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Coronata

di Luigi Bellucci

MappaArticolo georeferenziato

Un raduno conviviale tra amici in un luogo magico per la storia e la cultura vinicola … e non solo, di Genova. Coronata rappresenta una doc genovese e si prevede un'espansione di queste vigne così parche e generose nello stesso tempo. Domenico Barisone rappresenta e incarna questa doc per i tanti lustri di vita che le ha dedicato


Venerdì 20 Aprile 2007

Ormai è diventato un classico il raduno di primavera su queste antiche colline sopra Cornigliano, da Domenico. Domenico Barisone non è solo il Presidente della Cooperativa viticoltori di Coronata e della Val Polcevera, ma è l'incarnazione di questa antica e gloriosa cooperativa. Da lustri di lustri qui, sulle colline di Genova esposte al sole di levante, i soci di questa cooperativa curano la vite e producono una delle chicche della produzione vinicola della provincia di Genova. Per arrivarci si imbocca, dall'inizio di Cornigliano, da Piazza Massena, la salita per Coronata. Quando siete quasi in cima, quando vedete cento metri davanti a voi i muri grigi della fiancata della chiesa, prendete la strada sulla vostra destra. È via Monte Guano e al numero 1A c'è la sede della Cooperativa.

Stasera siamo una quindicina, specialisti del vino, assaggiatori, produttori di vini e di grappe e di pesto e di dolci strepitosi, gente di teatro, gente dello spettacolo, tutti veri amici. La comitiva è di quelle che fanno festa e si divertono in allegria e godono del solo fatto di stare insieme a dire ognuno la sua. Se poi, come stasera, ci sono un sacco di cose buone da assaggiare mentre si chiacchiera è proprio una grande gioia.

In cucina il fuoco soffia vigoroso sul fondo della pentola e l'acqua salata aumenta di temperatura. Ai cento gradi cominciano le prime bollicine, che si fanno sempre più grosse fino a increspare la superficie come il mare quando è in tempesta e sale il vapore nell'aria fresca della sera. Quando le bolle sono vigorose e fanno uscire le gocce d'acqua dalla pentola allora si possono buttare a cuocere un paio di chili di trenette, che saranno condite da un'abbondante dose di pesto.

Intanto che Virgilio e Gianni curano la cottura della pasta, in sala gli altri finiscono di sistemare e prendono posto attorno a una lunga tavolata bianca con al centro il biscione delle basane (le fave fresche appena colte da Barisone nel suo campo), un lungo boa verde e nero che si distende per tutto il tavolo e sul dorso del boa si adagiano il vassoio del salame, quello di Parodi, di Sant'Olcese, il piatto delle fette di formaggio sardo fresco e il piatto delle mozzarelline fresche appena arrivate da Napoli.

Come per incanto ci ritroviamo, noi della sala, seduti attorno al tavolo a sfilare le tonde fave fresche, quasi bianche, dai baccelli verdi e vellutati, dentro e fuori. Il sapore delle fave appena raccolte (attorno alla casa di Domenico in questa stagione ce ne sono a volontà) si sposa divinamente con la saporosità del salame di Parodi e con il gusto di latte che emanano le mozzarelline e le fette di pecorino sardo. E poi si bagna il boccone con un bicchiere di bianco di Coronata, quello della Cooperativa, ed è un peana di sapore e sapidità e bontà. Sembra di essere tornati bambini e rivivere le emozioni delle merende genuine sui prati e all'aria aperta di una volta.

Poi arrivano due splendide torte salate, di quelle che si mangiano solo a Genova, coi carciofi dentro, rigorosamente fredde e saporitissime. Finalmente si scola la pasta. Il pesto di Fassone, di quello di Pra con gli ingredienti giusti e ben dosati, scende a cucchiaiate sulla massa di trenette bollenti che due abili mani girano velocemente per mescolare il bianco e il verde scuro a formare una massa di colore omogeneo, simile a quello dell'interno delle fave, un verde chiaro e vellutato. I piatti arrivano a tutti e le forchette sprofondano tra i fili di trenette calde e fumanti per arrotolarne una piccola matassa che subito finisce in bocca, delizia del palato. Intanto il boa verde è sempre sulla tavola, ma un po' più magro e si continua a spolparne la carcassa.

Tra una battuta e una barzelletta si continua a spiluccare e in cucina hanno già messo a cuocere delle belle bistecche di carne magra che in cinque minuti riempiono di profumi la sala e arrivano, tagliate a pezzi, in tavola, in modo che ciascuno ne possa godere a suo piacimento. Con la carne Domenico ci propone un Rossese di Dolceacqua, ben fatto, giovane e perfetto per accompagnare il piatto con la sua piacevole nota speziata. È arrivato il momento dei dolci, non solo i vassoi di bigné, alla cioccolata, ricoperti da una spruzzata di cacao in polvere, e alla crema chantilly, rivestiti di sferette di zucchero, ma la splendida torta nuziale di Vignolo, allo zabaione, freschissima e di una bontà rara, dedicata a questo incontro festoso, "Bazannà a Cöönà" porta scritto sullo strato di crema bruna.

È veramente una delizia per il palato, i sapori sono eccellenti e il gusto di questo zabaione tra gli strati di sfoglia freschissima rimarrà in bocca almeno fino alla mattina successiva. E poi per chiudere i cioccolatini di pasticceria accompagnati dalla grappa di Barile, quella che Luigi lascia a maturare per anni nelle botticelle di rovere del suo laboratorio a Silvano d'Orba. Una serata memorabile per la compagnia, per la qualità dei cibi e per la freschezza delle materia prime e dei vini che si sono assaggiati.

In chiusura Domenico ci fa partecipi della sua volontà di allargare la sua vigna con altri vitigni nuovi, Bianchetta e Vermentino, che già dal 2010 dovrebbero iniziare la produzione. E con i nuovi vini ci sarà la nuova cantina e un nuovo luogo di ritrovo che dovrà essere il tramite perché ogni cliente possa godere del sapore di questi vini direttamente sulla cima della collina dove sono cresciuti e maturati. Domenico Barisone è veramente un grande, un raro esempio di resistenza umana, una persona che incarna in sè la tenacia che contraddistingue la gente di Liguria, da sempre. Grazie ancora Domenico.

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Sono nato in una torre malatestiana del 1350 sulle primissime colline del Montefeltro romagnolo, massi rotolati fino all'Adriatico...

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