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Via Vinaria 2008 e grandi chef, il report

di Luigi Bellucci

MappaArticolo georeferenziato

Oltre Lucca, verso est, c'è una collina panoramica di antica storia dove il Comune nei giorni 25 e 26 Maggio 2008 ha deciso di promuovere una manifestazione, Via Vinaria 2008, alla sua nona edizione, per far conoscere all'Italia enogastronomica le bellezze e i segreti di questo antico paese di quasi 5000 abitanti: Montecarlo è il suo nome e dal 2002 è bandiera arancione del Touring Club Italiano. Non ha nulla a che fare con l'omonimo più noto, tra Bordighera e Antibes. La sua è una storia di feudi, di imperatori e vassalli, di Carlo IV di Boemia, di Assicurati e di Riassicurati o Rassicurati, di vini e olio e grandi ristoranti. Un paese, un territorio e tanta gente da conoscere e da scoprire.


Domenica 25 Maggio 2008
La Via Vinaria nella chiesa mai stata Chiesa.

È l'ultima domenica di Maggio. Oggi parte "Via Vinaria" 2008, un evento che vuole fare il punto della situazione produttiva e qualitativa dei vini e degli oli Lucchesi. Oltre al Comune, che la promuove, ci sono anche, a supportarla, l'"Associazione Strada del Vino e dell'Olio di Lucca, Montecarlo e Versilia" e altri Enti Pubblici.
Oggi, dalle dieci alle sette di sera, nel Centro Storico di Montecarlo, nella ex chiesa della Misericordia in Via del Cerruglio e nelle strade circostanti, sono allestiti banchetti dove si possono assaggiare vini DOC e IGT, oli, formaggi, salumi, mieli e tanti altri prodotti tipici del territorio.

La chiesa nel pieghevole del Comune di Montecarlo è presentata come chiesa nuova, in realtà ha la struttura di una chiesa solo nel portale esterno e nella nicchia interna in fondo alla sala, in mezzo alle due finestre lunghe che danno luce. La nicchia è vuota forse un tempo ha anche conservato una statua, ma nessuno lo sa con certezza.

Di sicuro si sa che in essa venivano conservate le derrate raccolte nei periodi di questua e destinate ai più bisognosi o ai periodi di carestia, per questo si chiamava Chiesa della Misericordia, anche se non era mai stata consacrata.
Sotto alla chiesa non chiesa, perché mai consacrata, c'è oggi l'ufficio informazioni dell'ente provinciale Turismo, dove è stato allestito un piccolissimo museo della vite e del vino, che raccoglie alcuni attrezzi contadini e alcune bottiglie storiche dei produttori montecarlesi.

Arriviamo dall'Abruzzo dopo le otto di sera e ormai la festa è finita.
Ci presentiamo all'Antica Casa dei Rassicurati, al numero 2 di Via della Collegiata, che sta per tramontare il sole. Una guardia municipale all'ingresso di Via Roma indirizza le poche auto ancora in arrivo verso Via Carmignani. In fondo c'è la Porta Fiorentina, al di là della quale lasciamo la macchina.
La nostra stanza è quella "Rosa" al secondo piano. Si sale per due rampe di scale di questa antica casa ben pulita e ben tenuta dalle tre signore che hanno creato questa Cooperativa PepeRosa. Sono Antonella, Marta e Miriam. Non abbiamo capito chi è Antonella, chi è Marta e chi è Miriam. Sappiamo solo che sono tutte tre estremamente gentili e disponibili, sono tutte tre carine, sono tutte tre appassionate di cultura e di musica e di arte, sono tre Grazie. Sembrano uscite da un libro di favole dei fratelli Andersen. Sistemiamo i bagagli, ci diamo una rinfrescata e poi usciamo nella sera alla scoperta del paese.


La cena durante la processione.

Giriamo curiosi lungo Via Roma fino alla chiesa, ancora aperta, con tanti giovani e non che stanno preparandosi alla processione che ci sarà di lì a poco.
Bambini e ragazzini vestiti di bianco con un cero in mano che poi sarà acceso, uomini e donne del paese che hanno anche loro la loro candela.
Intanto usciamo alla ricerca di un posto dove sedersi per prendere qualcosa. Siamo indecisi se e cosa mangiare. Alla fine ci sediamo ai tavolini esterni di un bar all'inizio di Via Roma, dove altri stanno cenando con una pizza attraente.
C'è ancora un tavolo libero e prendiamo un bruschettone e una pizza, poi un gelato e cantucci col vin santo. Mentre stiamo cenando al fresco della sera ecco spuntare dall'angolo di Piazza Garibaldi i primi chierichetti con i ceri e poi l'ostensorio nelle mani del sacerdote e poi tutti gli altri paesani.

