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Viaggi enogastronomici

Rosati di Puglia: Conclusione e ... viaggio con Pierferdi (Nona Parte)

di Luigi Bellucci

MappaArticolo georeferenziato

 Rosato è …

 Siamo arrivati alla sintesi di questa “kermesse strepitosa”, come dicevo all’inizio. Infatti non è stata solo una presentazione di vini, ma un susseguirsi di cerimonie festose ovunque siamo passati, talora anche con l’accoglienza involontaria della banda paesana, proprio una festa importante, come la “Kerk messe” (messa in chiesa) e la successiva festa che si svolgeva fuori della chiesa nei paesi fiamminghi medioevali.

Dalle nove di sera nel parco davanti al relais continuano ad arrivare ospiti, saranno almeno trecento e più, alla fine della serata. Passeggiano con un bicchiere di rosato fresco in mano, scelto tra i venti banchi dei produttori sparsi nel parco, sotto gli ulivi illuminati e la piscina frusciante poco lontano.

All’esterno sulla piccola piazzettina davanti all’ingresso, una piccola orchestrina jazz mette brio in corpo ai presenti e lo vedi dall’avanzare a ritmo di musica delle gambe di molte ospiti che si spostano quasi danzando nelle loro vesti lunghe o corte.


Vedi anche: Rosati di Puglia: Una kermesse strepitosa        (Prima Parte)

Vedi anche: Rosati di Puglia: I venti rosati, Anna Ancona e Copertino      (Seconda Parte)

Vedi anche: Rosati di Puglia: Lecce, Cielo e Galatina (Terza Parte)

Vedi anche: Rosati di Puglia: Astore, Palamà e Cavalieri (Quarta Parte)

Vedi anche: Rosati di Puglia: Graziano e Francesco, poi Cellino San Marco (Quinta Parte)

Vedi anche: Rosati di Puglia: Histò, Mater Domini poi a Sandonaci (Sesta Parte)

Vedi anche: Rosati di Puglia: ancora Graziano, i rosati dei nordisti e Le Felline (Settima Parte)

Vedi anche: Rosati di Puglia: Carovigno e Ceglie per grandi gourmet (Ottava Parte)

 


Graziano e la sua “orchestra jazz” hanno preparato sontuose focacce lisce o ripiene e golose pentole di trippa calda. Altri banchi di presidio Slow Food propongono i dolci di Ceglie fatti con le mandorle, i limoni, le uova, le marmellate del territorio, da Giuseppe Allegrini nel forno a legna San Michele.

Intanto nel salone interno Francesco Nacci, Carlo Macchi, Pasquale Porcelli ed Enzo Scivetti, in mezzo alle riproduzioni di Gustav Klimt che coprono le pareti del locale, tirano le fila di questa manifestazione, davanti a un pubblico di produttori, clienti e giornalisti, giunta alla sua diciottesima edizione. Ci spiegano come e perché è nata e prosegue, ma soprattutto come potrebbe crescere e svilupparsi, mettendo insieme gli sforzi di tutti, secondo le rispettive capacità e possibilità.

Puglia, o Puglie, non vuol dire solo Rosato, ma anche ristorazione, grande e piccola, vuol dire tipicità, territorio, vuol dire accoglienza, architettura, grandi vini e produzioni di eccellenza.

Mentre loro parlano vedo Francesco Pezzarossa, giovane ed entusiasta organizzatore dell’evento, che imprime nella memoria del suo i-phone la testimonianza fotografica della serata.

Carlo chiama uno ad uno i giornalisti presenti, iniziando dagli stranieri, affinché testimonino con le loro impressioni, le sensazioni vissute in questi intensi giorni di lavoro e si esprimano sul senso del rosato, sugli sviluppi del vino e di questa manifestazione, sugli aspetti positivi ma anche negativi che hanno riscontrato in modo da gratificare gli sforzi fin qui fatti e spingere a migliorare, laddove ce ne sia bisogno, le sinergie e i confronti con altre realtà vinicole, nazionali ma anche internazionali.

