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Viaggi enogastronomici

La Morra - Cultura, Cucina, Carattere (Terza Parte)

di Luigi Bellucci

MappaArticolo georeferenziato

Il Belvedere e la Cantina Comunale

Dopo una breve sosta al Santa Maria si risale col bus tra le nebbie del pomeriggio fino al centro di La Morra, sul Belvedere, dove sembra i essere immersi in un bicchiere di acqua e anice e davanti alla tavola che indica in lontananza cime e città, solo l’immaginazione ci permette di lanciare lo sguardo fino alle cime più lontane.
Si passeggia tra i palazzi antichi, la Torre, le case, fino al palazzo dove ha sede la Cantina Comunale, che espone una rassegna di tutti i 66 produttori di vino Barolo e altro, del Comune.

Vedi anche La Morra – Langa Bianca e Rosso del Barolo (Prima Parte)
 
Vedi anche La Morra – Nebbie e Imperatori antichi (Seconda Parte)

Sotto le volte ad arco in mattoni rossi ci sediamo per assaggiare un paio di bottiglie.

1° vino: Langhe Nebbiolo DOC 2008 Cordero di Montezemolo, di 14 gradi con Fascetta AAA 01890490.
Il colore è un rubino vivo e brillante. Al naso presenta un piacevole sentore vinoso e un buon fruttato pulito, con lievi note speziate. In bocca mostra un’abbondante freschezza per la buona acidità. È ampio, intenso e persistente, con un retrogusto di ciliegia e di prugna e piccoli frutti rossi maturi.
Accompagniamo la degustazione a piccoli assaggi di salame fresco e grissini

2° vino: Barolo Bricco Francesco DOCG 2004 Rocche dell’Annunziata di Rocche Costamagna, di 13,5 gradi dal lotto L 10/07.
Il colore è un rubino chiaro. Al naso presenta sentori speziati delicati e lievi. In bocca ha una buona acidità, è equilibrato, discretamente persistente.
Durante gli assaggi incontriamo il Presidente della Cantina, il Cavalier Lorenzo Comasso, che sembra un personaggio uscito da un testo di fine ‘800 per il mantello che porta sulle spalle, il berretto nero a tesa larga e la sua spontanea parlata in perfetto dialetto piemontese che non è così facile afferrare al primo impatto per chi non è del posto.

Lasciamo la Cantina per una passeggiata nel borgo antico, per Via Cavour a scendere lungo il sentiero del Barolo dalla Chiesa parrocchiale lungo i bastioni medioevali per rientrare sotto il portico davanti all’Ufficio del Turismo per un incontro con il sindaco Giovanni Bosco. Ricorda lo sviluppo della zona negli ultimi 30 anni, quando qui i produttori erano meno di una decina, quelli legati alla tradizione. Oggi sono quasi settanta, con più vigneti, prodotti migliori e cura della qualità. Manca ancora un più diffuso senso di collaborazione per fare sinergia nella promozione e nel marketing dei prodotti del territorio, ma non disperiamo di colmare presto anche questo ultimo divario prendendo esempio da chi già lavora bene in questo senso.
Per il mese di Maggio la Cantina ha preparato un programma di assaggi e degustazioni dedicati al Dolcetto, alla Barbera, al Nebbiolo e … ça va sans dire … al Barolo. Una giornata per ogni vino nei sabati di Maggio per carpire da ogni produttore i suoi segreti e le sue bottiglie migliori..