Mi sembra un po' anomala questa processione senza i canti tradizionali, ma con una voce registrata che narra una specie di parabola all'inizio della fila mentre in fondo le ultime donne del paese che recitano il Padre Nostro, in apparenza per conto loro. Alla fine ci sediamo, tutti quelli che ci eravamo alzati, e continuiamo la nostra cena, un po' imbarazzati per questa sorpresa inaspettata. Chiedo un caffé e dopo un quarto d'ora decido di andarmelo a prendere al banco interno. Si erano dimenticati.

Già che ci sono chiedo il conto. La signora fa una somma in silenzio, mi dice il totale, chiedo una ricevuta e mi dà uno scontrino da bar con il solo totale. Pago e intanto penso che la cifra è un po' più alta rispetto al totale che mi ero immaginato. Allora chiedo un dettaglio ripetendo ciò che avevamo consumato e il totale è qualche euro di meno. Lascio il resto già pagato come mancia ma faccio notare che dovrebbero stare più attenti e non dare dei numeri a caso quando si fa il conto, perché poi i clienti non tornano più. La signora mi sembra che sia rimasta male, però è opportuno che ogni tanto i clienti dei ristoranti controllino bene i conti e si facciano le loro ragioni. Peccato! Riprendiamo lentamente la strada verso i Rassicurati e sprofondiamo nel letto con la stanchezza dei 500 e passa chilometri fatti oggi.


Lunedì 26 Maggio 2008
La colazione alla casa dei Rassicurati

Nella stanza rosa, al secondo piano, lontana dai rumori della strada e con le finestre ben chiuse con gli scuri interni, si dorme a meraviglia. Ci svegliamo verso le otto, con uno sprazzo di luce che illumina l'aria e va a colpire l'anta dell'armadio alla mia sinistra creando un bagliore che mette in risalto le travi di legno e i mattoni rossi sul soffitto. Scosto uno scuretto e intravedo fra i listelli delle persiane le foglie dei lecci sotto di noi e il selciato grigio di Via della Collegiata con le macchie di luce come nei quadri di Renoir.

Apro un'anta della finestra lentamente e mi soffermo a respirare l'aria fresca della mattina prima delle operazioni di pulizia quotidiane e mi godo fino in fondo questa piacevolezza. Facciamo colazione dopo le nove a uno dei tavolini apparecchiati nello slargo di Via della Collegiata davanti all'ingresso della Casa. Altri clienti stanno finendo la loro colazione. Si sta d'incanto al fresco dei rami dei due lecci che abbracciano lo spazio sopra le nostre teste.

Una delle tre Grazie ci prepara la tavola e poi ci porta i vassoi con pane fresco, burro da spalmare e due coltellini dai manici buffissimi, uno è un orsetto e l'altro sono tre pezzetti di formaggio. Poi ancora fette di torta, uno squisito yogurt naturale con pezzetti di melone e pinoli, due barattoli di marmellata, una di pesche e una di ciliegie, una brocchetta di vetro con un succo di arancio e pompelmo appena spremuto, delizioso. Infine caffé e latte.

Facciamo due passi verso Via Cairoli per rivedere la casa di Emanuela, sul retro del palazzo Lavagna. È sempre pulita e ordinata e sul portoncino d'ingresso c'è sempre la piccola tettoia in mattoni rossi. Risaliamo verso Piazza Garibaldi, poi per Via Roma in Piazza Carrara ad ammirare il panorama verso Lucca e l'ampia piana sotto di noi. È quasi l'ora del convegno. Scendiamo per Via della Collegiata e proprio davanti alla Casa dei rassicurati comincia ad adunarsi la folla dei giornalisti, delle autorità e dei produttori in attesa di entrare nel Teatro di fronte, dove si tiene il Convegno e Conferenza stampa di presentazione della nuova denominazione della "Associazione Strada del Vino e dell'Olio di Lucca, Montecarlo e Versilia", che si estende ora fino all'area della Versilia.
Federico Carrara, consigliere delegato al Turismo, si occupa delle presentazioni mentre ci rinfreschiamo con bicchieri di acqua seduti all'ombra dei lecci ai tavolini della Casa dei Rassicurati.


