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Viaggi enogastronomici

A Volta Mantovana per passiti

di Luigi Bellucci

MappaArticolo georeferenziato

In occasione della Mostra Nazionale dei vini passiti e da meditazione che ogni anno si tiene a Volta Mantovana, nel grandioso Palazzo Gonzaga, abbiamo visitato l'albergo ristorante Villa Boselli (Volta Mantovana - Via Boselli 10 - Tel. 0376.83312). Non solo albergo e ristorante ma anche una bella pizzeria, in questa chicca della campagna lombarda tra Goito e il Lago di Garda, a due passi da Borghetto di Valeggio sul Mincio, un posto incantevole che vale la pena conoscere.


Domenica 29 Aprile 2007

Arriviamo nel primo pomeriggio dalla SS10. la lasciamo quattro chilometri dopo Bozzolo e prendiamo la Via Postumia, un rettilineo di quasi venti chilometri, in piena pianura padana, da sud ovest a nord est. Appena entrati in Volta Mantovana andiamo verso il centro del paese e già si vedono i cartelli bianchi che indicano Villa Boselli Km. 1,200. Ci avviciniamo passando nella piazza sotto il castello Gonzaga, dalle solide mura cinquecentesche e proseguiamo sempre dritti per altri sette - ottocento metri fino ad imboccare, sulla destra, Via Boselli, una vecchia strada con l'acciottolato ancora in pietra e a metà della via l'ingresso al ristorante.


Come nei luoghi manzoniani

Si parcheggia entro il recinto e si entra poi a piedi dalla vecchia porta di legno che introduce in un ampio cortile interno di antica casa lombarda, rimasta tale e quale come doveva essere ancora nel 1700. Ogni particolare è al suo posto. L'erba orna le porte ad arco, senza ciuffi in esubero, i muri a macchie rosa e gialle e arancio indicano un tempo che è passato, ma non degrado.

Oggi c'è un matrimonio e la festa si sente dall'interno dei locali della zona ristorante. Un paio di ospiti si stanno rilassando seduti sugli scalini esterni del prato fumandosi una sigaretta e la brezza pomeridiana solleva le gonne leggere di lei mostrando la coscia bianca sotto il vestito. Il proprietario, appena uscito dalle cucine ancora con il cappello da chef in testa, ci accompagna al secondo piano della villa, di fronte al ristorante, nella nostra camera. Oggi è domenica e l'impegno della sala per il matrimonio ha distolto le risorse dall'albergo.
Saliamo le antiche scale in pietra, consumate dal tempo e dal via vai degli ospiti della casa respirando un'aria di rispetto e quasi venerazione per questo posto degno di un grande poeta.

La stanza è chiusa da una porta di legno con chiave metallica, come quelle che tutti avevamo da bambini e all'interno è grande, spaziosa, pulita. Per terra cotto rossiccio a piastrelle quadrate, pareti dipinte a stucco in tinta rosa antico, mobili in legno, caldi e semplici, bagno enorme, lindo e profumato. Le finestre danno sul cortile di fronte e sulla strada in acciottolato. Sento le voci di due viandanti per strada e rivivo una scena manzoniana, luoghi e persone e situazioni sono le stesse, manca solo il rumore delle ruote delle carrozze sul selciato.


La degustazione guidata dei vini passiti

Usciamo nelle strade del paese e torniamo verso Palazzo Gonzaga. All'arrivo nel paese ci eravamo passati davanti in macchina. Ora ci torniamo a piedi godendoci la pace delle stradine e la giornata di festa. Si entra nelle mura del palazzo da una porta in mattoni e blocchi di granito. Si oltrepassano un paio di cortili degradanti e finalmente si entra all'interno del palazzo. In una delle salette interne al secondo piano, cui si arriva passando tra corridoi e scalette più o meno nascoste, si tiene una degustazione guidata di vini passiti.

Sono solo tre le etichette:

Il primo è un Monastero, Passito bianco del Veneto IGT, 2002 dell'azienda agricola Monte del Fra, di Sommacampagna, di 14° dal lotto L0108. Il colore è giallo paglierino lieve, con note ambrate appena accennate. Al naso si avvertono sentori netti di mela matura, con lievi note di ananas e pera. In bocca ha una buona acidità che gli conferisce una certa freschezza, è armonico, fine ed elegante. Il residuo zuccherino è evidente e lascia un retrogusto di mela e mandorla fresca.

