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I Tesori della Riviera dei Fiori, report edizione 2007

di Luigi Bellucci

MappaArticolo georeferenziato

Dal 27 al 29 Aprile la presentazione dei Tesori della Riviera dei Fiori, a cura della Comunità Montana Intemelia, con iniziative a Dolceacqua, Isolabona e ai giardini Hanbury di Ventimiglia, per attirare gente e far conoscere il territorio e la genuinità dei suoi prodotti.


Venerdì 27 Aprile 2007, Villa Hanbury a Ventimiglia

Il primo appuntamento che apre le tre giornate è la quinta edizione del wine tasting sul Rossese di Dolceacqua. Quest'anno si tiene nel suggestivo scenario dei giardini Hanbury e della villa cui fanno da cornice. Partiamo da Genova nel primo pomeriggio, tra l'una e le due, dopo uno spuntino veloce in casa. Siamo ancora sazi dalla cena a base di pesce di ieri sera con Alberto, Alba e Roberto. Davanti al box stanno aprendo la strada per sostituire il vecchio tubo del gas con un nuovo tubo di plastica, tutto giallo. Speriamo che al ritorno possiamo scavalcare il fosso che si sta formando.

La strada non è trafficata a quest'ora. Alle tre e mezza siamo già a Ventimiglia e ci dirigiamo verso la Francia. Subito dopo Latte risaliamo la statale verso Mortola, per un paio di chilometri, e nella frazione di Mortola Inferiore, sulla nostra sinistra, vediamo l'ingresso ai giardini in una dolce curva in salita. I due lati della strada sono già pieni di macchine in sosta. Troviamo un buco tra due auto un po' più a monte, parcheggiamo e scendiamo a piedi verso i Giardini, proprietà dell'Università di Genova. Una ragazza sulla porta ci dà una mappa per accedere alla villa, che sta più in basso, passando attraverso i viali con le infinite piante, tropicali e non, di questo meraviglioso complesso botanico.

"Inveni portum
spes et fortuna valete
sat me lusistis
ludite nunc alios"


Seduto sul bordo della fontana, il cui unico getto risale e crea la colonna sonora di questo spettacolo in technicolor, mi godo il sole caldo di fine aprile e ammiro la facciata gialla della villa e il bel portale in pietra bianca del 1867, cercando di tradurre i versi che stanno sopra l'arco. Il mio latino ormai è troppo datato e non sono sicuro di avere afferrato tutti i corretti significati di queste parole. Il senso che colgo è quello di chi è arrivato alla fine della vita, si è divertito abbastanza e si congeda salutando la speranza e la fortuna affinché vadano a far divertire gli altri che devono venire.

Sul terrazzino al primo piano due ragazze bionde con i capelli ricci guardano verso il piazzale, vicine alla bandiera e chiacchierano tra loro. Sono le impiegate dell'università che lavorano negli uffici al piano superiore della villa, come scoprirò più tardi e conoscono la nostra amica Carla. A destra, all'ombra di un olivo frondoso, sta in silenzio "la campana eterna giapponese della illustre setta dei Shingon, dal quartiere Kanda di Tokio".

Dietro di me la maestosità delle piante radunate in questi splendidi giardini che degradano dall'Aurelia di Mortola Inferiore, estrema punta della Liguria occidentale, fino al mare, oggi di un azzurro vivo, alla Chagall.
La degustazione inizierà più tardi perché mancano ancora alcuni ospiti. Con la fotografa dell'Università, Anna Carboni, saliamo a visitare l'interno della villa. La scala in marmo sta al centro e porta prima al piano degli uffici e poi al piano del salone. In cima alla scala il bassorilievo in marmo che riproduce le sembianze di Daniel Hanbury, farmacologo e fratello del più famoso Sir Thomas Hanbury, cui è dedicato il complesso. Daniel, ci spiega Anna, faceva da consulente al fratello per la scelta delle piante medicinali da acquistare e piantare nei giardini della villa, che si estendono per circa 18 ettari. Alla morte di Sir Thomas la villa e il giardino passarono alle cure della nuora, Lady Dorothy, che ne fece un luogo prima di bellezza e poi di studio. Dal corridoio del secondo piano si accede direttamente al doppio salone con due antichi camini in pietra grigia azzurra e dal salone si passa poi al terrazzo le cui pareti laterali riproducono in un affresco Carlo V, "Germaniae Imperator, Hispaniae Rex", mentre esce con il suo lungo esercito da Porta Canarda e se ne torna in Spagna attraverso la Francia. La sala è già attrezzata per il convegno che si terrà qui dopo la sessione di Wine Tasting.


