[Disclaimer: il seguente dispaccio tocca argomenti nei quali ho un interesse diretto essendo il titolare di una concessionaria di pubblicità online].
Avete mai notato come gli enti privati o pubblici preposti alla tutela ed alla promozione di eventi, del territorio o del turismo enogastronomico siano spesso assolutamente lontani e sordi rispetto agli strumenti di comunicazione messi a disposizione dalla rete? Fin qui nulla di nuovo, anche se avendo iniziato a vendere pubblicità online ormai da qualche anno, sono rimasto a secco di possibili giustificazioni al "ritardo" che il nostro settore sconta rispetto ad altri paesi.
Inguaribile ottimista, anche nei momenti più bui, sono sempre stato ad un passo dall'essere certo che l'anno che stavo vivendo sarebbe stato senz'altro quello della svolta ma sebbene oggi, online, nel settore enogastronomico si venda pubblciità molto più che in passato e molte micro-aziende dimostrino oggi un livello di attenzione e apprendimento infinitamente maggiore rispetto a solo 5-6 anni fa, non manco di stupirmi dell'atteggiamento apatico e quasi refrattario della maggior parte degli interlocutori istituzionali, privati e pubblici.
Nell'esperienza sul campo, pare evidente una carenza formativa di base di quasi tutti i soggetti che più di altri potrebbero godere dei benefici di un approccio serio e informato alla pubblicità online. Lo stesso tentativo di rivolgersi sempre di più ad enti e istituzioni promotori di eventi o di tutela e promozione di denominazioni, del territorio e del turismo enogastronomico - almeno da parte della concessionaria che dirigo - rispecchia inoltre la profonda convinzione che siano questi i soggetti più appetibili per questo tipo di operazioni, se non altro perché sono quelli che possono avere messaggi più facilmente interessanti per il pubblico.
Tolti coloro che hanno la possibilità - molto pochi - di fare semplicemente brand, credo infatti che i soggetti sopra indicati potrebbero ambire a veicolare quella che mi piace definire come info-pubblicità cioè nient'altro che la vecchia pubblicità visiva, distribuita però in modo intelligente, misurata ovviamente, a persone interessate a quel tipo di servizio, evento o territorio e magari scegliendo anche dove e quando.
Invece niente, i soggetti potenzialmente più appetibili sono paradossalmente quelli più lontani dall'idea di investimento onlin consapevole, spesso le scelte avvengono ancora in base a criteri del tutto avulsi dalla rete e, piuttosto, per far contento tizio o caio, sulla base dell'amicizia, del favore da "ripagare" o di questioni che nulla hanno a che vedere con una pianificazione razionale e pienamente informata.
Spesso si privilegia acora l'ancora non del tutto moribonda carta stampata accontentandosi però delle semplici comunicazioni di "tiratura" comunicate quali unici parametri di stima per un eventuale ipotetico ritorno mai effettivamente definito o misurabile, spesso si esternalizza completamente la gestione del budget - quando un budget c'è - affidandola ad agenzie che magari non hanno una conoscenza diretta del terreno in cui si muovono ma solo dei vari mezzi a disposizione e a volte nemmeno di quelli.
Avete mai visto una vera campagna pubblicitaria di un Consorzio di Tutela, di una Strada del Vino, di una Camera di Commercio o di un altro ente mirata e continuata nel tempo su mezzi idonei online che vada al di là del mordi e fuggi o dell'intervento estemporaneo ? Ne conoscete almeno uno che su internet abbia imposto il proprio nome ed il proprio territorio di riferimento (e sarebbe estremamente facile in questo momento) ? Una strada del Vino, un ente di promozione, niente, il nulla. E non citatemi per cortesia il Consorzio dell'Asti perché rischierei di piangere.
Fortunatamente il proverbio chi la dura la vince è veritiero e non tutto è poi così statico e grigio, qualcuno pare si stia iniziando a svegliare dal profondo torpore nel quale ha versato negli ultimi anni e vorrei quindi concludere queste mie note con un fatto positivo, un esempio di vivacità esplorativa quale è il recente accordo siglato tra VinoClic e la Fiera di Trieste per la promozione di Spirits & Co. in Italia e all'estero e per la quale ho curato la pianificazione sui 60 siti del network che gestisco.
I miei interlocutori - in questo caso giovani - hanno avuto la lungimiranza di ascoltare e provare e in questo momento stanno realizzando l'obiettivo di far conoscere la propria manifestazione in diversi paesi della comunità europea inclusa l'Italia. Attenzione, non diversi paesi a casaccio ma i paesi che loro stessi ci hanno espressamente richiesto, la differenza non è di poco conto.
In questo momento qualcuno in Slovenia sta vedendo un banner della fiera in sloveno mentre lo stesso, nella rispettiva lingua, sta accadendo in numerosi altri stati della comunità europea scelti dall'inserzionista. Questo gingillo, in grado di stupire i più retrò, oggi è prassi insieme a molto altro, basterebbe la voglia di conoscere.
Esiste o no un problema formativo degli enti preposti alla promozione, tanto più quando questi sono enti collegiali volti a tutelare non già interessi di pochi ma di molti ?
Laureato alla Facoltà di Giurisprudenza di Genova nel 2003, ho fatto pratica legale in uno studio per circa 2 anni ma non ho mai provato a dare...
ArchivioOVERTIME FESTIVAL 2020: DEGUSTAZIONI GRATUITE DI VINI AZIENDA NEVIO SCALA
il 03.10.2020 alle 13:04
4 Ristoranti Borghese, domani si va sul Conero
il 13.05.2020 alle 08:28
A cena con il Drago della Focaccia !
il 24.03.2020 alle 22:41
A cena con il Drago della Focaccia !
il 24.03.2020 alle 22:41
A cena con il Drago della Focaccia !
il 20.02.2020 alle 20:41
Inserito da Fabio Ingrosso
il 28 ottobre 2009 alle 11:12