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DOP e IGP spingono l’export Emilia-Romagna in testa

di Pier Luigi Nanni

MappaArticolo georeferenziato

Vero e affermato fiore all’occhiello dell’agroalimentare italica, questo specialistico comparto vale, sui mercati esteri, l’importante cifra di 7,9 miliardi: non male!!!
Parma, Modena e Reggio Emilia sono al “TOP” per l’impatto economico.
Primeggiano sui mercati esteri dove continuano a rappresentare l’importante successo del “MADE IN ITALY”. Tale conferma è avvalorata dal “Rapporto Ismea Qualivita 2016”, il quale evidenzia le esportazioni dei prodotti DOP e IGP di 7,9 mld, pari al 22% del totale dell’export agroalimentare, con una crescita, riferita al 2015, del 9,7%. Si evidenzia che il settore non conosce crisi e con un valore complessivo alla produzione di 13,9 mln e che continua a vedere l’Italia, e l’Emilia Romagna in particolare posizione di leadership, con 45 tra DENOMINAZIONI D’ORIGINE e INDICAZIONI GREOGRAFICHE su 291 e 1380 in Europa.
L’analisi delle ricadute a livello territoriale, non lascia adito a eventuali dubbi, in quanto le prime tre province per impatto economico sono Parma con 1137 mln di €, Modena con 624 mln e Reggio Emilia con 544 mln.

Queste province, site nell’ovest della regione a detta dagli esperti internazionali, la FOOD VALLEY dell’enogastronomia di alta qualità e particolarità uniche, e non solo per l’elevato numero di filiere, ma soprattutto per l’alta entità del valore economico riferito alle produzioni più rappresentative quali PARMIGIANO REGGIANO, PROSCIUTTO DI PARMA e ACETO BALSAMICO DI MODENA.
Considerando esclusivamente il comparto food avente, alla produzione, un valore complessivo pari a 6,36 mld, le DOP e le IGP emiliano-romagnole sono pari a 2,6 mld, cioè quasi il 40,1%: se si considera il valore al consumo, sono cifre che sostanzialmente raddoppiano.

Con quasi 3,7 mld di €, pari al 57% del comparto food, i formaggi detengono il primato in quanto sono in testa nella classifica dei prodotti DOP e IGP col 51,3% dell’export alimentare totale: GRANA PADANO, PARMIGIANO REGGIANO, GORGONZOLA e MOZZARELLA DI BUFALA CAMPANA rappresentano da soli l’80% della categoria. Seguono i salumi, valore alla produzione di 1,9 mld corrispondente al 28,8% del totale, con una crescita, sempre sui mercati esteri, del 19%: PROSCIUTTO DI PARMA, MORTADELLA DI BOLOGNA, PROSCIUTTO DI S. DANIELE e BRESAOLA DELLA VALTELLINA sono i “campioni” più ricercati per l’elevata qualità e particolarità gastronomica.

L’ortofrutta, pur essendo di pregio ed elevata qualità, se ne è esportata “solo” per 426 mln. Dominio incontrastato dell’Emilia Romagna sono le varie tipologie di ACETO BALSAMICO, in quanto il fatturato alla produzione, realizzato quasi totalmente dall’ACETO DI MODENA IGP, è pari a 378 mln. Il sistema delle DENOMINAZIONI D’ORIGINE, che è il massimo riconoscimento che la C.E. prevede per un prodotto alimentare, risale al 1996 e oggi in Italia si contano 247 Consorzi di Tutela riconosciuti dal MIPAF, Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, in cui operano 248 agenti vigilatori altamente specializzati e preparati sulle varie tipologie alimentari, in quanto qualità, tracciabilità e contrasto alle frodi sono i primari obiettivi. Nel 2016 sono stati effettuati oltre 163000 controlli, di cui 1550 sul web, per un valore totale sequestrato superiore a 37 mln di €.

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