Il secondo è un Oro di Moroder, prodotto a Montacuto (AN), di 19°. Il colore è giallo ambrato brillante. Al naso si avvertono sentori di miele di castagno e di frutta bianca matura con lievi note di fiori di sambuco. In bocca ha una bassa acidità con un corpo lieve e ancora evidenti tannini che lasciano netto il retrogusto leggermente amaro del miele di castagno.

Infine il terzo è il Morsi di Luce, IGT Zibibbo 2003 di Florio, di 15,5° dal lotto L1/04. Il colore è giallo oro vivo e luminoso. Il naso è pulito, fine equilibrato e armonico. Il muffato è caratterizzato da sentori di miele e di fungo. In bocca ha una acidità decisa e una buona struttura con un residuo zuccherino piuttosto elevato, ma non stucchevole. Il retrogusto è ampio e spazia dalla mela alla pesca bianca, con leggere sensazioni di zagara e mandorla.

Alla fine della degustazione guidata un giro di ricognizione veloce tra gli stands degli espositori, alcuni all'interno del Palazzo, altri nel cortile esterno, sotto il tendone centrale o sotto le volte di pietra e mattone. Rientriamo verso l'albergo passando dietro a Palazzo Gonzaga, lungo la stradina leggermente in discesa che circonda le antiche mura e riconduce al centro del paese.


La pizzeria di Villa Boselli

Decidiamo di cenare in pizzeria.
Ci apparecchiano velocemente un tavolo per due in una piazzola nel cortile interno, di fronte al ristorante. La carta mi stupisce piacevolmente, per chiarezza e completezza dell'offerta. Interessante già l'aperitivo a cui accompagnare bruschette, spiedini e stuzzichini. Nella pagina "Dalla cucina" potete scegliere tra un'ampia scelta di salumi e insalatone. Tradizionali i primi, dai capunsei al burro fuso o con un profumato ragù di sogliola, ai tortelli di zucca, ai garganelli con porcini ai formaggi tartufati, dai ravioli all'anitra alle tagliatelle gamberi e zucchine, e poi tagliolini e spaghetti alle vongole,, allo scoglio, ai crostacei.

Tra i secondi di pesce ottime le seppie alla piastra e il piatto marino. Ben fatto anche il pesce alla griglia, branzino o rombo o gamberi. Buoni il fritto misto, il carpaccio di mare e le ostriche, se sono disponibili. La carne è proposta in carpaccio, oppure alla griglia. Per chi non ama queste soluzioni può ripiegare sulla scaloppina o la milanese o la tagliata. Tra i formaggi buoni abbinamenti di pecorino e miele, oppure del taleggio con la confettura di ciliegie o ancora le punte di grana con la mostarda di fichi. I dolci sono abbastanza tradizionali ma confezionati con cura e mai banali. Noi ci siamo limitati alla fetta di ananas e al tortino al cioccolato fondente, caldo e con crema al cioccolato di guarnizione. Invitanti i sorbetti al limone e al caffé.

La parte più interessante è però la cantina. Ricordatevi che siete in una pizzeria, ma avete un'offerta di qualità e quantità che difficilmente potete trovare in un ottimo ristorante. Qui potete scegliere tra quindici vini offerti sia in bottiglia (da 10 a 42 euro), sia a bicchiere (da 2 a 6,5 euro).


I vini

Ogni vino è accompagnato da almeno tre righe fitte di descrizione, invitante e ben fatta, e dall'indicazione dei due prezzi. Questi i vini proposti:

Prosecco di Valdobbiadene extra dry doc "la Tordera".
Faìve Rosè brut "Nino Franco".
Franciacorta brut Saten docg "Monterossa".
Champagne Duval Lroy brut Non Vintage
Roero Arneis doc Malvirà.
San Vincenzo Anselmi
Paroni Garganega doc "La Prendina".
Demesse vecchie Lugana Superiore doc 2002 "Olivini".
Alto Adige Gewurztraminer doc H.Lun.
Tenute di Altavilla Fiano di Avellino docg "Villa Matilde".
Cabernet igt Venezia Giulia "Volpe Pasini".
Loghino Dante Lambrusco mantovano doc "Cantina Virgili".
Chianti docg "Fattoria di Petrognano".
Le Difese - Toscana igt "Tenute San Guido".
Bric del Fiasc Barolo docg 1998 "Paolo Scavino".
Per gli amanti della pizza la scelta è tra una cinquantina di proposte, ben cotte e guarnite, profumate di legna e di dimensioni extra large.


