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Aloe, prodigio della natura, di Pier Luigi Nanni

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Aloe, prodigio della natura

di Pier Luigi Nanni

Il termine ALOE deriva, probabilmente, dal greco “àls-alòs”, sale, o dall’ebraico ‘alua’ che significa ‘mare’ o ‘amaro’: infatti, il succo ha un sapore amaro-salato che ricorda l’acqua di mare.


Dalle origini ai giorni nostri


Definita pianta dell’immortalità dagli antichi egizi, veniva piantata presso l’entrata delle piramidi per indicare ai faraoni il cammino verso la terra dei morti. Usata come ingrediente nella preparazione degli unguenti per l’imbalsamazione, era coltivata soprattutto ad uso terapeutico. Inventori del clistere, gli antichi egizi utilizzavano il succo come enteroclisma purgante associato ad altre erbe. Inoltre, la bellezza di Nefertiti e di Cleopatra, era attribuita all’uso dell’aloe, in varie preparazioni, assieme ai rigeneranti e nutrienti bagni di latte di asina.

Nella Grecia classica, una leggenda popolare ricorda che Alessandro Magno, su consiglio di Aristotele, conquistò la piccola isola di Socotra, in quanto riccamente coltivata ad aloe che, secondo i guaritori dell’epoca, le piante possedevano notevoli proprietà terapeutiche come balsamo lenitivo e cicatrizzante per le ferite subite dai soldati durante le logoranti spedizioni militari intraprese dal Macedone.

Persino nella bibbia, in numerosi libri, si fanno molteplici riferimenti a questa pianta. Dal vangelo secondo Giovanni, cap. 19-39, si legge che “…Nicodemo realizzò una miscela di mirra, succo di aloe ed erbe per preparare il corpo di Gesù per la sepoltura”. Questo particolare unguento, a seguito di quanto, prese il nome di “Elisir di Gerusalemme”, di cui si fece ampio uso da parte delle innumerevoli e successive culture templari e massoniche, magnificandone le unicità di doti curative e ringiovamento per la pelle, corpo e soprattutto…dello spirito!

Anche gli antichi assiri ingerivano il succo di ‘sibaru’ o siburu’, cioè l’aloe, per risolvere i disagi dovuti all’ingestione ed alle formazione di gas intestinale. Nel I° sec. d.C. sia Plinio il Vecchio che Dioscoride, descrivono gli usi terapeutici del succo di aloe per curare ferite, disturbi di stomaco, stipsi, punture di insetti, mal di testa, calvizie, irritazioni della pelle, problemi orali e tanti altri disagi ancora: un vero toccasana della natura a disposizione dell’uomo! I maja, che conoscevano ed utilizzavano l’aloe, conosciuta col nome di ‘hunpeckin-ci’, la consideravano un prodigioso medicinale per innumerevoli disturbi.

Pure dall’estremo oriente ci giungono dimostrazioni dell’utilizzo di questa pianta. La cultura e medicina tibetana fa tuttora uso per realizzare rimedi terapeutici ed incensi per meditazione ed effetti calmanti, armonizzanti e soporiferi, col succo di aloe. La medicina ayurvedica si serve della corteccia dell’aloe ‘aquilaria agallocha’ per la preparazione di rimedi vari. Il kamasutra, guida sessuale per eccellenza, cita l’aloe con una vesta di potente afrodisiaco. Marco polo, nel Milione, diario del personale girovagare in oriente, descrive chiaramente la leggenda venutasi a creare attorno all’aloe, a proposito dei suoi numerosi utilizzi. Nel XVI° sec. queste piante furono importate nelle isole Barbados e si diffusero notevolmente per le loro applicazioni terapeutiche. Il secolo successivo, tramite mercanti olandesi, vide la pianta diffondersi nel centro-nord dell’Africa, dando origine ad un florido mercato erboristico. È indubbio che diverse civiltà e vari popoli hanno attribuito a questa pianta poteri ‘magici, superstiziosi, esoterici’, in quanto tuttora in Egitto se posta all’interno delle abitazioni, è considerata protettrice.

Il primo studio scientifico dedicato a questa pianta, risale al 1851 da parte dei ricercatori inglesi Smith e Stenhouse, che ne identificarono e studiarono la prima componente conosciuta, l’aloina. Nel 1907, gli estratti di aloina ed aleomodina sono stati citati come efficaci lassativi. L’aloe è tornata a far parlare di sé nel 1935, anno in cui Creston Collins e suo figlio, rivelarono in un rapporto medico-scientifico divenuto poi celebre, il possibile utilizzo dell’aloe per sopperire agli effetti devastanti della neo-terapia con radioisotopi che stava muovendo i primi passi e poiché non assolutamente equilibrata, formava estese e profonde ustioni. Occorre arrivare al 1959, quando da parte del Ministero della Sanità Americano, si è potuto documentare definitivamente l’efficace capacità rigeneratrice dei tessuti cutanei curati con preparati a base di aloe. Il genere botanico ALOE, arbusto sempreverde perenne e rampicante, appartiene alla famiglia delle ‘aloaceae’ e se ne conoscono circa 350 varietà su tutto il pianeta, ma quella che possiede le maggiori proprietà medicinali, è il tipo chiamato ‘vera’.


ALOE BARBADENSIS, detta anche ALOE MILLER VERA, è una pianta che possiede un fusto corto e legnoso con una rosetta di foglie lanceolate, carnose, che terminano con una punta acuta e provvisti di spine ai margini. Dal centro della rosetta si eleva uno stelo colmo di fiori dal giallo all’intenso rosso porpora. Predilige climi caldi e secchi ed è originaria del Sud Africa, ed attualmente è intensamente coltivata in Texas, Barbados, Australia, Messico, Russia, Giappone, Israele, Spagna e Grecia. I prodotti che si ottengono sono principalmente due.

- Succo amaro e giallastro ottenuto dall’incisione degli stati superficiali delle foglie: ricco di composti antrachinonici, di cui il più importante è l’aloina. Dopo la raccolta è solidificato per ottenere un prodotto specificatamente lassativo.

- Gel di idrocolloidi ottenuto sempre da profonde incisioni fogliari: possiede notevole attività cicatrizzante.

I metodi di preparazione del succo differiscono a seconda del paese di produzione, ma tutti i coltivatori concentrano il succo estratto dalle foglie attraverso l’evaporizzazione sottovuoto, in modo tale da evitare il riscaldamento che ne altera la delicata composizione chimica e quindi l’efficacia. Per la notevole presenza di vitamine ed enzimi, il succo ha un’azione preventiva delle patologie cardiovascolari. Le vitamine C, E e la catalasi, hanno un determinante potere antiossidante per cui proteggono le cellule da eventuali danni provocati dai radicali liberi; inoltre, la B3 riduce notevolmente il livello del colesterolo HDL-LDL e favorisce la circolazione sanguigna, infine, il succo dell’aloe ha un importante potere nutrizionale dovuto all’elevato contenuto di vitamine A, B1, B2, B12, acido folico e niacina, nonché minerali quali, calcio, sodio, ferro, potassio, cromo, magnesio, manganese, rame, zinco e numerosi aminoacidi.

L’acemannano, il più importante polisaccaride presente nel gel, stimola nel sistema immunitario i macrofagi ad eliminare le cellule o molecole estranee che penetrano nel nostro organismo. Dopo un’attenta considerazione delle peculiarità che questa pianta ci offre, occorre segnalare che la molteplicità di prodotti da essa derivati riesce, ai giorni nostri, a migliorare notevolmente la qualità della nostra salute.

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