A cena da Bovio

Stasera ci spostiamo per la cena in frazione Annunziata di La Morra. Il ristorante è nuovo, elegante, sito su un versante con un panorama delizioso, che stasera è offuscato da un velo di nebbia che fa molta atmosfera. All’interno più sale, ben attrezzate e già piene di clienti. Per noi un tavolo lungo vicino alla vetrata in fondo alla sala più grande.
All’ingresso ci aspetta Alessandra, la figlia di Gianfranco, che gestiva il Ristorante il Belvedere di La Morra, ai cui tavoli ha pranzato di sicuro chiunque apprezzasse il buon vino di questo territorio così generoso. Lungo il corridoio non si può fare a meno di far cadere l’occhio sul sontuoso carrello dei formaggi che da solo vale la visita. Al di là della porta a vetri la cucina dove regna Marco Boschiazzo, marito di Alessandra.
Papà Gianfranco aveva iniziato come cameriere nel ristorante Savona, ad Alba, gestito da Giacomo Morra, che era stato forse il primo a promuovere il consumo del tartufo nel suo ristorante, già dagli anni ’30. Di lì la sua carriera come titolare di ristoranti era poi proseguita a gonfie vile fino ad oggi.
Un aperitivo a base di Arneis è il benvenuto della serata. È un 2008 Perdandins di Negro. Un DOCG di 14 gradi dal lotto L1 e fascetta AAA09032291. Un colore paglierino vivo e brillante, un naso minerale, pulito, persistente ed elegante. In bocca è sapido, pieno ma leggermente squilibrato verso la nota amara, ma con un piacevole retrogusto di mandorla amara.
La trafile degli antipasti inizia con un ottimo cotechino con crema di patate. A seguire un vitello tonnato “vecchia maniera” e rivisitato con tonno, acciughe e capperi.
Una sorpresa piacevolissima la bottiglia di Pinot Bianco prelevata dalla cantina personale del sindaco Giovanni Bosco. È un  Guteden Trocken del Baden 2008, “Vino di qualità”, di 12 gradi dal lotto AP-Nr 013/89/09. Il colore è giallo paglierino chiaro. Al naso presenta una bella gamma di sensazioni che vanno dal balsamico al floreale, pulito e intenso. In bocca si mostra sapido, con un buon residuo zuccherino che lo rende leggermente abboccato, con un retrogusto di fiori bianchi e di pesca bianca.
Eccellente la battuta di fassone con tartufo nero e scaglie di parmigiano.
In abbinamento la Barbera d’Alba di Bovio del 2008, di 13,5 gradi e fascetta AAA09589641.
Il colore è un rubino pieno e caldo, al naso senti i frutti rossi, intenso e pulito. In bocca è pieno, armonico, piacevolmente equilibrato, con un retrogusto di ciliegia matura.
Ecco lo squisito tortino di asparagi con fonduta di Raschera.
Non è da meno il risotto al barolo con la trevigiana. Fantastici i ravioli del plin ai tre arrosti.
A seguire il Brasato al Barolo con asparagi, patata e spinaci, accompagnato dal Barolo Bovio Vigna Gattera 2003, una magnum di 14,5 gradi dal lotto L06 a fascetta AAA00755644. il colore è rubino, luminoso e vivo. Al naso ha una intensa nota speziata, una piacevole pulizia e una complessità che sfocia in sentori di tabacco e cuoio. In bocca è equilibrato, piacevole, di buona struttura, sapido e persistente.
Il dessert è una panna cotta con frutti di bosco e al centro del tavolo la pasticceria della casa. Piacevolissimo anche l’assaggio dello sformato al cioccolato con gelato oal pistacchio di Bronte
Si chiude con un buon caffé e il Barolo Chinato di Da Milano

Domenica 21 Marzo 2010

L’Hotel Wellness “Santa Maria”

Oggi è l’ultimo giorno di questo breve ma intenso tour sul Barolo di La Morra. Dopo la colazione nella sala con vista sul prato, Carmine Giardino, titolare dell’Hotel Wellness “Santa Maria”, ci conduce per una visita lungo i locali e le attrezzature dell’albergo: il centro Fitness, la palestra ben attrezzata, la piscina con l’acqua a filo del pavimento, le sale per Convegni e riunioni, il Centro Massaggi con la scuola. L’altr’anno c’è stato Paolo Massobrio, che stava scrivendo un libro e si è goduto la pace e la tranquillità di questi luoghi nel mese di Gennaio. Carmine ricorda che questi sono stati i paesi di Fenoglio e di Pavese e ricorda anche le storie di langhetti e langhette di più di trent’anni fa. Non può fare a meno di tornare ai tempi dello scandalo del metanolo, del 1984. allora venivano i turisti incuriositi da quei fatti, ma era un turismo in negativo, come vedere il paesaggio a colori invertiti, i chiari a tinte scure e viceversa.
Erano soprattutto svizzeri, venivano ad assaggiare il barolo che nessuno comprava. Costava come il dolcetto. Le cantine ne erano piene. Ci hanno messo più di vent’anni a togliersi dalle spalle questa brutta nomea di vini sofisticati, ma finalmente ci sono riusciti e oggi il vino è diventato di nuovo sinonimo di eccellenza ed è apprezzato da sempre più intenditori e curiosi.