Il convegno nel teatro gioiello

Alle 11.30 nel Teatro Comunale dei Rassicurati, un gioiellino di architettura, rimesso a nuovo di recente dopo un recupero sul filo di lana dalla distruzione che l'amministrazione comunale aveva decretato negli anni settanta per farci una piazzetta. Sembra il gemello del Teatro di Montalcino.
Sono circa 180 posti a sedere, con due file di balconcini che fanno da corona alla platea.

Sul palco le autorità e il Sindaco di Montecarlo, Giuseppe Pieretti, che introduce la giornata. Ieri c'è stato il banco del Gusto e i banchi di assaggio dei vini di Montecarlo e degli oli di Lucca. Oggi si parla di strada del vino e dell'olio di Lucca, Montecarlo e Versilia. Poi si farà una visita alla Chiesa della Misericordia e al museo del vino e infine si concluderà la giornata con il pranzo da Pierantonio all'antico ristorante Forassiepi con la partecipazione di quattro cuochi stellati della provincia di Lucca e della Versilia.

Apre i lavori Arturo Nardini, dell'amministrazione provinciale di Lucca, Presidente del Consorzio di tutela dell'olio DOP Lucca. La campagna 2007 è stata discreta per quantità, ma anche per qualità, come testimoniano i premi ottenuti in varie sedi regionali e nazionali. Occorre tuttavia che tutta la filiera, che beneficia dei vantaggi dovuti alla qualità dell'olio, riconosca maggiori benefici ai produttori, che sono i principali artefici di questa qualità. È indispensabile riconoscere in modo tangibile il valore aggiunto del loro lavoro, di cui beneficia tutta la filiera successiva.
Tocca poi a Vasco Grassi, Presidente del Consorzio di Tutela dei vini di Montecarlo. Queste giornate sono dense di iniziative mirate alla promozione dei vini, degli oli e dei prodotti del territorio, non solo a Montecarlo, ma anche a Lucca, dove si è chiusa ieri l'anteprima vini 2008 a Villa Bottini.

Moreno Petrini, Presidente del Consorzio dei vini DOC Colline Lucchesi, parla della parte promozionale del territorio, delegata alle Strade del vino, che così completano l'attività di controllo e disciplina normativa che compete ai Consorzi. Vini e olio sono i prodotti di prestigio della Provincia. Da oggi anche i ristoratori sono entrati tra i prodotti di prestigio, visto il prestigio nazionale e anche internazionale che da essi e dal loro lavoro viene a tutta la Provincia.

È il momento dell'unica componente femminile del palco, Mary Tenzoni, in rappresentanza della regione Toscana, che propone una sintesi storica della strada del vino di Montecarlo. La prima normativa regionale è del 1997, poi c'è stata l'integrazione con la normativa nazionale e dal 2006 è diventata Strada del vino e dell'olio di Lucca e Montecarlo. Da oggi, con l'inserimento dei ristoratori si aggiunge il territorio della Versilia, con lo sbocco al mare.

In Toscana oggi esistono 22 strade del vino, dell'olio e dei sapori, con 1700 associazioni integrate in una Federazione, con sede a Montespertoli. L'indotto economico delle strade del vino in Italia è stato valutato attorno ai 25 miliardi di Euro e questo spiega e giustifica il grande interesse che c'è per questa fetta di mercato. Chiude ancora il Sindaco Pieretti con un rilievo sul comparto del vino e dell'olio e del turismo, che sono fondamentali per il Comune e la Provincia di Lucca e con un grazie finale a tutti i partecipanti.

Si esce dal teatro e si va verso Via Lorenzini per una breve tappa nei locali della Pro Loco e una visita al Museo del Vino. poi si risale verso Via del Cerruglio per una sosta nella ex chiesa della Misericordia. Mentre il Sindaco illustra le iniziative che l'amministrazione ha in mente mi soffermo ad ammirare l'affresco sulla parete sinistra della sala, una Madonna con bambino e santi di autore ignoto. È in fase di restauro, ma mi colpiscono la delicatezza dei colori e la limpidezza del disegno.
È un'opera di ampio respiro, che denota una fattura pregevole e dai volti emana un'aura di serenità e pace che ti entrano nell'anima attraverso la visione.

A settembre ci sarà Montecarlo in festa, dieci giorni di festa in occasione della ricorrenza della Madonna del Soccorso, l'otto settembre, con degustazione di vini e di prodotti gastronomici, con mostre, spettacoli musicali e incontri culturali.
Il secondo fine settimana di novembre è invece dedicato alla festa del vino novello e dell'olio nuovo. È l'occasione per assaggiare i necci, la bruschetta e le frugiate.
Infine si va verso il ristorante tornando su Via Roma.

