In un pomeriggio di luglio ci siamo riuniti a Ca’ Mimia, sulle dolci colline di Tagliolo Monferrato per assaggiare la produzione recente di un gruppo di produttori di Dolcetto. Quasi un numero Zero di "Vinix Live!", la nuova iniziativa che Filippo Ronco sta per lanciare sul suo social network. Ovviamente c’è anche Tomaso Armento di Cascina Tollu, che fa sempre moltissimo per provare strade nuove. Nove le Aziende, quattordici i vini nei bicchieri e nove anche gli assaggiatori chiamati a questa anteprima. Una vera degustazione alla cieca, con campioni assolutamente anonimi e con rivelazione finale delle etichette e delle annate. Un confronto interessante per capire che ancora una volta la qualità del territorio migliora, che la classica “puzzetta tipica del dolcetto” come si diceva una volta, non esiste più finalmente, ma che ci sono vini puliti e profumati, chi più, chi meno, vini che raccontano un territorio e non solo tecnologie, vini che stanno cominciando a crescere e a camminare da soli. La serata è piacevole e si conclude con commenti sparsi e con assaggi di piatti tipici preparati dai produttori che quasi tutti ormai, gestiscono piccole aziende agrituristiche.
Venerdì 24 luglio 2009.
Ca’ Mimia
Faccio il viaggio da Genova fino ad Ovada in compagnia di Rosario. La strada è trafficata dai rientri del venerdì pomeriggio e dai vacanzieri padani che si spostano verso la riviera di ponente, ma per fortuna loro sono dalla parte opposta, in discesa e creeranno problemi tra le sei e le nove per il ritorno. Noi viaggiamo bene e arriviamo alle cinque in punto nel parcheggio di Ca’ Mimia, a un paio di chilometri dal casello di Ovada.
Gli altri sono arrivati praticamente tutti e stanno preparando il tavolo della degustazione, con i vini già versati nei bicchieri numerati da uno a quattordici. Dall’aia della cascina si ha una vista molto dolce sulle colline ovadesi verso Lerma e il suo castello, leggermente spostato sulla destra.
Attorno alla casa le vigne nuove di dolcetto stanno lentamente gonfiando i grappoli degli umori di luglio e gli acini sono ancora verdi.
Immancabile su un tavolino sotto il portico, il salame da affettare con il coltello a lama lunga posato lì vicino, un filone di pane già avviato e una bottiglia di dolcetto già aperta con alcuni bicchieri puliti. Il caldo del pomeriggio mi fa optare per un bel bicchiere di acqua fresca, che per dissetarsi è l’ideale. Lasciamo pane, vino e salame per la fine della degustazione.
Rivedo con piacere Orietta, già compagna di viaggi e di degustazioni in quel di Acqui con gli altri amici che ormai da una decina d’anni non vedo più. Anche Carla è già arrivata, abbronzata ed estroversa e si parla di dolcetto e di Barbera e di Nebbiolo e dei vini che lei con Pietro tira su dalle sue vigne impervie e dure da coltivare e ricordiamo insieme la vendemmia di un paio d’anni fa.
Un grande tavolo quadrato in una stanza a pian terreno con 140 bicchieri che contengono i vini dei quattordici campioni da assaggiare diventa una sorgente aromatica di sentori floreali e fruttati che li senti ancora prima di entrare a prendere posto ed è davvero piacevole accomodarsi con una sensazione di trovarsi dentro una nube invisibile di fragranze odorose.
La degustazione
Prima di iniziare gli assaggi Tomaso ci informa che si tratta di 14 esemplari di Dolcetto provenienti da nove produttori diversi. Non c’è un ordine da seguire e ognuno può regolarsi come meglio crede.
Alla fine ci dirà i nomi dei vini e dei produttori, svelando una per una le bottiglie da cui sono stati versati e chiedendo a ciascuno degli assaggiatori un giudizio critico conciso e sintetico per capire e valutare se il lavoro che ciascun produttore sta cercando di fare si sviluppa secondo le intenzioni di ognuno.
Nella tabella che segue riporto i numeri dei vini assaggiati, il punteggio da me assegnato, in ventesimi, il nome del produttore svelato alla fine e il numero complessivo di bottiglie prodotte da ciascuno di loro nell’anno, di cui il vino assaggiato è una frazione. Per ultimo il tipo di vino assaggiato, con l’indicazione dell’anno di produzione e della gradazione alcolica, quando presente l’etichetta.
