La vendemmia è finita, le fermentazioni anche -o quasi- e ogni garagista che si rispetti è preso dalla irrefrenabile sindrome di Donegaly, detta anche travasite acuta. Lanciamo il post ufficiale sui travasi dove convogliare tutti i nostri dubbi, domande e questioni ancora aperte.
Svinatura
La svinatura è il travaso-punto-zero. E' l'operazione con cui si incomincia a separare il vino dalle sostanze solide. Questi solidi sono le bucce dell'uva nel caso di una fermentazione con macerazione (rosso o bianco poco importa), oppure le fecce più grossolane nel caso di una vinificazione classica in bianco. La svinatura può avvenire a fermentazione conclusa, cioè a zuccheri pari a zero o quasi, oppure quando questi ultimi sono ancora presenti in modo consistente, come succede nel caso dei vini rosati dove la macerazione sulle bucce è brevissima.
Rossi
Solitamente i vini rossi vengono lasciati fermentare sulle bucce fino a esaurimento degli zuccheri. Non è però una regola fissa ma dipende dal prodotto che si vuole fare. Prendiamo come esempio il dolcetto, il ciliegiolo o la croatina. Si tratta di vitigni molto carichi di polifenoli e colore, con poca acidità, con tendenza alla riduzione, considerati a torto o a ragione di solito poco adatti all'invecchiamento e quindi usati per vini da consumare giovani. In questi casi la svinatura è spesso precoce per non appesantirli di una corposità non voluta attraverso la macerazione delle bucce. All'estremo opposti ci sono vitigni molto adatti all'invecchiamento, ma poco ricchi di estratto e colore. E' il caso del nebbiolo e talvolta del sangiovese. In questi casi la macerazione sulle bucce è protratta a lungo anche dopo la fine della fermentazione, a volte per settimane (nel caso di certi bianchi macerati sulle bucce magari in anfore non troppo efficaci dal punto di vista della permeabilità all'aria, siccome le bucce rappresentano anche una protezione contro l'ossidazione, la macerazione è protratta addirittura per mesi).
La svinatura nei vini rossi nel 99% dei casi è un'operazione che si fa all'aria, cercando di incorporare ossigeno utile ai lieviti per completare la fermentazione nel caso serva, e utile alla pulizia dai composti solforati che bene o male accompagnano sempre la fermentazione. Dopo la svinatura il vino deve cominciare a essere protetto dall'aria utilizzando sistemi che consentano però alle fermentazioni secondarie di potere svolgersi; quindi bisogna usare chiusure con gorgogliatori o valvole a sfera. L'olio per questa ragione è poco indicato.
Bianchi
Anche i bianchi possono essere svinati prima della fine della fermentazione alcolica per ragioni specifiche legate al singolo vitigno, al tipo di aromaticità che si cerca o alla voglia di portare un più o meno feccia avanti per l'affinamento. Ad esempio alcuni incominciano la fermentazione in acciaio dove si può controllare bene la temperatura nelle prime e tumultuose fasi, e poi svinano e la fanno terminare nel legno, dove le fecce fini sono funzionali al batonage. Se la fermentazione è finita, il vino bianco deve essere svinato in fretta, dopo 1-2 giorni al massimo per lasciare sedimentare un po' il grosso della feccia; questa operazione sarebbe già da effettuare in protezione dall'aria, a meno di necessità specifiche dovute alla presenza di odori molto sgradevoli, anche se è raro in questa fase. Se invece è ancora in fermentazione un po' di ossigeno può aiutare i lieviti rimasti a finire il lavoro.
Travaso
Rossi
Il primo vero travaso di un vino rosso dovrebbe essere effettuato quando tutte le fermentazioni sono finite. Tra le fermentazioni è compresa la fermentazione malolattica che le fecce portate dopo la svinatura aiutano considerevolmente. Non è però sempre detto che la fermentazione malolattica avvenga sempre o per forza. A volte le fermentazioni si arrestano con i primi freddi e a meno di interventi come riscaldamento e inoculo di batteri selezionati, ed è difficile ripartano prima della primavera. Comunque quando il vino è fermo, un po' decantato e illimpidito naturalmente, si può travasare. Di solito dovrebbero passare un paio di settimane dalla svinatura. Da questo momento in poi però il travaso non segue più una tabella teorica se non come linea guida, ma va effettuato con scopi e finalità precise. A grandi linee:
-Se il vino ha cattivo odore va travasato. Una leggera riduzione può essere normale il certe fasi, ma gli odori sgradevoli vanno affrontati e di solito il travaso risolve il problema. In questi casi il travaso si può fare all'aria.
-Se il vino non ha cattivo odore posso travasare egualmente, magari solo per rifinire una chiarifica. In questo caso è inutile travasare all'aria che porta solo ossigeno da neutralizzare con adeguate dosi di solforosa.
Bianchi
Per i vini bianchi valgono le stesse considerazioni, salvo che in genere i fenomeni di riduzione sono forse più rari, e l'intervento deve essere meno drastico. I bianchi per ovvi motivi tendono a essere travasati di meno e direi quasi sempre protetti dall'aria. A volte se c'è riduzione può essere sufficiente un batonage invece del travaso; una leggera riduzione comunque è sempre meglio di una ossidazione. Per questo solitamente i vini bianchi (normali) subiscono il primo travaso anche dopo 1-2 mesi dalla svinatura.
Per approfondire gli aspetti tecnici legati alla riduzione e quindi alla necessità o meno di un travaso
ci viene in aiuto la Dott.ssa Bartolini a questo link.
Foto di Cantine Barbera.
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Inserito da claudia donegaglia
il 16 ottobre 2014 alle 07:43