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Quattro etti di hype, grazie. E' mezzo chilo, lascio? Lasci., di Filippo Ronco

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Back office

Quattro etti di hype, grazie. E' mezzo chilo, lascio? Lasci.

di Filippo Ronco

L'hype avete presente?
Quel mix esagerato di eccitazione e aspettative che qualche volta, complice qualche congiuntura di astri favorevoli, si viene a creare per brevi periodi e in particolari situazioni con riferimento a qualcosa o a qualcuno. Ci sono e ci sono stati momenti - bellissimi - in cui ti trovi completamente immerso in questa situazione dove tutto è possibile, dove tutti sembrano spingere insieme verso la tua stessa direzione, dove c'è un entusiasmo incontrollabile e dove fioriscono iniziative spontanee di collaborazione e di condivisione incredibili oltre alle cose più assurde.

In questi quindici anni di presenza attiva online (e offline naturalmente) e 10 di TerroirVino, ho visto una piccola nicchia di persone capace di illuminare qualsiasi cosa a cui si avvicinasse crescere, dividersi, spegnersi, riunirsi, rinascere e riaggregarsi sotto nuove forme probabilmente più mature. Ci sono tutta una serie di aneddoti e di persone che hanno segnato fortemente il mio cammino, ne scorderò moltissime, del resto non posso raccontare 15 anni in un post però qualche persona, qualche perla, vorrei ricordarla insieme a voi.

Il 3 giugno 2007 smontavo a mezzanotte dopo una giornata di allestimenti per quello che si chiamava ancora TigullioVino Meeeting - l'amico Mike Tommasi gli trovò il nome TerroirVino qualche mese più tardi - già stanco morto ancora prima di cominciare. Con Marco e Maria - i migliori collaboratori di sempre - avevamo lavorato tutto il giorno perché le sale dell'Excelsior fossero perfette e in effetti eravamo discretamente soddisfatti del risultato, tutto era pronto per la terza edizione. Mia moglie era in cinta di quella che avrebbe dovuto essere Giulia (ma che poi avremmo scoperto in sala parto essere diventata Viola) e in quelle settimane si erano fatte numerose offerte sacrificali per scongiurare il parto proprio il giorno dell'evento, giusto un paio di giorni prima o un paio di giorni dopo sarebbe stato perfetto, gestibile se non altro, non chiedevamo poi così tanto alla natura ma eravamo pronti a tutto.

Quella sera andai a casa stravolto (abitavo ancora in un posto che per arrivarci bisognava fare 150 scalini sconnessi di pietra), Elena stava apparentemente bene, dentro di me continuavo a trovare impossibile che il giorno dopo sarebbe stata come sempre al mio fianco a lavorare all'evento ma sapendo che è una donna al di là dell'ordinario reprimevo questo timore nel subconscio sicuro che in qualche modo ce l'avrebbe fatta). Ci mettemmo a letto, Elena si alzò poco dopo, le solite contrazioncine a cui ormai mi ero abituato nelle ultime settimane. Dopo un paio d'ore d'incertezza, ormai erano quasi le tre di notte, decidemmo di scendere al vicino ospedale per un'ecografia, sembrava fosse il momento ma no, la gentile ginecologa di turno ci spiegò come fosse ancora troppo presto e ci convinse - sinceramente non so come - a rifare i 150 scalini di pietra e tornare a soffrire a casetta nostra.

Nel frattempo erano ormai le 4-5 del mattino. Era ancora buio e io sapevo soltanto che di lì a poco avrei dovuto "alzarmi" per l'evento in uno stato evidentemente confusionale. Verso le cinque i dolori erano diventati ormai insopportabili e ci spostammo quindi nuovamente all'ospedale dove iniziò un lungo travaglio terminato poco dopo le 9 del mattino con l'arrivo di Viola. Nel frattempo vi lascio immaginare le telefonate terrorizzate di chi doveva iniziare da solo l'evento che preparavamo da mesi ma tutto filò liscio.

