Registrati!

hai dimenticato la password?

Inserisci il tuo indirizzo e-mail e premi invia.

ricerca avanzata

cerca in
Pubblicità
Home > Esperti > Food

La lenticchia di Castelluccio di Norcia Igp

di Pier Luigi Nanni

MappaArticolo georeferenziato

Giorni orsono, sono stato invitato ad un convegno agroalimentare che, per l’argomento trattato, è alquanto particolare: la lenticchia. Ebbene, la curiosità è stata tanta che vi ho partecipato con vero piacere. Riconosciuta IGP - Indicazione Geografica Protetta - con Reg. CE 1065 del 12/06/1997, la zona di produzione di riferimento è Castelluccio di Norcia, splendido centro urbano agreste nel cuore dell’Umbria, che conserva interessanti vestige archeologiche di un glorioso passato ormai dimenticato, in provincia di Perugia.

L’area produttiva si estende integralmente al comprensorio dei comuni compresi nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini, ricadente nel territorio delle regioni Umbria e Marche. Le dolci colline che lo circondano, in primavera inoltrata è un’immensa distesa di questa piantina verde brillante dai piccoli e delicatissimi fiori bianchi con sfumature celesti. La produzione è gestita, nella totalità, dalla “Cooperativa Lenticchia Castelluccio di Norcia” con sede, appunto, a Norcia e dall’ente del “Parco Tecnologico Agroalimentare dell’Umbria” di Todi.

Originaria dell’Asia Minore e ricordata anche nella sacra Bibbia, in quanto ricerche scientifiche ed archeologiche sulla lenticchia, porrebbero in evidenza che sia il più antico legume coltivato, addirittura dal 7000 a.C. in quanto sono stati ritrovati semi in tombe neolitiche, dovuto ad una rapida diffusione in tutto il Mediterraneo. Durante il periodo della Grecia classica e nell’impero romano dopo, divenne il cibo base dei popoli poveri, tanto che il nome di una delle famiglie romane più importanti, quella dei Lentuli, deriverebbe da questo legume in quanto erano i maggiori latifondisti e produttori. Inoltre, nel XVII° sec. proprio per la sua particolare forma, diede il nome latino alla lente di vetro.

La tecnica colturale adottata per questa leguminosa, è quella tradizionale, in uso da centinaia di anni: aratura ed erpicatura all’inizio della primavera, semina dalla metà di marzo alla metà di maggio non appena il manto nevoso è disciolto, rullatura dei campi per facilitarne la germinazione. L’elevata frequenza delle piogge ed i precoci freddi autunnali, abbreviano il periodo di maturazione della lenticchia costringendo gli agricoltori allo sfalcio e successiva trebbiatura, entro agosto: i baccelli vengono lasciati essiccare nel campo e successivamente trebbiati nell’aia. Molto resistente ai parassiti in genere e per la coltivazione esclusivamente biologica.

La pianta, appartenente alla famiglia delle “lens culinaris”, ha un ciclo di vita annuale ed è caratterizzata da uno stelo ramificato e rampicante dall’altezza variabile da 20 a 40 cm. avente baccelli rettangolari e schiacciati racchiudenti 1-3 semi [ervum lens] dalla tipica forma tondeggiante ed appiattita di colore variegato dal giallo-verdastro al marroncino chiaro, avente dimensione di 3-4 mm. Sul mercato se ne trovano di varie colorazioni quali, rossastre, bruno ed addirittura nere: fare attenzione, in quanto sono di produzione asiatica a prezzo ridicolo e dal sapore che non ha nulla di assomigliante alle nostrane umbre. Anche il prezzo aiuta a diversificarle: quelle di Castelluccio non devono costare meno di 8-9 euro al kg e commercializzate in sacchetti di juta o in confezioni di cartone o plastica, di peso di 250 gr., 500 gr. ed 1 kg., inoltre devono riportare stampigliato il logo dell’ente di protezione.

Le lenticchie hanno un alto valore nutritivo, in quanto ricche di vitamine A, B1, B2, C, PP; di proteine per circa il 24%; oli vegetali, 2% e sali minerali [calcio, ferro, sodio, potassio, fosforo] utili per chi ha problemi di anemia o di esaurimento fisico.

Se essiccate, devono essere riposte in recipienti di coccio, vetro o carta e collocati in ambienti freschi ed asciutti, dove si possono conservare anche per lunghi periodi. Una volta cotte invece, le lenticchie è bene conservarle in frigorifero.
Essendo caratterizzate da una buccia particolarmente fina e tenera, a differenza degli altri legumi non devono essere preventivamente ammorbidite in acqua.
In cucina sono molto utilizzate per zuppe, minestre e contorni con lo zampone, cotechino e le nostrane salsicce. In altre località, le lenticchie si utilizzano anche nelle insalate o per fare purea.

Per ottenere una perfetta cottura, è meglio usare tegami o pentole di acciaio, ghisa, terracotta o ferro smaltato, ma non di alluminio, in quanto diventerebbero sgraditamente nere.


[Photo credit: Viaggicheblog.it]

Letto 12270 voltePermalink[1] commenti

1 Commenti

Inserito da lucio alciati

il 28 novembre 2013 alle 20:30
#1
su questo argomento:
Ci stiamo approssimando alle magiche festività natalizia e già la sua atmosfera avvolge l'aria e i nostri pensieri volano verso quei momenti felici.

E, quei momenti, regalano festosa convivialità che si esprime, oltre alla religiosità, alla benefica solidarietà, ai nuovi intenti e ai doni, nelle cene e nei pranzi sontuosi e gustosi.

Quest'ultimi conditi da piatti speciali dove non mancano tipicità e tradizione.

Tipicità e tradizioni che contemplano prodotti del territorio come la lenticchia, piccolo legume dalle grandi qualità.

A Caraglio e nella Valle Grana dove essa è suo capoluogo da qualche anno rivive la lenticchia, in piccoli appezzamenti, terrazzamenti delle colline, in alcuni casi nella rotazione con la coltivazione dell'ormai conosciuto Aglio di Caraglio.

La produzione non è elevata ma è di ottima qualità e di squisito sapore.

Qual'è il momento migliore e per questo che vi scrivo. Ciò non vuole essere commerciale proprio per la scarsa produzione che viene esaurita in poco tempo equindi di rara reperibilità. Tuttavia l'intento mio è quello di una notizia, promozionale, di aiuto per lo sviluppo di questa umile, antica e sana coltura, già allevata nella nostra zona in epoca antica e poi abbandonata.

Abbiamo bisogno della nostra memoria, abbiamo bisogno di un nuovo sviluppo agricolo che sia alleato della nostra terra, piccola realtà delle terre occitane, in armonia con la natura e non espressamente ed esclusivamente a fini di mero tornaconto economico, anche se utile per la soppravivenza delle nostre piccole aziende agricole montane.

Notizie in merito e video, se interessa, vallegranameamour.blogspot.com o alla voce google: lenticchia della Valle Grana .

Grazie e cordiali saluti.

L.A.

Inserisci commento

Per inserire commenti è necessario essere registrati ed aver eseguito il login.

Se non sei ancora registrato, clicca qui.
PUBBLICITÀ

Pier Luigi Nanni

Pier Luigi Nanni


 e-mail

Leggi tutto...

Archivio Risorse Interagisci

 feed rss area food

PUBBLICITÀ

Ultimi Commenti