "La prova del cuoco", dimentica per un momento guide e stigmatizzazioni da sommelier alla Antonio Albanese e prova a convincerti che la persona al di là del banco (o della cassa) è tua amica. E' lì per servire proprio te e potenzialmente, per farti felice. Più di ogni altra cosa considera che lui/lei sostanzialmente non frega più di tanto se sei un enologo o un niubbo totale, a lui interessa vendere. Anzi, meno ne sai, più probabilmente si divertirà perché avrà qualcosa da poter raccontare.

Di solito l'enotecario è intimorito da tre tipologie di persona all'ingresso:

1) l'agente
Anche qui come sempre, dipende da caso a caso, c'è anche l'agente amico, bravo, competente, ottimo selezionatore, braccio destro insostituibile, ma in linea di massima, diciamo che preferirebbe mille niubbi come te piuttosto di un agente in vena di riscuotere fatture o proporre novità da aggiungere in carta.

2) Il finto sapientone e L'enosborone
Il primo ha appena finito il primo corso ais (ma anche il secondo o il terzo, non farebbe grande differenza) e crede di avere il mondo in mano. Ne è proprio convinto. Entra spavaldo pronunciando sicuro il nome del vino e del produttore che desidera acquistare che al 99% sarà un Nero d'Avola di qualche grossa cantina siciliana. L'enotecario lo servirà rapidamente ghignando sotto ai baffi al momento della sua uscita dal locale. Il secondo intavolerà una discussione di circa mezz'ora sulla solforosa libera del quale l'enotecario non ha più alcuna voglia di parlare.

3) La finta sciura
La signora elegante di mezza età, rigorosamente con pelliccia e 2 kg di gioielli, idee assolutamente confuse sul da farsi se non quella di far perdere una quarantina di minuti all'enotecario per trovare adeguati presenti natalizi per il medico del marito operato così bene alla cistifellea, "che sia bello, di pregio, importante, ma per carità, non costi più di 20 euro che per un vino sono un'esagerazione, la prego".


Allora coraggio, entriamo.
Sii umile. Sia ora sia quando ne saprai un po' di più. Cerca di stabilire subito un rapporto empatico con un sorriso non troppo pronunciato col il tuo caronte enoico. Camminerai insieme a lui per alcuni anni, tanto vale partire con il piede giusto. Se c'è molta gente o è il momento dell'aperitivo, guarda le bottiglie da "prezzo" sul bancone, fatti un giro tra gli scaffali in attesa di un momento di maggior calma, se invece è un buon orario (che so, dalle 16.00 alle 18.00), affrontalo di petto con un perentorio: "salve, ho bisogno del suo aiuto!".

L'ego dell'enotecario dovrebbe rimanerne immediatamente rapito. Se così non fosse attendi qualche istante ed aggiungi guardando in basso: "sa, non capisco molto di vino ma mi piacerebbe cominciare da qualche parte, magari potrei provare a dirle i miei gusti e lei forse potrebbe aiutarmi, consigliarmi qualcosa per partire, questa sera con gli amici facciamo salumi e formaggi".

A questo punto dovrebbe essere completamente nelle tue mani e disponibile a traghettarti tra gli scaffali della sua enoteca tra centinaia o migliaia di preziose bottiglie. Lascialo fare per questa prima volta (ma anche la seconda o la terza non sarebbe una cattiva idea), dagli carta bianca ma fatti spiegare ogni volta il perché ti propone proprio quel vino, di dov'è e soprattutto chi lo produce.

Saranno informazioni preziose in futuro.

Dopo un po' di serate trascorse con gli amici attorno ad una bella bottiglia di vino, comincerai a farti un'idea di quel che ti piace e di quello che no. Piano piano andando in enoteca e confrontandoti sempre con il tuo enotecario di fiducia, potrai affinare sempre di più il tipo di scelta da fare, sia in base a zona che vitigno. E' il periodo più bello, quello della scoperta e del divertimento più sfrenato. Goditelo!


[*niubbo è un'italianizzazione di newbie, termine usato soprattutto su usenet, il mondo dei newsgroup, per definire un novizio, uno appena arrivato che non conosce ancora né argomenti né dinamiche della rete]

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1 Commenti

Inserito da Enzo Zappalà

il 08 settembre 2011 alle 16:22
#1
tutto molto giusto, ma forse un po' troppo "teorico". Vorrei però dire al giovane iniziato che se riuscisse, dopo qualche puntatina in enoteca (se proprio deve), ad andare direttamente dai produttori, risparmierebbe una cifra non indifferente. Anche se molti dicono che vi è un rincaro del 30%...non credeteci. E' molto più alto normalmente!! Una bella gita fuori porta in zona vinicola (Langhe, Roero, Albenga, Luni, ecc., ecc.) e si impara molto di più che in enoteca e si spende molto meno. Il rischio di cadere in un vino non buono esiste sia in enoteca (non tutti gli enotecari se ne intendono molto o hanno gli stessi gusti del compratore o non cercano di vendere il vino su cui guadagnano di più...)che in giro per la zona vinicola. Al limite, la prima volta si può anche usare una guida per fare una scelta sommaria, ma attenzione a non cadere nelle sue grinfie.

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Laureato alla Facoltà di Giurisprudenza di Genova nel 2003, ho fatto pratica legale in uno studio per circa 2 anni ma non ho mai provato a dare...

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