Numero Punti Produttore Bottiglie Vino
1 14 La Voltignana 20.000 Dolcetto DOC 2007 13,5°
2 13 La Voltignana Dolcetto DOC 2008 campione da Vasca
3 16 Cascina Tollu 15.000 Dolcetto DOC 2007 13,5°
4 14 Cascina Tollu Dolcetto DOC 2008 campione da vasca
5 12 Ca’ Mimia 8.000 Dolcetto 2008 campione da vasca
6 14 Ca’ Mimia Dolcetto 2008
7 13 Vecchio Piemonte srl 18.000 Dolcetto DOC 2007 12,5°
8 13 Murchio Manuela 20.000 Dolcetto DOC 2008 campione da Vasca
9 n.c. La Giacometta 20.000 Dolcetto DOC 2006 14°
10 12 Cascina Boccaccio 10.000 Dolcetto DOC 2008 13°
11 16 Carla e Pietro 5.000 Dolcetto 2007 campione da Vasca
12 15 Carla e Pietro Dolcetto 2006 16,5°
13 15 Bacchetti 5.000 Dolcetto 2008 campione da Vasca
14 13 Bacchetti Dolcetto DOC 2007 13,5°
In sintesi, a parte un campione ritenuto non classificabile per evidenti difetti olfattivi, tutti gli altri si sono dimostrati di qualità dal livello discreto al livello buono e molto buono. La maggior parte dei produttori presenti propone i propri vini agli ospiti dell’agriturismo e qualcuno tenta la distribuzione verso la ristorazione locale o la piccola distribuzione in enoteche o comunque locali del territorio.
La produzione complessiva di tutti i produttori presenti supera di poco le 120.000 bottiglie annue e almeno un terzo di essi sono ancora a livello quasi amatoriale.
Nonostante questo almeno quattro vini potevano essere considerati degni di partecipare a un concorso e per altri tre basta ancora un piccolo passo avanti per essere a posto. Gli aspetti meno positivi, laddove presenti, si possono riassumere in un sentore fruttato ancora troppo spinto verso il vegetale, con una gradevolezza olfattiva minima e un lieve disequilibrio complessivo. Un paio di campioni presentano un livello di amaro in retrogusto troppo elevato e troppo persistente.
La cena sull’aia
Si finisce che sono da poco passate le sette. Qualcuno deve già partire e si fa accompagnare al treno alla stazione di Ovada oppure riprende la macchina per evitare le code del rientro.
Altre amiche sono invece arrivate per passare la serata insieme.
Su un tavolo a parte si fa spazio per le pentole e le padelle da cui servirsi.
Lascio stare la pizza che mi attira ma mi riempirebbe troppo e siccome mi piace assaggiare un po’ di tutto inizio con una ciotola di minestrone alla ligure, appena appena tiepido e davvero eccellente, con tanta verdura, legumi diversi e pasta fatta a mano, molto denso e saporito, anche per la nota di pesto che lo caratterizza.
Proseguo con un assaggio di frittate diverse, di torta di bietole e di cipolle, e ancora un po’ di insalata e pomodori con l’olio di oliva extravergine dalla credenza in cucina, di quello buono.
Non posso fare a meno di provare una sottile fettina di un formaggio tipo canestraio da latte di capra e pecora portato da Tomaso, davvero ottimo, stagionato al punto giusto e accompagnato da un bicchiere del suo Cascina Tollu Dolcetto DOC 2007.
Per finire una fetta di “pateca” come la chiamiamo a Genova, dal francese “pateque”, di un bel rosso fuoco e fresca di cantina. La frutta in campagna ha sempre un sapore diverso, più vero, più buono. Evidentemente fa sinergia con i profumi che sono nell’aria e con quelli che lei stessa non ha ancora perso nei viaggi verso i mercati di città.
Mentre si chiacchiera sulla giornata seduti sulle sdraio sotto il portico godendosi il primo fresco della sera con i rosa e i viola del tramonto viene servito un inatteso e gradevole tiramisù fatto in casa, che scende pian piano in gola per esprimere il meglio di sé al palato e alle papille. Assaporando lentamente ogni cucchiaiata si riesce a percepire il dolce amaro del caffé, la dolcezza della crema e la delicatezza del cacao che aumenta le endorfine. Da bere solo il caffé finale, in questo caso senza aggiunta di zucchero, in modo che possa pulire bene il velo di grasso che l’ultima cucchiaiata di crema ha lasciato sulla lingua e sul palato.
Ormai il sole è tramontato ed è ora di rientrare. Mi associo in macchina a Gabriella e alla sua amica, perché Rosario è dovuto partire in anticipo, rinunciando alla godibilissima cena.
Sopra Voltri i cartelli segnalatori indicano ancora code verso il bivio per il ponente ma quando siamo al punto cruciale la strada per fortuna è già libera e in una mezz’oretta arriviamo a casa.
Foto Credit: Sito Cascina Ca' Mimia
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Inserito da Tomaso Armento
il 31 agosto 2009 alle 09:17mi hai fatto ricordare il turbinio che ha caratterizzato l'organizzazione di quella giornata....che ricordo ancora con piacere!
Relativamente alla "classifica" invece mi sa che mi beccherò una tirata d'orecchie dai presenti, dato che avevo anticipato che non sarebbe stata fatta una classifica, purtroppo non conoscevo il contenuto dell'articolo prima della sua pubblicazione.
Una curiosità, come hai avuto i dati delle aziende (bottiglie prodotte)?
Alla prossima!
Ciao,
Tomaso