Le birre

Se, invece del vino, volete abbinare alla pizza una birra, vi propongono tre birre alla spina: Veltins Lager (tedesca), Guinness (irlandese), Abbaye de Bonne Espérance (belga), descritte dettagliatamente in carta per far capire le differenze, e di gusto e di fabbricazione.
Oppure potete scegliere nella ricca selezione di birre artigianali (ben 21 proposte, dai 2,5 euro dei 25 cl ai 9 - 11 euro delle bottiglie da tre quarti):
Lindemans framboise, Lindeman pecheresse da Vlezenbeek (Belgio).
Cittavecchia la Chiara, Cittavecchia la Weizen, Cittavecchia la Rossa da Sgonico (Trieste)
Erdinger Weissbier da Monaco (Germania).
Kapuziner Hefe Weizen daKlumbach (Germania)
Baladin Wayan, Baladin Nora, Baladin Elixir da Piozzo (Piemonte).
Saison Dupont da Tourpes (Belgio).
Poperings Hommel Bier da Watou (Belgio).
St Feuillen da Le Roeulx (Belgio).
La Chouffe, Big Chouffe, Mc Chouffe, N'ice Chouffe da Achouffe (Belgio).
Cittavecchia Formidabile da Sgonico (Trieste)
Biere des Ours da Binche (Belgio).
Duvel da Breendonk (Belgio).
Chimay tappo blu da Hainaut (Belgio).
Gulden Draak da Ertwelde (Belgio).

Quanto vi costa una cena qui? Se vi limitate a una pizza, un dessert e una birra ve la cavate con 15-20 euro. Se volete una cena con aperitivo e stuzzichini, primo, secondo e dolce o formaggio siete su 25-28 euro più i vini. Il servizio è veloce e professionale, anche se i commensali sono numerosi. La qualità dei cibi è di buon livello e le porzioni adeguate all'appetito sfacciato.

Una curiosità personale. Con il secondo ho chiesto alla cameriera un paio di fette di pane. Poiché era finito (quelli del matrimonio … ) mi sono visto portare un cesto di triangolini di piada ancora calda e croccante e ben salata in superficie, con le piccole bolle a cupoletta dovute ai lieviti, marroni per la cottura a legna, preparata in due minuti due, nel forno della pizza. Solo questa valeva tutta la cena.


Lunedì 30 Aprile 2007
Gonzaga e Passiti

Oggi visitiamo ancora la fiera dei vini passiti. Nel palazzo Gonzaga, all'interno del palazzo e nei cortili esterni si tiene questa fiera con decine di espositori da tutta Italia e qualcuno anche dall'estero. La gente si accalca presso i diversi stands, ad assaggiare non solo vini dolci ma anche olio, salumi, formaggi e prodotti da forno.
Nelle sale superiori del palazzo Gonzaga sono state predisposte altre degustazioni a prenotazione, guidate da un sommelier professionista, e poi mostre ed esposizioni di tutte le etichette presenti, suddivise per regione.

Al piano terra sono distribuiti tutti gli espositori con i loro prodotti e la gente passa da uno stand ad un altro secondo il proprio gusto e le curiosità del momento.
Una fontanella consente di rinfrescarsi un po' tra un assaggio e l'altro e qualcuno si toglie le scarpe e posa i piedi stanchi sull'erba fresca del prato vicino al tendone centrale.

È curioso come queste esposizioni mettano sempre tutti di buon umore … sarà l'effetto del vino, che fa tanto amicizia e accomuna tutti piacevolmente attorno a qualsiasi tavolo con delizie e cose buone! Bellissima l'esposizione delle varie etichette presenti, nella sala al piano superiore, tutte ordinate attorno al muro perimetrale di una grande sala con finestroni bassi che danno sui cortili esterni del Palazzo.

