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Viaggi enogastronomici

Vini da Pesce ... e Altro (Seconda Parte)

di Luigi Bellucci

MappaArticolo georeferenziato

Giovedì 12_Maggio_2011

Questa è una giornata piena, dedicata a due sessioni di assaggio, la prima con 27 vini, tutti del 2010, 14 di categoria 2 e 13 di categoria 1. La sessione del pomeriggio conta altri 27 vini, tutti del 2010, con 12 campioni di categoria 2, 8 di categoria 1, 3 spumanti bianchi di categoria 7 e infine 4 spumanti rosati di categoria 9
Il mio giudizio personale sui 54 vini assaggiati oggi è stato di 9 vini eccellenti (con punti da 90 in su), 18 vini ottimi (da 85 a 89 punti), 15 vini buoni (da 80 a 84 punti) e 12 vini sufficienti (fino a 79 punti).
Tra un vino e l’altro osservo la platea degli assaggiatori. Sembriamo tanti scolaretti ordinati che eseguono il loro compito in classe con competenza e professionalità. Sembra di essere alla prova scritta dell’esame di maturità. Ognuno è concentrato sul suo campione, in quel momento, e nulla ti può distrarre da questo rapporto quasi di simbiosi tra il vino nel bicchiere e i tuoi organi sensoriali.

Vedi anche Vini da Pesce … e Dodici (Prima Parte)

Venerdì 13 Maggio 2011

Ancora due sessioni, la quarta e la quinta, e il nostro compito finisce.
Inizierà poi quello dei valutatori delle schede con i loro strumenti elettronici che faranno le classifiche definitive con i premiati e con le medaglie di merito.
Dunque due sessioni di assaggio, con 39 vini in tutto, 14 di categoria 7, divisi tra 2010 e 2009, 13 di categoria 1, 8 del 2010, 4 del 2008 e 1 del 2007, infine i 12 rosati del pomeriggio di categoria 5, 11 del 2010 e 1 del 2009.
Il mio giudizio personale sui 39 vini assaggiati oggi è stato di 1 solo vino eccellente (con punti da 90 in su), 15 vini ottimi (da 85 a 89 punti), 18 vini buoni (da 80 a 84 punti) e 5 vini sufficienti (fino a 79 punti).
Un anticipo statistico sulla qualità dei vini, anzi dei tappi di chiusura: delle 598 bottiglie assaggiate, che hanno originato 4186 schede di valutazione, solo 28 sono state scartate e per queste sono state richieste le seconde bottiglie.