Il Wine Tasting di Rossese

Alle cinque ci sono tutti. Paolo Massobrio introduce la sessione salutando autorità e ospiti e propone di procedere con batterie di sei vini, fino ad arrivare ad assaggiare tutti i 22 vini proposti in degustazione. Anche il Presidente della Comunità Montana Intemelia, Gianstefano Orengo, saluta gli intervenuti e i produttori in particolare. Un gruppo di sommelier dell'AIS versa il vino nei calici annunciando ogni volta il nome del produttore. L'ordine che si segue è di servire prima i rossese del 2006 biologici, poi quelli tradizionali, poi quelli del 2005. Nella passata successiva si passa ai Rossese superiore 2005, poi due Rossese 2005 di vigneti particolari, tipo cru, infine i Rossese superiore 2004.

Il panorama complessivo è estremamente confortante per l'elevato livello qualitativo raggiunto quest'anno dalla manifestazione. Nessun vino si è rilevato meno che buono. In una classificazione percentuale si sono rilevati un 20% di buono, un 40% di ottimo e un 40% di eccellente. Ciò che caratterizza questi rossese è la grande personalità riscontrata anche in produttori piccoli e sconosciuti, la caratterizzazione del territorio.
Nessun vino è fotocopia di altri, ma ciascuno è in grado di offrire una nota caratteristica e personale, sia per il terreno, sia per l'esposizione, sia per la mano del cantiniere. È stato unanime il riconoscimento di qualità per le annate assaggiate, da parte di sommelier, giornalisti ed enotecari. Il commento finale di Marco Gatti del Giorno e di Fabio Turchetti del Messaggero parla di vini autentici e veri con caratteristiche personali evidenti e riconoscibilità territoriale, per una degustazione di tutta piacevolezza.

Questa la lista dei vini assaggiati e dei produttori, in ordine di assaggio:

1 Az. Agr. Maccario Adriano - Rossese di Dolceacqua 2005 (Biologico)
2 Az. Agr. Pisano Danila - Rossese di Dolceacqua 2005 (Biologico)
3 Cantina del Rossese F.lli Gajaudo - Rossese di Dolceacqua 2006
4 Az. Agr. Taggiasco Leonardo - Rossese di Dolceacqua 2006
5 Az. Agr. Turistica Terre Bianche - Rossese di Dolceacqua 2006
6 Az. Agr. Guglielmi Enzo - Rossese di Dolceacqua 2006
7 Az. Vitivinicola Tenuta Anfosso - Rossese di Dolceacqua 2006
8 Az. Vitivinicola Ka*Manciné - Rossese di Dolceacqua 2006
9 Az. Agr. Perrino A. "Testalonga" - Rossese di Dolceacqua 2005
10 Az. Vitivinicola Caldi Luigi - Rossese di Dolceacqua Superiore 2005
11 Az. Agr. Alta Via - Rossese di Dolceacqua Superiore 2005
12 Cooperativa Riviera dei Fiori - Rossese di Dolceacqua Superiore 2005
13 Foresti snc di Foresti Marco - Rossese di Dolceacqua Superiore 2005
14 Az. Agr. Mauro Antonio Zino - Rossese di Dolceacqua Superiore 2005
15 Az. Agr. Cane G.B. Mandino - Rossese di Dolceacqua Superiore 2005
16 Az. Agr. Maccario Dringenberg - Rossese di Dolceacqua Superiore 2005
17 Az. Vitivinicola Poggi dell'Elmo - Rossese di Dolceacqua 2005
18 Az. Vitivinicola Tenuta Anfosso - Rossese di Dolceacqua Superiore 2005
19 Cantina del Rossese F.lli Gajaudo - Rossese di Dolceacqua Superiore 2005
20 Az. Agr. Turistica Terre Bianche - Rossese di Dolceacqua 2005
21 Az. Agr. Tenuta Giuncheo - Rossese di Dolceacqua 2005
22 Az. Vitivinicola Tornatore Antonio Abele - Rossese di Dolceacqua Superiore 2004


Il Convegno


Con Paolo che fa da moderatore inizia il convegno. Si parlerà di "Terra e mare, quando la multifunzionalità dell'agricoltura è l'unica scelta" e si poserà la prima pietra miliare della collaborazione tra Giardini Hanbury e Comunità Montana Intemelia. La comunità comprende i paesi di Airole, Apricale, Bajardo, Camporosso, Castelvittorio, Dolceacqua, Isolabona, Olivetta San Michele, Perinaldo, Pigna, Rocchetta Nervina, San Biagio della Cima, Seborga, Soldano, Vallebona e Ventimiglia.