Non sarebbe male un nuovo incontro tra rosati di Puglia e rosati di Provenza, in approfondimento del successo già ottenuto al SIAL 2010 di Parigi. Ma stavolta in Puglia, magari con verticali e anche con assaggi alla cieca di vini pronti, e non appena imbottigliati, insomma giocando col meglio a disposizione e nelle migliori condizioni di allenamento e preparazione, per dirla in gergo sportivo.

Altro punto importante, a mio parere, per il successo del rosato, e non solo, sarebbe la capacità e la volontà di unire gli sforzi per promuovere tutti insieme, produttori e autorità di Puglia, i vini e le cose buone del territorio, usufruendo congiuntamente delle risorse europee che possono anche essere assai sostanziose, con risultati ben oltre le aspettative dei singoli. Per fare questo bisogna he ciascuno sia capace di abbandonare i propri egoismi e impari a ragionare con l’occhio del vantaggio della categoria.

Sono quasi le undici quando la discussione finisce e si può tornare sul prato per riascoltare l’orchestrina jazz e assaggiare finalmente la trippa di Graziano.

Giriamo tra i tavoli, ma ormai sono tutti occupati e non è stato riservato un tavolo ai giornalisti.

Siccome è l’ultima sera insieme, non ci va di sparpagliarci tra i tavoli e unirci agli altri ospiti, cosa che in altra occasione sarebbe stata piacevole e avrebbe fornito un ulteriore motivo di riflessione sulla realtà socio economica di questa splendida regione. Ma stasera no.

Allora chiediamo a Francesco la cortesia di preparare un tavolo all’interno e così si fa, aumentando purtroppo il lavoro per il personale, sempre attento e cortese, anche nelle circostanze più impegnative.

Una ad una arrivano le delizie di Graziano, le torte ripiene, la trippa, i risotti, le carni, i pesci, la frutta e i dolci, tutto con professionalità e tanta pazienza dei camerieri.

Una serata ancora una volta piena e fitta di ricordi e di incontri con personaggi vecchi e nuovi, testimoni di alacrità e produttività, di amore per il territorio e per il proprio lavoro.

Si torna a letto che è già arrivato il primo di agosto.

 Lunedi 1° agosto 2011

 Partenze

 Alla mattina partono gli ultimi, ormai posso chiamarli così, amici. Verso la Toscana, verso l’Alto Adige, verso il Veneto. Il nostro aereo è l’ultimo e parte alle diciotto da Brindisi, perciò fino alle quattro dobbiamo aspettare.

L’ultima sosta in piscina tra le dieci e l’una. L’ultimo sole. Molto rilassante, leggendo “Un filo d’olio” che racconta la giovinezza in Sicilia di Simonetta Agnello Hornby, la villeggiatura estiva a Mosè.

Attorno alla piscina solo noi e una decina di ragazzi e ragazze, una famigliola siciliana con la nonna e il nipotino. Il sole che filtra tra i rami degli ulivi e una brezza leggera tonificante.

 Grigliata a La Fontanina

 All’una ci sediamo ai tavolini esterni per un pranzetto delizioso, con un’ottima grigliata di pesce e verdure fresche, melanzane e peperoni cotti alla griglia. Il cameriere è gentilissimo, è lo stesso che al mattino ci ha servito le colazioni. Non gli ho mai chiesto come si chiama. È quasi timido e vuole sempre essere sicuro di quello che fa. Spesso gli comandano altre mansioni quando rientra e allora hai l’impressione che sia lento nel servizio, ma poverino, lui fa quello che può.

Terminiamo il pranzo con un bicchiere di buon vino bianco per Gabri e di Primitivo per me e due fette di anguria, rossa e profumata.