Ad Annunziata per l’Azienda Bovio

L’ultima visita è all’azienda Bovio, quello del ristorante, Gianfranco. Arriviamo sull’aia dell’azienda che sono circa le dieci. Ci aspetta Fabio. Il padre, fattore dell’azienda, è andato a prendere il titolare, che esce proprio oggi dall’ospedale per una serie di controlli che doveva fare.
L’azienda copre circa una dozzina di ettari vitati, per una produzione sulle ottantamila bottiglie. Non solo Barolo e Nebbiolo, ma anche Barbera e Dolcetto e tra i bianchi il Cabernet Sauvignon per un langhe Bianco di ottima fattura. L’enologo dell’azienda è Giuseppe Caviola.
Il mercato è prevalentemente locale e poi si sta iniziando un’esportazione consistente verso la Cina e i mercati del Nord America.
Visitiamo la sala fermentazione e poi la zona invecchiamento con qualche barrique e molte botti di media capacità, sui 16 ettolitri, dedicate al barolo.
Assaggiamo quattro vini mentre si avvicina l’ora di pranzo attorno al buffet di frittatine d’erbe deliziose, fette di salame, crudo e cotto, formaggetta fresca da latte vaccino, formaggio di capra e uno squisito bunet fatto da Marco, il cuoco del ristorante.
I vini in assaggio:

Primo vino: Langhe DOC bianco 2008, di 13 gradi.
Colore paglierino chiaro, vivo e luminoso, quasi brillante.
Al naso evidente la pietra focaia, i fiori e i frutti bianchi in seconda battuta per una sensazione piacevole di pulizia e intensità e “schiettezza”.
In bocca è pieno, armonico, con un discreto corpo, elegante e al retrogusto si avvertono note di frutti bianchi.

Secondo vino: Regiaveja – Barbera d’Alba DOC 2005, di 13,5 gradi e fascetta AAA05530021..
Ha fatto un lieve passaggio in barrique.
Colore rubino lievemente granato sull’unghia.
Al naso si avvertono note speziate e un bel fruttato maturo di frutti rossi su un fondo pulito..
In bocca è fresco ed equilibrato, con una buona sapidità. Snello di corpo e dunque di pronta beva, da tutto pasto, con una nota di ciliegia matura in retrogusto.

Terzo vino: Langhe DOC Nebbiolo 2006, di 13,5 gradi e fascetta AAA01508575.
Colore rubino tendente all’amaranto.
Al naso le note speziate sono fini ed eleganti..
In bocca è fresco sapido, discretamente pieno, armonico ed equilibrato. Al retrogusto prevalgono le note speziate.

Quarto vino: Bricco Parussi Riserva – Barolo DOC 2000, di 14,5 gradi e fascetta AAA00982773.
Colore amaranto con sfumature rubino, vivo e luminoso.
Al naso si avverte una bella complessità, con sentori speziati e fruttati, di buona intensità ma di ampia finezza e lunga persistenza..
In bocca è pieno, armonico, perfettamente equilibrato e di estrema eleganza. Davvero il ,migliore dei quattro vini proposti.

Lasciamo l’azienda Bovio dopo avere atteso invano il titolare e riprendiamo le strade langarole verso il sud e la Liguria.

[Foto Credit: Gabriella Repetto]

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