Inizia Orengo a sottolineare la collaborazione tra turismo e agricoltura nella comunità montana. Paolo introduce poi l'argomento fiori, estremamente importante in questa fetta di Liguria e passa la parola alla signora del bon ton, Barbara Ronchi della Rocca, la quale ricorda che il fiore è bellezza ma in questo senso è un po' scontato e banale. È invece meno conosciuto il linguaggio dei fiori, quello di Jane Austin, che si è perso un po' per strada e ci fa sapere che certi fiori sono legati anche a sentimenti negativi, ad esempio il ciclamino era sinonimo di menzogna, l'oleandro voleva dire superbia, l'ibiscus significava bellezza che svanisce per cui bisognava fare attenzione, quando si donava un fiore, sia al tipo di fiore, sia a chi lo si donava, per non offendere certe sensibilità.

Nell'800 ci si poteva liberare del marito fedifrago mediante un semplice infuso di mughetto, estremamente velenoso. Un altro linguaggio che si è un po' conservato è invece quello dei colori. Altre curiosità relative ai fiori sono il significato di sessualità maschile legato all'orchidea, per quella sua forma pendula e gonfia, a mo' di testicolo, e l'uso che le nostre bisnonne un po' allegre facevano di peonie e garofani. Il loro numero in un mazzo ostentato a passeggio, indicava all'amante, che doveva rimanere sconosciuto, l'ora e i minuti del prossimo incontro amoroso. Il professor Gian Marino Stavi, responsabile di Villa Hanbury, ricorda come qui nei giardini lavorino tutte persone che vivono nei paesi di questa Comunità Montana e di come la struttura sia ben integrata nel territorio.

Il presidente della Provincia di Imperia, Gianni Giuliano, sottolinea che il turismo oggi è diverso, non si fa solo sulla costa ma anche nell'entroterra. I 67 comuni della provincia sono quasi tutti piccolissime entità. Quasi tutta la popolazione si concentra in soli 5 comuni, ma la forza della costa è proprio questo entroterra piccolo e pieno di cultura e tutto da scoprire per bellezze naturali, storiche e per curiosità alimentari. Paolo legge i telegrammi di saluti del Ministro delle Politiche agricole, Paolo De Castro e del Presidente dell'ABI, che è di queste parti essendo nato nello stesso paese del Presidente Orengo.

Infine Gian Carlo Cassini, assessore regionale all'agricoltura, ricorda le caratteristiche dell'economia agricola, che sono essenzialmente la stagionalità e il cambiamento continuo, del tutto contrapposte a quelle dell'economia industriale, banalizzazione e omogeneità, che fornisce prodotti sempre uguali in qualsiasi periodo dell'anno. L'obiettivo attuale è di aiutare l'entroterra ad accogliere più turisti, anche nei pernottamenti. La Liguria ha una ricchezza ambientale invidiabile: i soli muri a secco che reggono e decorano i suoi monti potrebbero essere allineati in una teoria più lunga della muraglia cinese. I fiori dell'imperiese crescono per il 75% della loro massa annuale, fuori delle serre, alla luce del sole e per questo hanno colori più belli e sono più robusti e duraturi di quelli che crescono in serra tutto l'anno, come succede in Olanda.

Marco Gatti esprime la sua sintesi sulla manifestazione e sui cinque anni di wine tasting identificandola nella parola entusiasmo e impegno, per costruire un patrimonio di grande futuro e inattaccabile. Siamo arrivati al clou della giornata, la firma della Convenzione tra i Giardini Hanbury e la Comunità Montana Intemelia, da parte delle personalità presenti. Tra le varie finalità della convenzione si ricorda la promozione reciproca del contesto storico e culturale delle due strutture, cui seguiranno protocolli attuativi.