Dopo qualche ora con la mia nuova famiglia e dopo circa due giorni senza dormire, ebbi giusto la forza di rifare quei 150 scalini per una doccia. Ricordo che non mi feci la barba e andai così come uno scappato di casa a Rapallo per dare una mano. Ciondolavo tra i tavoli degli espositori e le pacche sulle spalle di tutti, produttori, amici, enotecari (che bei tempi!) frastornato da quella sensazione di felicità stupida e incontrollata che ti tiene sospeso a mezz'aria incurante delle ore di insonnia che hai passato. Arrivai a mezzanotte del 4 giugno vivo, giusto in tempo per un salto in ospedale a trovare le mie donne per poi rifare quei 150 scalini un'ultima volta e finalmente collassare sul letto, vestito. Furono probabilmente i tre giorni più eccitanti e meravigliosi della mia vita.

La prima volta a Genova invece, a Palazzo Ducale creammo un'insolita quanto involontaria fontana d'acqua ghiacciata. Sul cortile del piano nobile di Palazzo Ducale avevamo posizionato su appositi teli di cerata circa 1500 kg di ghiaccio (una tonnellata e mezzo), la quantità che solitamente serve per gestire un evento come TerroirVino d'estate. Il problema è che questo ghiaccio a poco a poco iniziò a sciogliersi creando una sorta di tzunami dal cortile interno del piano nobile (quello che sta più in alto) a caduta, verso l'atrio d'ingresso di Palazzo Ducale. La cosa comica furono i perentori moniti dell'entourage di Palazzo che ci chiedevano di interrompere il flusso liquido sopravvalutando di molto i nostri poteri. Imponemmo le mani ma niente. Lo ricordo ora col sorriso ma furono ore tesissime! :)

Ricordo con trasporto l'entusiasmo contagioso di Mario Pojer. Lo trovavi (e lo trovi ancora) ovunque a dare una mano al mondo del vino con una profusione di energie impressionante. Non penso solo all'edizione più spettacolare di Vinix Live! su da lui a Faedo (e grazie a tutti coloro che ne hanno sopitato uno, Lucia, Sara, Andrea, Andrea, Giuseppe, Tomaso, Sandro...).

Nei mesi precedenti mi trovavo all'Istituto Agrario di San Michele all'Adige per una due giorni di formazione sulla comunicazione e il marketing del vino e ricordo distintamente come, insieme a Pamela Guerra (sorella di partita iva) e Davide Cocco (uno con cui ho addirittura avuto l'ardire di fare vacanze assieme), tra le altre cose parlammo di persone comuni che facevano da nodi di distribuzione di questa energia nel mondo del vino nei modi più disparati e nelle più diverse occasioni. Penso per esempio all'amico Vittorio Rusinà (in arte tirebouchon) che una volta per TerroirVino preparò una guida meravigliosa e alternativa tra i banchi della manifestazione, un progetto grafico ricco di contenuto e passione che mi aveva lasciato senza parole per la cura. 

Avete presente i due anziani signori del Muppet Show che stanno nelle gallerie più vicine al palco sacramentando di continuo su tutto? Il paragone è ingeneroso perché lì i cattivi sono due mentre qui abbiamo lo "zio" (cattivo, si fa per dire) e il "nonno" (buono). Parlo di Gianni Lovato (in arte "nonno gian") e Terence Hughes ("Zio Terry" per gli amici) che hanno accompagnato per anni le scorribande twittere di una generazione di blogger da oltre oceano. Un saluto in questa scorribanda ve lo dovevo.

Una tappa incredibile del percorso di questi quindici anni è stata sicuramente la prima edizione dell'European Wine Bloggers Conference dove andai in moto con Elena incontrando là la più consolidata coppia del vino del paese, l'ormai inseparabile duo Nadali/Tosi, tra i primi sostenitori del mio peregrinare, Elisabetta con una Rubrica sui vini da supermercato su TigullioVino che fece storia i primi anni 2000 e Giampiero in mille altre occasioni tecnologiche.

Di TerroirVino mi sono rimaste impresse anche quelle foto, un po' scattate, un po' nella memoria, della gente che faceva mattina bevendo, cantando e fumando davanti all'acquario di Genova come quando aveva 18 anni. Il clima e l'atmosfera in particolare, vere e proprie compagnie di amici che si ritrovavano, uniti dalla passione del vino in queste occasioni, il vento caldo d'estate, la sera, col vestitino buono, mentre correvo con i piedi ormai frantumati verso i pullman per Villa Spinola con una Fender Stratocaster a tracolla e succeda quel che deve succedere.