Sono ordinate per Regione e si vedono nomi importanti, come il Ben Rye e il Kabir di Donnafugata o il Morsi di Luce e il Terre Arse di Florio dalla Sicilia. Più avanti dall'Umbria il Sagrantino di Montefalco Passito di Casale Triocco e quello di Scacciadiavoli, oppure dalla Toscana il Vin Santo di Carmignano Doc della Tenuta di Capezzagna e ancora il Carpe diem di Spalletti dalla Romagna, e poi dal Friuli Ramandolo e Verduzzo, l'Amarone dal Veneto, il Rosso del Ciano e il Mantopass dalle terre sul Mincio, da uve stramature, il Monterosso e il Cerreto dal Mantovano, il Cinqueterre Sciacchetrà di De Battè dalle terre liguri sopra il mare di La Spezia da Riomaggiore, il Lughente di Giogantinu dalla Sardegna, il Chaudelune vin de glace dalla Val d'Aosta e ancora, e ancora da quasi tutte le regioni d'Italia. La fanno da padrone comunque quelli della Lombardia, che rappresentano tutte le loro nove Strade dei Vini e dei Sapori, non solo con i vini ma anche con salumi, biscotti, oli e altri bei prodotti del territorio.


Il pranzo al ristorante di Villa Boselli

La sala ristorante è elegante e ampia. Siamo una quindicina a tavola e festeggiamo un incontro tra amici che si erano lasciati da più di trent'anni. All'inizio i ricordi sono labili ma poi pian piano le immagini si fanno più nitide, le fisionomie riprendono il loro posto e riemergono dalla memoria episodi dimenticati e curiosi.
Festeggiamo il nostro incontro con un pranzo che inizia con un Timballo di salmone e piovra arricchito con olive nere e mais e poi una frittatine ai frutti di mare, accompagnati da uno Chardonnay del Garda DOC della vendemmia 2006 di 13°, la Marogna, Sottomonte, da uve biologiche.
A seguire Capunsei (tipici di Volta Mantovana e di Castellaro) alla Portofino (il cuoco è di origine ligure) e Garganelli mare e monti.
Si continua con uno spezzatino di pesce spada alla Trinacria e si chiude con una sbrisolona bagnata con del vino dolce Samos, Vin doux di 15°, appellation d'origine Samos Controlèe.
Infine uno Spumante Monte Rossa Franciacorta, Prima Cuvèe brut di 12° dal lotto L0933, da Bornato (BS).
Alla fine del pranzo le classiche foto di rito e i saluti con l'idea di rivedersi al più presto, magari non dopo altri 30 anni.


Un angolo di Paradiso sul Mincio

A pochi chilometri da Volta ci fermiamo con Piergiorgio a Borghetto di Valeggio sul Mincio, un piccolo borgo con un ponte antico, case ammucchiate attorno al fiume che deve essere stato importante fonte di cibo per popolazioni povere e volenterose di lavorare. Bellissima la Chiesa di San Marco e il quadro della Vergine col Bambino nel primo altare a sinistra. Un quadro luminoso, mistico, che suscita mitezza e sottomissione. Il manto è verde scuro e rosso e il bambino tiene nella mano sinistra un frutto rosso mentre con la destra dà la benedizione. In alto due angeli bambini sorreggono la corona. La madonna e il bambino sono seduti davanti a una nicchia.

All'esterno è pieno di famiglie, ragazzi, carrozzine con bimbi piccoli, gelaterie assalite da golosi e un bel parco con cigni e alberi secolari. Bellissima la metasequoia o abete acquatico nel giardino sulla riva del Mincio. Un tabellone ai piedi della pianta ci racconta che la specie metasequoia esisteva sulla terra nell'Eocene ma nel Miocene risultava scomparsa ed era creduta ormai estinta. Nel secolo scorso, negli anni '40, il botanico cinese Tsang Wang trovò piante di questa specie in una vallata della regione di Szechwan.
Qui a Borghetto è stata messa a dimora il 17 Febbraio 1974 e cresce rigogliosa perché ama i terreni umidi e gli acquitrini. Alcuni esemplari cinesi raggiungono anche i cinquanta metri di altezza. A natale la Comunità di Valeggio sul Mincio trasforma quest'albero in un gigantesco albero di natale addobbandolo con 6000 lampadine, che creano una suggestiva luce notturna in tutta la vallata.

Rientriamo sereni verso casa che è ancora giorno e con la gioia di avere ritrovato vecchi amici in un ambiente piacevole assaporando prodotti naturali ben fatti, in luoghi pieni di storia e di fascino antico. Ci resta nel cuore il ricordo di queste terre che sembrano uscite dalle pagine dei Promessi Sposi.

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Sono nato in una torre malatestiana del 1350 sulle primissime colline del Montefeltro romagnolo, massi rotolati fino all'Adriatico...

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