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La menopausa dei blogger, di Filippo Ronco

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La menopausa dei blogger

di Filippo Ronco

Questo post per la verità è un commento riciclato solo che da un po' di tempo non si sente parlare d'altro che della crisi dei bloggh-er e in tempo di crisi non si butta via niente. Anche se dal decrepito pulpito di questo giornaletto elettronico d'antan mi piacerebbe estendere ai lettori di TigullioVino sopravvissuti alla falcidia di Facebook le due righe lasciate su Le Pubbliche Relazioni del Vino qualche giorno fa, in risposta ad un post che trattava proprio questo tema. Niente di nuovo intendiamoci, le pause di riflessione sono cicliche, per lo più benigne e passeggere.

Tra i wi-fu writers, ci son quelli che han cominciato ieri ma non gli rende abbastanza, quelli che anno scritto e letto tutto e si son rotti i maroni, quelli che si sono scontrati con la faccia scura di questo mondo che non gli è piaciuta, quelli che hanno bisogno di considerazione e riconoscimento costanti se no non ce la fanno a farcela, quelli che hanno i loro casini personali e familiari che li hanno destabilizzati, quelli che si sentono superati o scalzati dai più giovani, quelli che si sentono troppo giovani per riuscire a scalzare i più vecchi, quelli che pensano a scalzare e quelli che si sentono scalzati, quelli che la passione costa troppo, quelli che non si vive di sola passione, quelli che sono sempre dappertutto e poi crollano, quelli che la necessità di esserci è prima una necessità personale dovuta all’insicurezza che un reale piacere o l’esigenza di un mestiere, quelli che vogliono essere i migliori, quelli che si sentono i peggiori, quelli che misurano e quelli che si senton misurati. Quelli che son fighi dentro e gli sfigati. Quelli che il compromesso mai ma poi scoppiano.

Io so che ci vuole sicuramente una grande passione per scrivere, soprattutto se si intende farlo per molto tempo e se lo si fa senza remunerazione e so che non si può stare, presenti e attivi, in questo mondo per 10 anni di fila senza porsi qualche obiettivo. Se non altro per darsi uno straccio di motivazione dopo aver letto e riletto gli stessi argomenti, ciclicamente, di lustro in lustro per decenni.

Le passioni sono incendiarie ma poi affievoliscono, come gli amori più intensi. Peggio ancora quando le passioni diventano “obblighi”, segnale netto che la misura è colma. Il problema è che di passionari puri ce ne sono pochissimi, quelli che non guardano chi o quanti li leggano intendo, quelli che il narcisismo non sanno cosa sia e scrivono prima e soprattutto per sé stessi (anche se lo stesso atto dello scrivere in pubblico mi pare essere narcisistico per definizione). Gente che ci campa, passionaria o meno, ancora meno.

La mia via è stata quella di apripista su alcune idee e progetti che credo siano innovativi e fino a quando avrò la sensazione di lasciare una traccia che serve a qualcosa o a qualcuno, che mi entusiasma e mi dà soddisfazione, continuerò con gioia a fare quello che sto facendo, certo che non potrà mai essere una sola cosa se non vorrò impiccarmi per noia.

Lo stesso TigullioVino è in piedi per amore (webbarolamente sono nato con lui) e perché è ormai la base su cui costruiamo ogni anno TerroirVino, non perchè sia facile o vantaggioso. Tutt'altro.

La crisi di solito arriva quando diventi (o ti senti) inutile (anche se magari a torto), quando non senti più il calore attorno o il piacere nel fare quello che fai o quando dimentichi il perché lo fai o le motivazioni cambiano. L'editoria online, quella vera, funziona solo in due casi dal punto di vista economico:

1) se si fanno milioni di pagine viste e si riesce a coprire tale traffico con altrettanta pubblicità senza troppi spazi vuoti;

2) se si è talmente autorevoli ed utili per i propri lettori che questi sono disposti a pagare per leggere una quota non simbolica ma sufficiente per sostenere i costi e pagare chi scrive. Si, perchè la qualità dei contenuti, amore dei a parte, è anche proporzionale all'investimento del lettore, pensa te.


Penso e spero che molti degli amici che hanno appeso il cappello lo abbiano fatto solo per un po’ anche perché, lo dico egoisticamente ma nel modo più obiettivo possibile, questo mondo funziona solo se si è in tanti a tirarsi il pistolino (cit.), altrimenti è soltanto uno stolido soliloquio.


[Scusate per la foto, vado di fretta]

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Laureato alla Facoltà di Giurisprudenza di Genova nel 2003, ho fatto pratica legale in uno studio per circa 2 anni ma non ho mai provato a dare...

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