Roberto Panizza e Andrea Bezzecchi sono diventati due grandi amici in questi anni. Dove c'è hype ci sono loro, dove non c'è lo creano direttamente sul posto. Sono quelli delle degustazioni numerate e dei campionati mondiali del pesto, per intenderci, quelli del balsamico mille anni e del sultanato del pesto. Quelli con cui in genere affetto coppa, salame e quel che c'è di fronte alla famelica folla dell'unconference (quest'anno ci sarà anche Vallenostra a darci una mano). Sono persone da cui impari letteralmente cosa sia il dare prima di ricevere che le slide con cui vai a farti bello in giro sono sempre il frutto di incontri con grandi persone o grandi cose.

Un altro che ho nel cuore è Giuliano Abate. Agente di commercio in disuso, nel mio percorso è stato il consigliere delle fasi finali della creazione di #vgm su carta (ci pensate? un agente!), un amico sempre presente, un confidente, una persona seria, competente, affidabile, di grande passione che mi ha anche procurato l'incontro con un commercialista di Alessandria con cui abbiamo messo giù una pietra miliare per il funzionamento legale di Vinix Grassroots Market, il famoso interpello all'Agenzia delle Entrate.

Tanti anni prima Atonio Tombolini, un precursore per molti di coloro che oggi vivono di e sulla rete, aveva tenuto a battesimo quella che sarebbe stata, in nuce, l'odierna unconference. Ricordo che girava con un potente megafono in mano per le sale sotterranee dell'Excelsior Palace di Rapallo chiamando a raccolta i blogger presenti ad una delle primissime edizioni di TerroirVino. C'era questa voce metallica che saliva su su per la tromba delle lussuose scale dell'Excelsior fino alla hall dell'hotel, almeno finché non l'hanno fermato per eccesso di rumore, come con i gavettoni l'ultimo giorno di scuola. Immenso. Il fatto di ritrovarmelo alla Big Lesson quest'anno alla decima edizione di TerroirVino ha per me un significato particolare.

Virgilio Pronzati - colonna portante di tutti gli assaggi di TigullioVino - lo conobbi all'uscita di una trattoria dell'entroterra genovese (l'Osteria dell'Acquasanta) ad un pranzo sulla patata quarantina. Mi ricordo che c'era uno stocco accomodato favoloso, lui era poco lontano da me in un tavolino a due seduto con Luigi - Gino - Veronelli. Sembravano amici di vecchia data ma lo erano. Mi presentai e chiesi a Virgilio quel giorno se avesse potuto darmi una mano con il neonato TigullioVino, lui mi diede la mano e mi disse di si senza pensarci un secondo. E' la persona a cui a tutt'oggi devo di più in assoluto e vorrei approfittare per ringraziarlo insieme a Sergio Circella un'altra persona a cui devo molto in competenza, pazienza, amicizia disinteressata.

Fabrizio Gallino - faber per gli amici - non mi ricordo dove e come l'ho conosciuto. Probabilmente grazie a Vittorio ma è uno di quelli che ti entrano nel cuore, non puoi più farne a meno - Fabrì son due anni che ti aspetto a cena - . E' talmente vero e genuino, gentile nei modi, sincero, onesto, favolosamente competente e serio in quel che fa che smentisce di fatto il detto piemontese falso cortese, fosse vero.

Anche i Papilli non ricordo come e dove li ho conosciuti ma di certo è stato amore subito. Quando un ligure ti invita a cena a casa sua significa che hai fatto breccia nel suo cuore, con loro è tutto moltiplicato per tre, si muovono in branco, più amore, più hype e poi Miggino ha sempre il tabacco e le cartine, una garanzia. Una volta - forse lo facciamo anche quest'anno - organizzano il tour papillo a Genova il sabato, giorno di allestimenti di TerroirVino, una roba imbarazzantemente bella - perchè vera - culminata in una serata a cena su una palafitta sul mare in una sera d'estate che sembrava d'autunno (il luogo è segreto). Quella sera ricordo di aver definitivamente consolidato l'amicizia con Fabio d'Uffizi che persosi per la scogliera con il gruppo di persone che lo accompagnavano alla serata mi tenne poi il muso per ore. Amici per sempre.

Poi una sera a Villa Spinola succede l'inspiegabile.
La quasi totalità delle produttrici di vino era in abito lungo, da sera. Poi ho capito. Quella notte c'era un concerto di un famosissimo rocker melodico, amico di Biagio Antonacci, noto tra le folle con il nome di Vate. Era una delle prime cose meravigliose che ho visto fare a Stefano Caffarri dal suo percorso straordinario da cantastorie di provincia su Appunti di Gola a critico gastronomico alternativo su Cucchiaio d'Argento.

