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Viaggi enogastronomici

È il Capodanno 2050, alla Nardini di Bassano (Prima Parte)

di Luigi Bellucci

MappaArticolo georeferenziato

La Nardini produce grappa dal 1779 e per i suoi 225 anni, nel 2004, il Presidente Giuseppe ha voluto regalarsi le Bolle di Fuksas. La struttura è iper moderna ma anche bella, piacevole, gradevole alla vista, immersa com’è tra gli alberi del parco che sta attorno allo stabilimento. E ciò che stupisce di più è anche il fatto che resta bella anche quando, come stasera, pioviggina e il tempo è proprio “luvego”, come diciamo a Genova. In questa struttura si tiene un convegno, il primo, si spera, di una lunga serie, all’incirca sulla scia dell’iniziativa di Nonino con il premio “Risit d’Âur”. Si parla di incremento demografico nel mondo nei prossimi 40 anni. Gianni Riotta ha organizzato il convegno e ha invitato grandi teste da tutto il mondo. Alla sera una cena memorabile nella grapperia Nardini sotto il ponte di legno, a fianco delle acque del Brenta rese turbolente dalle abbondanti piogge di questi ultimi giorni. Quanti saremo nel 2050? Con quello che possono valere previsioni così lontane, in Italia e in Europa saremo più o meno tanti quanti oggi, ma con un’alta percentuale di extra comunitari e figli di extra comunitari pienamente integrati nel tessuto sociale. Gli italiani di razza “pura” sembra saranno solo uno su dieci, con buona pace di Bossi e dei leghisti più xenofobi. Ci sarà stata una crescita leggera fino al 2035 – 2037 e poi ricomincerà la discesa. Nel mondo la popolazione sarà concentrata nelle grandi metropoli, molto più grandi e numerose di oggi, specie in Africa, Asia e Sud America. Sul fatto di esserci o meno, con i progressi della medicina e un bel po’ di fortuna anche chi come me avrà appena raggiunto il secolo di vita potrebbe assistere a quel Capodanno, magari ancora con un’ombrina di grappa nel gotto tenuto stretto nella mano già ora tremolante.

Vedi anche: È il Capodanno 2050: Tu hai un sogno? (Seconda Parte)

Mercoledì 10 novembre 2010.

Alle Bolle

Parto nel primo pomeriggio da Chiavari e viaggio sotto la pioggia quasi sempre scrosciante e una bella grandinata tra Chiavari e Recco. Il traffico non è intenso e alle sei meno dieci sono nel parcheggio dietro alle Bolle di Fuksas. Geniali ed esteticamente assai attraenti, tanto che passa subito lo stordimento leggero del viaggio.
La pioggia che cade sulla passerella che porta dalla stradina all’ingresso la rende più scivolosa, per cui occorre più attenzione e si deve accorciare il passo. Si rischia di cadere nel laghetto (ma è solo apparente) che sta sotto alla passerella larga un metro se si incrocia qualcuno in senso inverso.
All’interno non ci sono portaombrelli, quindi si devono lasciare sul corrimano alla fine della passerella. Nei bagni non ci sono ripiani per appoggiare borse o dispense e lasciarli a terra appoggiati non è piacevole. Per accedere al piano inferiore dell’Auditorium c’è una scala di legno con scalini non bene evidenziati e chi scende non riesce a distinguere bene dove finisce la pedata.
Mi rincuoro dalla pioggia nel piccolo buffet alle spalle dell’anfiteatro.
La conferenza stampa si tiene nella bolla grande in cima alla scala ed è il Presidente Giuseppe Nardini che alle 18:20 dà il benvenuto a tutti i presenti. Con questo primo convegno la Nardini ha voluto creare un Laboratorio sul futuro, ha sentito forte il bisogno di investire in questo progetto per un senso di responsabilità verso tutta la collettività nazionale e mondiale e ha sentito anche il dovere di migliorare il mondo, se possibile, attraverso il dialogo e il confronto in maniera democratica e propositiva.
Lui stesso racconta come questo luogo dall’aria quasi magica sia stato voluto in occasione del 225° anniversario dell’azienda, nel 2004. Aveva voluto Fuksas e gli aveva chiesto di pensare a qualcosa che rispecchiasse bene l’audacia e l’ambizione delle idee che stanno alla base di questa iniziativa di Benvenuto al Capodanno 2050. Gli aveva anche posto qualche paletto, come valorizzare lo spazio, prevedere trasparenza dentro e fuori, rispettare il verde attorno allo stabilimento. L’idea è sbocciata come spesso accade, attorno a un tavolo durante una cena e su un pezzo di carta sono nate le bolle.
A Giuseppe piace sottolineare che la costruzione è stata realizzata completamente da artigiani e ditte del Veneto, contribuendo a dare vigore a questa regione così “povera” negli anni cinquanta e così produttiva oggi, ricca e attenta ad uno sviluppo consapevole.
La scelta dello sviluppo demografico come primo argomento su cui discutere e lavorare nasce dal desiderio di pensare alle generazioni future. Oggi sappiamo, in linea di massima, quanti saranno gli abitanti della terra nel 2050, ma non sappiamo nulla di come vivranno e di quali e quante risorse potranno usufruire e questo solo un serio studio demografico con confronti a livello mondiale può riuscire a “intuire”.
Dopo il Presidente tocca ad Alberto Bovo, coordinatore del comitato fondativo, illustrare in dettaglio le motivazioni dell’iniziativa, che è essenzialmente culturale e non di marketing, se non in modo indiretto in quanto il nome Nardini identifica un prodotto di eccellenza nella memoria di chi conosce, apprezza e ama i buoni distillati.
Nelle Bolle non c’è solo spazio per convegni ma sono normalmente destinate all’attività dei dipendenti, con il Laboratorio, alcuni uffici e stanze di lavoro.
Nel convegno che inizia domani si succederanno a parlare personalità mondiali del calibro di Bill Emmott, Jack Goldstone, Francesco Billari, Miguel Gotor, Luca Molinari, Guido Barilla, Enrico Giovannini, oltre a interventi in video di Roberto Saviano, Carlo Petrini e del Cardinale Martini.
Stasera invece c’è già Moses Naim, incaricato del progetto futuro e della sua evoluzione, impegnato domani in un altro intervento in Olanda, ospite della Regina.
Il motore di questo convegno è però Gianni Riotta. È lui il coordinatore del comitato scientifico, etichetta dietro la quale si nasconde uno spirito di collaborazione tra amici per riflessioni sui problemi veri, al fine di lavorarci con pazienza e passione.
Quanti saremo nel 2050 e soprattutto come saremo, come sarà il mondo e come saranno l’Europa e l’Italia.
Mentre Gianni parla, in Veneto si vive un’atmosfera quasi alluvionale.

