Quattro giornate piene vissute in luoghi antichi e pieni di storia e di cose buone non si possono dimenticare facilmente, né tanto meno si possono raccontare con quattro parole. Sarebbe un oltraggio al buon senso e mancanza di rispetto verso chi ti ha ospitato ma anche verso chi non c’era e potrebbe farsi venire la voglia di conoscere meglio questa parte di terra d’Italia, nel cuore del Prosecco Superiore e del Cartizze, da Conegliano a Valdobbiadene.
Dal 18 al 22 di maggio è stato un susseguirsi di incontri, iniziati con il Seminario sulla Docg per raccontare il territorio, il disciplinare, i numeri, le caratteristiche dell’annata appena trascorsa, e proseguiti con le degustazioni delle tipologie del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore provenienti dalle diverse sottozone. L’ospitalità dei vignaioli è stata emblematica, come potrete leggere più avanti nel racconto delle visite al territorio e alle vigne, il tour delle colline, i pranzi nelle cascine e quelli nei ristoranti, le feste di incontro con le aziende del territorio, le degustazioni nel Castello di San Salvatore a Susegana per degustare la denominazione alla cieca, per scoprire sensazioni nuove, del tutto slegate da nomi più o meno famosi, che possono talvolta influire nel bene e nel male su un giudizio personale di armonia o di piacevolezza e poi visite alle cantine in base alle ampie disponibilità delle aziende che hanno partecipato a questa grande manifestazione di qualità ed eccellenza di prodotti che ormai si stanno distinguendo in vari paesi del mondo, al confronto di cugini o parenti forse più blasonati ma spesso equivalenti in piacevolezza e personalità.
Vedi anche Vino in Villa e il Prosecco Superiore: Tipologie e territorio (Seconda Parte)
Vedi anche Vino in Villa e il Prosecco Superiore: Le colonne (Terza Parte)
Vedi anche Vino in Villa e il Prosecco Superiore: Bepin de Eto e Conte Collalto (Quarta Parte)
Vedi anche Vino in Villa e il Prosecco Superiore: Adami e Marsuret (Quinta Parte)
Vedi anche Vino in Villa e il Prosecco Superiore: Marco Spagnol e Col del Sas (Sesta Parte)
Nel seguito, chi vorrà potrà seguire il racconto delle visite e immaginare una propria cronologia di viaggio tra i produttori citati. Le aziende visitate sono tra i nomi tradizionali e quelli emergenti del territorio Conegliano Valdobbiadene, quello del Prosecco Superiore e dei vini delle Rive, i più pregiati e interessanti: Bianca Vigna, Bepin de Eto, Conte Collalto a Conegliano, Adami, Marsuret e Spagnol Col del Sas a Valdobbiadene. Oltre alle aziende alcuni bei ristoranti come Le Betulle e il Mezzosale a Conegliano, il ristorante Andretta, Terrazza di Rolle, la cena nel locale di Lino a Pieve di Soligo, in collaborazione con Gigetto di Solighetto e la calda accoglienza di Viviana all’agriturismo Prime Gemme di Nervesa della Battaglia. Non meno interessanti i paesini e i luoghi visitati in questo viaggio tra la tradizione e la storia gloriosa del nostro Paese.
Venerdì 17 Maggio 2013
Partiamo da Chiavari verso mezzogiorno e trenta, dopo una buona colazione senza pranzo. Tragitto tranquillo per Genova, Tortona, Piacenza, Brescia, Verona, Vicenza. Qui sono stufo di autostrada e imbocco la statale per Cittadella, Castelfranco, deviazione verso Montebelluna e poi la statale per Conegliano e Udine ma solo fino a Nervesa della Battaglia. Il tempo è stato sereno, o quasi, dall’inizio alla fine del viaggio, o meglio dal Rupinaro al Piave. Siamo ospiti all’agriturismo Prime Gemme, sulle pendici della collina alle spalle di Nervesa. Mentre aspetto Viviana che ho chiamato sul cellulare per accedere alla nostra stanza, mi guardo attorno e mi vedo circondato da vigne prevalentemente giovani lungo la collina che scende verso il Piave, fiume sacro per la nostra storia.
La tranquillità e la purezza dell’aria sono le caratteristiche più evidenti e immediate. In questi giorni di sosta avremo tempo e modo di scoprirne altre peculiarità.
Per stasera posiamo di corsa i bagagli perché ci aspettano per la cena all’Hotel Relais Le Betulle di Conegliano alta.
La cena alle Betulle
Silvia, fondatrice e amministratrice di Gheusis, dà il benvenuto agli ospiti nella sala dell’Hotel dove già i presenti si servono un aperitivo a base di Cartizze e Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG. Insieme a lei il Presidente del Consorzio di tutela Innocente Nardi e il Direttore Giancarlo Vettorello.