Stefano Caffarri...
In cucina sulla mensola sopra alla finestra che guarda il giardino c'è una scatola di legno modello "Cromobox" dell'amico Roberto Colombo (un altro nodo che ha dato tantissimo alla causa dell'hype). Chi è stato a casa mia non ha potuto fare a meno di notarla perché c'è stampata sopra una foto che è la rappresentazione stessa dell'hype ma anche della gioia di stare insieme senza troppe menate. Avevamo appena cosparso il terreno di petali di rose (di raso, mica di plastica) al passaggio di Stefano, sono cose che si fanno una volta nella vita ed è lo stesso motivo per il quale tenere alto l'hype è una sfida ogni anno più difficile.

Io non sapevo come direvelo meglio di così che mi piacerebbe riabbracciarvi tutti a Genova il prossimo 15-16 Giugno.


[Ora, la tragedia quando fai un amarcord è che ti scordi sempre qualcuno a cui tieni moltissimo, siccome l'avrò fatto di sicuro sappiate che siete nel mio cuore e che le parole per voi ce le diremo di persona, a cena].

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3 Commenti

Inserito da Gianni Lovato

il 01 giugno 2014 alle 16:42
#1
Grazie di cuore Fil, per condividere con i tuoi lettori questo piacevole viaggio nel tuo paese dei ricordi. Il rendermi conto che alcuni di quei ricordi sono anche fra i miei più cari, mi ha riempito di commozione e nostalgia.
Quanto poi al trovare anche il mio nome annoverato in tale augusta compagnia...bé, cosa posso dire se non innanzitutto un grazie dal profondo del cuore ed una promessa che, prima di tirar le cuoia, a Zena per TerroirVino ci ritornerò (e adesso che ho la zampa di titanio nuova di zecca, sarà anche più facile passeggiare nei caruggi).
A tutti voi che sarete alla decima edizione di TerroirVino: assicuratevi di dare un altro mezzo chilo di "hype" al buon Filippo. Se lo merita, eccome! E già che sarete con i calici in mano, alzatene uno anche alla mia salute, che ne ho bisogno.
Un abbraccio a tutta la banda!

Inserito da Paolo Carlo Ghislandi

il 01 giugno 2014 alle 16:58
#2
Caro Fil,
la mia avventura online nel mondo del vino deve molto dei suoi successi ai tuoi preziosi consigli ed ai nostri numerosi scambi di idee.

Ricordo con piacere i discorsi sulla "mucca viola" , sui contest, sul modo di porsi, sulla netiquette e, non ultimo, sul neonato grandioso #vgm quando era ancora solo un idea embrionale.

Per me terroirvino è il "big bang" dove tutto ebbe inizio e dove, ogni anno, tutto converge e parteciparvi è sempre stato un vero piacere.

Grazie per quello che hai scritto, ho rivissuto momenti indimenticabili, alcuni narrabili e altri inenarrabili :-)

@Gianni, Sei sempre il benvenuto, ti aspetto !

Ciao, Paolo

Inserito da Elisabetta Tosi

il 01 giugno 2014 alle 23:44
#3
Rapallo. Cavolo, se mi ricordo quella edizione! Mi sono sempre chiesta come riuscissi a tener botta a tutto, in quelle condizioni,ma ce l'hai fatta, e io ancora delle foto, da qualche parte.
Non per fare della retorica, ma mi verrebbe da dire "era un giorno come tanti altri, ma era anche uno di quei giorni che hanno fatto la storia e posso dire: c'ero anch'io".
Grazie, Fil.
In un certo senso, Fermenti Digitali esiste grazie a quel famoso TigullioVino Meeting di Rapallo. E anche se questa volta, per impegni di famiglia, io non potrò esserci (ma ci sará l'altro Fermento), sappi che sei da tempo uno dei "casi di successo imprenditoriale" di cui parlo sempre volentieri e che porto in giro per l'Italia e per l'estero quando ci chiamano a parlare di vino & new media...

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Laureato alla Facoltà di Giurisprudenza di Genova nel 2003, ho fatto pratica legale in uno studio per circa 2 anni ma non ho mai provato a dare...

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