Alcuni palazzi della strada sono di una bellezza disarmante, come quello posto proprio di fronte al Municipio, con la sua facciata rossa e le coperture a tegole sui due ingressi principali. Arriviamo lentamente fino alla Porta Nuova che immette proprio sull'ingresso del locale, dalla cui terrazza erbosa, a quota 150 metri sul livello del mare, c'è una vista panoramica fantastica su tutta la vallata verso Firenze a est, con Chiesina Uzzanese e Altopascio in prima fila e poi verso Siena a sud e Lucca a ovest.


Il pranzo da Pier Antonio

Sul prato esterno del ristorante sono già pronti i vini per la degustazione e gli antipasti nei vassoi. Altri antipasti sono preparati su fornelli volanti da parte dei cuochi, che preparano al momento le capesante saltate in padella. Vini bianchi al fresco e vini rossi dei produttori della zona sono in bella mostra sui tavoli centrali e pronti per essere versati nei bicchieri. Sul tavolone di destra gli affettati e i formaggi per altri assaggi stuzzichevoli.

Si formano gruppetti, si chiacchiera, si salutano i cuochi famosi, si fanno fotografie, si stringono mani, si cerca un posticino al fresco per un assaggio più riservato e veloce, si commentano vini bianchi e vini rossi, si parla di barrique, di uvaggi, di purezza, di profumi esuberanti, di armonia e purezza, si fanno confronti con altri assaggi e con altri momenti rimasti nei ricordi di ciascuno.
Intanto in cucina sono pronti per il servizio ai tavoli. Prendiamo posto casualmente. Siamo in tutto un centinaio su una dozzina di tavoli rotondi.

Al nostro tavolo, tra gli altri, tre donne del vino, il delegato Fisar di Montecarlo, una persona semplicemente squisita e signorile, di spessore culturale raro, Roberto Forassiepi, solo omonimo di chi ha dato nome al ristorante (PierAntonio è in realtà Antonio Pirozzi). Ogni piatto è stato abbinato a un vino dei produttori dei vini della D.O.C. Montecarlo e Colline Lucchesi

Questa la lista dei ristoranti stellati e dei loro chef:
Ristorante "Da Romano" di Romano Franceschini a Viareggio (LU).
Ristorante "La Mora" di Sauro Brunicardi a Sesto di Moriano (LU).
Ristorante "Butterfly" di Fabrizio Girasoli a Marlia (LU).
Ristorante "PierAntonio All'antico Ristorante Forassiepi" di Antonio Pirozzi a Montecarlo (LU), padrone di casa, oggi.


Questo il menù della giornata:

Le spannocchie con fagioli schiaccioni di Pietrasanta e olio DOP delle colline lucchesi, proposto da Romano.
Vino in accompagnamento: Bianco DOC 2007 dell'azienda agricola Carmignani Enzo, di 13 gradi.

I calamaretti ripieni di verdura e crostacei, proposto da Romano.
Vino in accompagnamento: Bianco DOC Quinis 2007 della Fattoria Sardi Giustiniani, di 13 gradi.

La garmugia lucchese, proposto da La Mora.
Vino in accompagnamento: Ebbrezza della Luna della Fattoria Vigna del Greppo, di 12,5 gradi.

Il raviolo di cipolla rossa gratinato al croccante di farro su fondente di pecorino della Garfagnana e riduzione di aceto balsamico, proposto da Butterfly.
Vino in accompagnamento: Rosso DOC 2006 Colline lucchesi dell'azienda agricola Bordocheo, di 13 gradi.

Il filetto di manzo della Garfagnana in manto di erbe aromatiche, bacche di pepe e riduzione di vino rosso di Montecarlo, proposto da PierAntonio all'antico ristorante Forassiepi.
Il contorno: patate champignon fondenti e tortino di carote, dello stesso ristorante.
Vino in accompagnamento: Rosso Sjrah Esse 2004 della Fattoria La Torre, di 13,5 gradi.

Puccini e la sua Lucca … Il sigaro fondente con crema al fumo in trasparenza al vino rosso, la fragola e il mantecato al buccellato, proposto da Butterfly.
Vino in accompagnamento: Oro di Re 2001 della Fattoria del Buonamico, di 17 gradi.
Infine il caffé.


Tutti i piatti e i vini sono eccellenti, sia al sapore, sia come presentazione estetica. Talora l'aspetto esteriore da opera d'arte ha offuscato il sapore e la piacevolezza gustativa del piatto, ma la media è effettivamente da ristorante stellato. Una menzione particolare per gli antipasti e per la cottura e il sapore del filetto di manzo, ineguagliabili, davvero da grande cucina.