Ai quattro tavoli apparecchiati siamo una quarantina di giornalisti, pochi italiani e molti stranieri, da tutto il mondo, Europa, America, Asia e Australia.
La cena inizia con un eccellente antipasto con Capesante e seppie cotte al vapore, con verdurine di stagione e una spruzzata di pane grattugiato al nero di seppia che copre qua e là quasi tutto il piatto.
Buono e con perfetta cottura il risotto con le morchelle, un tipo di funghi.
Discreto anche il filetto gratinato con asparagi di Cimadolmo, su cui la gratinatura al parmigiano crea una lieve stonatura.
Infine torniamo all’eccellenza con il dessert, un parfait al frutto della passione e cioccolato bianco, con fragole fresche e frolla leggera.
Ci si ferma poi a chiacchierare fino a quasi mezzanotte, quando è ora di tornare in macchina fino al Prime Gemme.
Sabato 18 Maggio 2013
Anche coppa, salame appena tagliati e uova sode per chi ama il salato, insieme al pane fresco, delle pagnottine bianche oppure fette di baguette. Non piò mancare una bella e buona macedonia di frutta fresca a completare la colazione, dopo gli yoghurt e le marmellate della casa, di fragole, o albicocche o prugne, la mia preferita.
Alle nove meno dieci si parte per Conegliano per una panoramica delle zone del Prosecco all’Enoteca Veneta.
Il Prosecco DOC e il Conegliano Valdobbiadene Superiore DOCG
Con nove bicchieri davanti a ciascuno di noi ascoltiamo il direttore del Consorzio Giancarlo Vettorello che racconta un po’ di storia del Prosecco nelle sue sfumature da disciplinare, DOC, DOCG e Cartizze.
Il Prosecco oggi identifica un tipo di vino in genere spumante, frizzante, profumato, di pronta beva, pulito, gradevole. Prosecco in termini economici significa circa 230 milioni di bottiglie nell’ultimo anno, il 2012 e significa un giro d’affari di quasi due miliardi di Euro. In termini geografici Prosecco significa nove province, cinque in Veneto con
Questo è il Prosecco DOC prodotto da 307 case spumantistiche.
Ma il nostro prosecco, quello che berremo in questi giorni, è il DOCG, che ha un nome quasi da nobile spagnolo: Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG, un nome importante che lega il prodotto al territorio, ai
L’area del Conegliano Valdobbiadene sta tra Venezia, a sud est e le Dolomiti a nord e questo comporta un clima fresco di notte per l’effetto alpino che scende per varie decine di chilometri dall’Austria e oltre, e caldo temperato di giorno per effetto del volano marino dell’Adriatico. Effetto climatico che fa sinergia con la struttura dei terreni alluvionali morenici dalla parte di Conegliano e più rocciosi su Valdobbiadene.
Storicamente esistono atti e documenti del 1700 che attestano la vocazione agricola di questa fetta di Veneto, con le prime Accademie agrarie. A Conegliano nasce la prima scuola enologica nel 1876 e nel 1923 nasce l’Istituto Sperimentale di viticoltura e l’Università.
La zona del Piave che lambisce a sud il territorio nasce da un antico ghiacciaio che copriva la pianura padana attorno a 15000 anni fa.
Per avere un’idea del paesaggio della zona come poteva essere nel periodo rinascimentale basta osservare le tele di Cima da Conegliano, del 1500, che riproduce fedelmente questi paesaggi e ci danno un’idea delle differenze rispetto a come oggi li vediamo, attraversati da strade e coperti da costruzioni.
Il vitigno principale da cui si ricava il vino è il Glera (la scheda del Consorzio lo chiama al maschile. In Friuli si sente spesso invece la versione al femminile,
Il metodo di produzione è quello in autoclave, detto anche Federico Martinotti oppure Eugene Charmat, un metodo di produzione veloce e capace di esaltare gli aromi primari e secondari delle uve. Inoltre ne conserva eleganza, vitalità e freschezza. Quello che ogni produttore cerca di ottenere è un vino morbido e armonico.
Più della metà del vino prodotto viene consumato in Italia, il 58%. Il resto va all’esportazione, prevalentemente Europa e Stati Uniti.
In termini di volumi si arriva a 69 milioni di bottiglie per un fatturato di circa 450 milioni di Euro.
Foto Credit: Gabriella Repetto.
Sono nato in una torre malatestiana del 1350 sulle primissime colline del Montefeltro romagnolo, massi rotolati fino all'Adriatico...
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