Si scende ancora più a mare dalla villa fino al complesso del bar, dove sotto i pini e le altre piante quasi in riva al mare sono stati preparati tavoli con panche per il buffet con i piatti preparati da Beppe Sardi, chef del ristorante "Il Grappolo" di Alessandria, e da Delio Viale, chef del ristorante "Apricale da Delio" di Apricale.
Tutti i piatti proposti sono tipici della cucina ligure. Alcune torte salate sono state preparate nella maniera più artigianale possibile, dalle cuoche del posto, secondo loro antiche ricette, deliziose.

Il menù prevede:

Colori, profumi e sapori del Ponente (Pizza verde / Sardenaira / Turtun)
Crema di Fagioli Bianchi di Pigna con scaglie di Merluzzo cotto a vapore, Carciofi di Perinaldo, Olive Taggiasche e Pinoli (preparato da Beppe SARDI)
Tortino di Carciofi di Perinaldo e Patate Quarantine
Cima di coniglio con salsa Marò (con pane casereccio di Airole) (preparato da Delio VIALE)
Formaggio fresco e stagionato di Pecora Brigasca (con pane casereccio di Pigna)
Le "Michette" di Dolceacqua / Crocette / Torta "Tacunaa"

I vini in abbinamento con i piatti sono quelli della degustazione, offerti dai produttori, oltre a un buon Vermentino Riviera Ligure di Ponente. Non poteva mancare almeno un bianco con questi piatti.
La cena è un raduno di amici e persone unite da un sentire comune fatto di semplicità e allegria. Si prende posto sulle panche. Ci si stringe un po' per far posto agli ultimi arrivati. Si vanno a recuperare suppellettili e bicchieri di vino per chi non ne ha ancora e si sta insieme a raccontarci le ultime giornate vissute qua e là per l'Italia e la Francia.

Mentre stiamo assaggiando due o tre tipi di formaggio ecco arrivare Giorgio Conte e Claudio Rossi, che poi faranno lo spettacolo. Devono ancora cenare e li facciamo sedere al tavolo vicini a noi. Si riesce a trovare ancora un piatto di Merluzzo con fagioli, carciofi, olive e pinoli, due fette di pane, un po' di formaggio, mezza bottiglia di rossese e anche due dolci e una fetta di torta Tacunàa.
Ormai è quasi buio e si risale la costa pian piano fino al giardino davanti alla villa dove sono state posizionate un centinaio di poltroncine per lo spettacolo.

Giorgio è un artista, intrattenitore e conoscitore dell'animo umano. I suoi pezzi musicali raccontano storie di uomini soli, di ricette, di cucina e di diete, di luna bianca e di grande poesia. Claudio lo accompagna magistralmente con il violino. Prima di ogni brano ne fa un'introduzione parlata in cui cerca di presentare sé stesso come il protagonista della storia che andremo a sentire.
La semplicità delle note e dell'esecuzione rende ancora più intensa l'emozione che sprigiona dal pezzo e ne accentua il pathos. Ora comincia a farsi fresco nel parco. Giorgio e Claudio stanno terminando la loro fatica. Meglio che ci alziamo. Risaliamo fino alla strada per i viali della villa illuminati dai faretti ai bordi dell'asfalto, mano nella mano con Gabriella, mentre si allontana la voce di Giorgio che intona un pezzo di suo fratello Paolo con la luna che brilla in alto nel cielo e il profumo della lavanda che riempie l'aria attorno a noi.


Sabato 28 Aprile 2007. A Isolabona a parlare di Olio

Alla mattina del sabato il solito raduno, ormai diventato un classico, a Isolabona, passata Dolceacqua sulla strada verso Apricale, a parlare di olio e a premiare i buoni produttori liguri. Oltre a Paolo Massobrio quest'anno anche Giovanna Ruo Berchera, Luigi Caricato e il focoso Giuseppe Bigazzi, che riveste un po' il ruolo del sale in un impasto di pane o del lievito, quello che dà sapore e sostanza alla riunione, magari anche scaldandosi un po' per quello di scontato che dicono gli altri. In sostanza a difendere chi produce un olio genuino onestamente e con buona qualità in un territorio "aspro e forte" per dirla con un altro grande toscano.
Dopo la premiazione dei vincitori si rientra a gruppetti sparsi per un aperitivo a Dolceacqua e poi tutti a casa per una prossima lieta esperienza da qualche altra parte in Italia o magari all'estero.

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Sono nato in una torre malatestiana del 1350 sulle primissime colline del Montefeltro romagnolo, massi rotolati fino all'Adriatico...

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