Tra i vini ritengo che il passito "Oro dei Re" della Fattoria del Buonamico debba meritare una menzione speciale perché pur essendo del 2001 ha un colore dorato chiaro brillante che lo fa sembrare ancora giovanissimo ed esprime al naso una piacevolezza fruttata di mela verde che non ti aspetti. Il miele e il fungo sono sentori di secondo e terzo livello, appena appena percepibili, per un prodotto di estrema finezza e piacevolezza. Anche in bocca è equilibrato e di grande armonia e il residuo zuccherino è perfettamente bilanciato dall'acidità e dai tannini. Piacevole anche il retrogusto di mandorla amara.

Volendo fare una graduatoria personale dei vini di oggi metterei al secondo posto Ebbrezza della Luna, della Fattoria Vigna del Greppo e al terzo il Bianco Doc 2007 dell'Azienda Agricola Carmignani Enzo. Ovviamente le differenze, sia tra questi tre, sia tra tutti gli altri, sono minime e i distacchi sono di un'incollatura l'uno dall'altro, come in un arrivo in volata in una tappa del Giro d'Italia per velocisti.

Durante il pranzo Roberto ci intrattiene con un po' di storia di Montecarlo. Il paese prende il nome da Carlo IV di Boemia. Fu costruito nel 1333 nei pressi della rocca del Cerruglio, per dare una casa agli abitanti della vicina Comunità di Vivinaia che nel 1331 i fiorentini avevano distrutto. Già il nome della Comunità sta ad indicare la familiarità degli abitanti di questi territori con il vino: Vivinaia perché Via vinaia o via del vino, fino dai tempi dei Romani. Il principe Carlo, figlio del re Giovanni di Boemia, aveva liberato Lucca dall'occupazione pisana e da imperatore venne più volte a Montecarlo. A proposito di lotte tra Pisa e Lucca mi sovviene il verso di Dante a proposito del monte per il quale "i pisani veder Lucca non ponno" e Roberto ci dice che si tratta del Monte Serra. Un'altra curiosità è quella dei Rassicurati. Chi erano? Nel 1300 in Toscana nascevano accademie in ogni paese o città e qui a Montecarlo esisteva quella degli Assicurati, che nel secolo successivo si sciolse, ma non morì del tutto. Riprese vigore verso la fine del 1500 e, per indicare il legame con la precedente, venne chiamata dei Riassicurati, che diventò per ultimo del Rassicurati.

Per mantenere l'argomento sul vino ci racconta di come avvenne che la zona è ricca di vitigni francesi, Sjrah, Roussanne, Vionnier, Semillon e altri. Nel 1800 un commerciante della zona che trafficava in vino, per migliorare e diversificare la produzione rispetto a quella delle aree circostanti pensò bene di recarsi in Francia ad acquistare vitigni che potessero andar bene con le caratteristiche del terreno lucchese e li diffuse tra i contadini di Montecarlo e della lucchesia. Del resto già Caterina de' Medici qualche secolo prima aveva importato dalla Francia il Cabernet da aggiungere al Sangiovese nel Carmignano, pochi chilometri più a est, verso Prato e Firenze.

Ormai sono quasi le quattro, un discorso e un ringraziamento di commiato a cuochi, camerieri, membri Fisar e tutti i collaboratori che si sono impegnati in questa giornata di grande cucina. Infine un Grazie maiuscolo al Comune di Montecarlo e all'Associazione Strada del Vino e dell'Olio di Lucca, Montecarlo e Versilia che ha curato l'Organizzazione.

Riprendiamo la strada di casa verso Verucchio tra le colline toscane fino al passo del Muraglione, tra Firenze e Forlì, lungo le statali dell'Appennino tosco romagnolo, attraverso la zona del Chianti Rufina, già visitata lo scorso autunno per la memorabile verticale con lo Spalletti del 1955..
Ho voglia di lasciare l'autostrada e arrivare a Rimini per le vecchie vie dei nostri nonni, quando non c'erano strade alternative. Il traffico è ovviamente assente e mi sento tornato indietro di cinquant'anni, con i tempi giusti per evitare stress e velocità. Alle dieci un panino con il crudo e un bicchiere di sangiovese nel bar di Roberto sulla Piazza Malatesta di Verucchio e poi a dormire pensando al prossimo viaggio.

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Sono nato in una torre malatestiana del 1350 sulle primissime colline del Montefeltro romagnolo, massi rotolati fino all'Adriatico...

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