A cena sul ponte in Grapperia

Scendiamo tutti di due piani fino all’Auditorium per vedere un bel filmato realizzato dalla Nardini sulla grappa e sulle ultime innovazioni tecnologiche. Salta evidente la pulizia della lavorazione e la cura nella selezione delle vinacce da cui si estrae la grappa, prima dell’avvio al ciclo di estrazione del liquore. Mentre si guarda al futuro si tiene ben saldo il piede sul territorio.
Ci si sposta dalle bolle al centro storico di Bassano, dopo una breve sosta all’Hotel Palladio dove pernotteremo, con la spola di piccoli bus navetta da una dozzina di posti per una visita alla Grapperia che si trova a un’estremità dello storico Ponte di Bassano, uno dei pochi ponti di legno completamente coperti ancora in piedi.
La sala di assaggio è al piano terra mentre per la cena scendiamo in una sala più grande, quasi al livello del pelo d’acqua del Brenta, che scorre lì a fianco, stasera impetuoso e rischiarato dai riflessi dei lampioni giallastri della riva.
La sala è su due livelli e sulle pareti sono in mostra grandi fotografie dei ponti di legno storici più famosi in Italia e in Europa.
L’accoglienza della grande famiglia Nardini, tra figli, figlie, generi, nuore e nipoti, già molti dei quali sono impegnati in azienda in prima persona, è calorosa e ti senti a tuo agio in mezzo agli ospiti importanti convenuti da tutto il mondo.
La conversazione scorre piacevole fra piatti di pesci e di verdure e primi e dolci e cioccolatini e grappe.
Si torna in superficie che è passata mezzanotte e le navette continuano la spola dal Ponte agli alberghi.

Giovedì 11 novembre 2010.