Chiedo di Francesco per l’ultimo saluto e ringraziamento e lo trovo a pranzo con la sua grande famiglia in fondo alla terrazza sul piazzale vicino al giardino. Ho un po’ di magone.

Come ce l’ho anche quando saluto Graziano, prima di salire sul mezzo che ci porterà all’aeroporto.

Ancora un’occhiata ai giornali e alle quattro arriva la Mercedes nuova di zecca che ci accompagna all’aeroporto lungo la superstrada per Brindisi con l’ultima occhiata agli uliveti centenari, alle vigne e ai boschetti di macchia mediterranea e ai canneti e agli oleandri bianchi, rosa e rossi lungo il tragitto.

Nella mente si accavallano sensazioni, emozioni, ricordi che sembrano vecchi di mesi o di anni, ma che in realtà sai di avere appena vissuto, in un affastellarsi di sapori e di colori e di luci che è quasi impossibile descrivere. Tornano davanti agli occhi i personaggi, le spiagge, la banda, il Susumaniello, certi Primitivo, l’olio di Cellina, i biscotti di Ceglie e tutto quello che avete già letto sopra.

 È finita … con Pierferdi

 Arriviamo in orario all’aeroporto di Brindisi. Dopo il check-in ci sediamo al gate 7 dove è previsto l’imbarco per Roma e, dopo un quarto d’ora di sosta seduto vicino a Gabri, mi alzo e faccio due passi nello spaccio lì vicino, incuriosito dalle proposte di olio pugliese.

Sento una voce familiare che parla con la cassiera, tre metri alle mie spalle. Mi giro e vedo il Pierferdi, quello della Littizzetto, in carne e ossa. Allora esiste! Sta comperando qualcosa, parla con il solito tono medio alto che usa quando lo intervistano in televisione ed evidentemente anche lui viene a Roma. Esco dallo spaccio e siccome vicino a Gabri si è seduta un’altra signora dall’aria stanca, mi cerco un altro posto dietro una colonna. Una poltrona vuota alla mia destra e un muscoloso e abbronzatissimo body builder nella poltrona successiva. Appoggio la testa alla colonna e chiudo gli occhi per respirare profondamente ed ecco che avverto un nuovo ospite nella poltrona vuota. Sento che entra in conversazione con il muscoloso, mi giro e riecco il Pierferdi che parla al cellulare con la sua segretaria di un certo pezzo da far uscire alla stampa, ma prima che gli mandi le bozze. Poi si gira verso il muscolone e gli chiede cosa fa e dove va.

M. "Faccio body building e vado a Las Vegas per i campionati mondiali".

P. "Ma la lotta è pericolosa? Ti puoi fare male?"

M. "Ma no, quello è il wrestling. Noi facciamo solo esibizione muscolare".

P. "E che cosa mangi per avere questo fisico?"

M. "Mangio molte noccioline e grassi vegetali e uova e zabaioni, ma anche tanta frutta e solo nei due mesi prima della gara".

P. "Ma non usate altre sostanze?"

M. "No, solo una dieta molto particolare, adatta al nostro fisico".

Per fortuna mi squilla il cellulare e allora mi alzo e quando ho finito di parlare al mio posto si è seduta una signora con un cagnolino e lascio il Pierferdi con il suo muscolone.

Non li vedrò più nel viaggio per Roma né all’arrivo, anche perché noi siamo nelle ultime file dell’aereo. Arriviamo in orario, per fortuna e dopo un’ora ripartiamo con il volo successivo. Con un sincronismo eccezionale anche al secondo aeroporto, tra arrivo del volo e trasporti urbani per il centro, alle dieci e trenta entriamo in casa, stanchi ma soddisfatti per il bel viaggio e la testa (e il corpo) ancora immersi nella Puglia e nel Salento.

Foto Credit: Gabriella Repetto

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Sono nato in una torre malatestiana del 1350 sulle primissime colline del Montefeltro romagnolo, massi rotolati fino all'Adriatico...

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