Da Garofoli con Carlo

Poco prima delle tre finisce la selezione e alle cinque del pomeriggio siamo in mezzo alla campagna marchigiana, tra viti ed ulivi, nella vigna dell’azienda Garofoli, con Carlo he ci fa da guida. Alberto purtroppo non riesce a camminare e ci aspetta in basso, sulla stradina. Gli altri, seguiamo Carlo su per la collina, verso la parte alta. Sul terreno orme di cinghiali, ormai sempre più itti anche da queste parti. Da lassù, guardando la vigna sotto di noi, abbiamo Camerano a destra, Osimo davanti, Castelfidardo a sinistra, con Loreto e Recanati sullo sfondo. Sono 15 ettari di Montepulciano e Sangiovese, che per il 15% va a finire nel rosso Cònero DOC e DOCG. Il vigneto è inerbito e produce circa 65 – 70 quintali per ettaro, con vendemmia all’inizio del mese di ottobre. La collina assorbe circa ottocento millimetri di pioggia all’anno e rappresenta circa un terzo della proprietà vitata dell’azienda Garofoli.
Alle 18.30 ci spostiamo per una visita in azienda, con la giovane Caterina che si alterna a Carlo nella guida del gruppo.
Fu nonno Gioacchino, nel 1901, a iscrivere l’azienda alla Camera di Commercio. Era vignaiolo, ma era anche grossista di generi alimentari e, da imprenditore attento al mercato, era anche proprietario di macchine mietitrebbiatrici. Nel 1950 l’azienda inizia a imbottigliare il vino e a proporlo nei negozi di generi alimentari. Nelle bacheche storiche alle pareti si possono vedere le prime bottiglie e i primi confezionamenti, che hanno tutt’ora un loro fascino.
In cantina botti e barrique per il rosso Cònero e per i Verdicchio più importanti.
I recipienti per la fermentazione con serbatoi refrigerati, il locale imbottigliamento, con circa due milioni di bottiglie prodotte, e il locale spedizione dove si conclude la passeggiata. La Garofoli produce anche una grappa di Verdicchio e una di rosso Cònero, fatte in Piemonte per loro, con le loro vinacce. È in preparazione anche un brandy. Ultima visita nel negozio con i vini ma anche con i prodotti di bellezza a base di resveratrolo, senza conservanti e quindi anti allergici.
Alla fine della visita ci spostiamo sotto il porticato per una serie di assaggi e uno spuntino ricco.
Passa nel cielo davanti a noi un deltaplano che fa da capobranco a una trentina di oche che lo seguono in volo mentre il sole tramonta dietro le colline dell’Infinito. Dicono sia un appassionato del posto che alleva le oche e le allena a seguirlo nei suoi spostamenti.
Il tavolo sotto al porticato davanti all’azienda è pronto, con tutte le specialità marchigiane per gli assaggi di cibo e di vino. Stasera beviamo grandi bottiglie, tra le sette che Carlo ha fatto preparare per noi. Nel mezzo una piccola verticale di Grosso Agontano da Jeroboam di tre litri.
Primo vino: Serra Fiorese Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC classico Riserva 2006 di 13,5 gradi dal lotto L8200A cresciuto sulle colline di Montecarotto. Matura in barrique per circa un anno e si affina in bottiglia per un altro anno.
Secondo vino: Podium Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC classico Superiore 2006 di 14 gradi da uve selezionate delle colline di Montecarotto, lievemente surmature e fermentate a bassa temperatura. Matura in acciaio per circa quindici mesi e si affina in bottiglia per quattro mesi.
Terzo vino: Grosso Agontano in Jeroboam Rosso Conero DOC Riserva 2003 di 14 gradi dal lotto L6199A. da uve Montepulciano in purezza, con fermentazione sulle bucce di un paio di settimane, maturazione in barrique per diciotto mesi e affinamento in bottiglia per dodici mesi almeno. Vino di ampia struttura e personalità, anche nell’annata particolarmente calda come il 2003.
Quarto vino: Grosso Agontano in Jeroboam Rosso Conero DOC Riserva 2001 di 13,5 gradi dal lotto L3351A. Stessa stoffa del precedente con maggiore finezza ed eleganza
Quinto vino: Grosso Agontano in Jeroboam Rosso Conero DOC Riserva 1997 di 14 gradi dal lotto L1236A. Si cominciano a sentire gli effetti del tempo.
Sesto vino: Dorato Moscato Passito di 12,5 gradi dal lotto L9243A8 ricavato da uve aromatiche (Moscato di Canelli e moscato grosso) surmaturate in vigna e ulteriormente appassite nel fruttaio. Il vino matura almeno sei mesi in legno.
Settimo vino: non di vino si tratta ma del loro brandy 1994. Una bella sorpresa dal gusto pieno, rotondo, elegante e armonico dal bel colore ambrato di miele di castagno..

I premi

Per chi desidera consultare l’elenco completo dei vincitori, si rimanda al file pubblicato all’interno del sito organizzatore al seguente indirizzo: http://www.vinidapesce.it/risultati.html
Da parte nostra ci piace sottolineare la bravura della Cantina Gallura, Società Cooperativa Agricola di Tempio Pausania (Sassari), che quest’anno si è aggiudicata il premio speciale “CALICE DORICO” con le motivazioni assegnate dall’organizzazione per i loro tre migliori vini:
All’azienda Cantina Gallura Soc. Coop. Agricola - Tempio Pausania (Ss), che in assoluto ha ottenuto il miglior risultato, calcolato dalla somma dei punteggi più elevati riferiti ai tre migliori vini di categorie diverse che hanno ottenuto almeno il punteggio di 80 centesimi, viene assegnato il Premio Speciale “Calice Dorico”.
 Vermentino di Gallura Docg Superiore "Genesi" 2010
 Colli del Limbara Igt Bianco "Balajana" 2008
 Vino Spumante Brut "Ladas"

Foto Credit: dal sito www.vinidapesce.it

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Sono nato in una torre malatestiana del 1350 sulle primissime colline del Montefeltro romagnolo, massi rotolati fino all'Adriatico...

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