Il Convegno

Siamo tornati alle Bolle, nell’Anfiteatro. Noto con curiosità, in ultima fila, mentre alla spicciolata arrivano relatori e convenuti, molti giovani studenti, molti giornalisti, Bill Emmott che osserva, curioso e attento, le persone. La sua non è timidezza né stanchezza, ma è solo curiosità, voglia di osservare, quasi fosse uno Sherlock Holmes attento a non farsi sfuggire il minimo particolare di questa indagine sul futuro dell’umanità.
Alle 10.30 Giuseppe Nardini ringrazia tutti dopo avere ricordato che sono 231 gli anni di tradizione dell’azienda, davvero tanti e per questo si è deciso di guardare al futuro per dare un contributo al dibattito sullo sviluppo globale, invitando ospiti illustri e relatori di fama mondiale.
Alberto Bovo ribadisce che è desiderio dell’azienda che Bassano diventi il punto di riferimento delle “idee per il futuro”.
Gianni Riotta riprende la metafora della grappa per illustrare l’approccio alla materia: si lascia la testa e la coda per tenere solo il cuore degli argomenti, la polpa, quella che ti fa capire e ti mette in grado di cercare le soluzioni più appropriate e più adatte. Dopo avere letto un massaggio di Emma Marcegaglia (“è il mio capo!”) invita Jack Goldstone al suo intervento e Jack entra subito nel vivo.
Il futuro ci riserva nuovi mercati emergenti, invecchiamento della popolazione nei paesi sviluppati, il problema della salute, il problema dell’Islam, avremo a che fare sempre più con un mondo di grandi città e sempre meno con un mondo di villaggi.
Nel 1950 nei paesi poveri vivevano 1,8 miliardi di persone e solo 0,9 nei paesi ricchi (rispettivamente 67% e 33%). Nel 2050, dopo 100 anni, saranno otto miliardi contro uno (89% e 11% rispettivamente). La stessa proporzione vale ovviamente anche per la forza lavoro.
L’Europa ha una prospettiva drammatica perché sta andando incontro a un aumento significativo di popolazione anziana e a una diminuzione delle forze attive nel lavoro di molte decine di milioni.
Il rapporto tra attivi nel lavoro ed pensionati scende da 3 contro 1 nel periodo 1950 – 2000 a 1,5 contro 1 nei successivi 50 anni, 2000 – 2050.
Dal punto di vista politico si va incontro a una forte instabilità negli stati africani e a una moderata instabilità in Asia e America del Sud.
Si prevede inoltre un raddoppio dei paesi a cultura musulmana, da 1,3 a 2,2 miliardi, con un aumento delle grandi metropoli in tutto il mondo.
Se pensiamo alle soluzioni per non soccombere si può suggerire per l’Europa di intervenire sul miglioramento della flessibilità lavorativa, il problema dei pensionati, la formazione, tenere sotot controllo l’immigrazione e l’emigrazione, favorire l’innovazione e privilegiare le soluzioni che vanno incontro al mercato.
In ambito extra europeo si dovranno affrontare fenomeni di globalizzazione per flussi di persone, urbanizzazione, si dovrà avere fede nei classici valori liberali europei, si dovrà lavorare per favorire l’ingresso della Turchia in Europa.
L’intervento di Moses Naim è stato video registrato per il suo impegno di oggi alla Corte di Olanda.
Moses dice che si possono prevedere diversi scenari per il mondo nel 2050, da quelli molto ottimisti a quelli molto pessimisti. Sono una decina le questioni da tenere sotto osservazione e riguardano la Cina, la crescita demografica, lo sviluppo della classe media verso i ricchi o verso i poveri, la crescita della temperatura del pianeta, l’energia da utilizzare, il modo in cui utilizzare Internet, l’evoluzione del mondo islamico e la sua integrazione, la costruzione e la distruzione di Stati, l’influenza dei mercati emergenti sia sulle risorse, sia sullo sviluppo globale, la capacità del mondo di globalizzare i problemi e le soluzioni, ove possibile.
Tra i due scenari estremi vi saranno infinite possibilità di equilibrio o di disequilibrio.
L’intervento successivo è del Presidente dell’Istat, Enrico Giovannini, che presenta le prospettive demografiche in Italia, parla di etica della responsabilità e ragiona su che tipo di mondo si vuole costruire.
In Italia la popolazione si mantiene stabile tra 60 e 62 milioni, di qui al 2050, con una punta massima verso il 2035. Gli stranieri cresceranno dal 7% al 17%, i 65enni dal 20% al 30%, gli 80enni dal 6% al 15%. Vi sarà un ulteriore spostamento della popolazione dal sud al nord del 10% e l’età media crescerà da 40 a 48 anni.
In Europa nel 2050 il 90% della popolazione sarà costituita da immigrati e loro discendenti e sarà rimasto solo il 10% di autoctoni.
Per contribuire tutti allo sviluppo è fondamentale che ciascuno di noi, nel proprio piccolo, si sforzi di pensare a che mondo vorrebbe per i propri figli e nipoti in termini di lavoro, ambiente vivibile piuttosto che ricchezza o prodotto interno lordo e si comporti di conseguenza.
È la volta di un altro video con Gianni Riotta che intervista Roberto Saviano. In lui c’è una forte speranza, che però non viene dal cuore, ma dal cervello, dalle “tempie”. Finora in Campania le rivolte verso la camorra sono state fatte dalla Comunità Africana. Questa potrebbe essere l’occasione per la nascita di città multietniche nel sud Italia, con paesi e anche città magari governate da sindaci africani ma nati in Italia. La paura invece è che continui l’influenza della criminalità organizzata sui finanziamenti e sulle scelte politiche.

Foto Credit: Gabriella Repetto

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Sono nato in una torre malatestiana del 1350 sulle primissime colline del Montefeltro romagnolo, massi rotolati fino all'Adriatico...

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