Dal centro storico rinascimentale di Bologna ci inerpichiamo verso sud sulle splendide colline per scoprirne i segreti del sottosuolo che questa dorata e sfavillante stagione autunnale ci riserva. Tra i boschi ed i campi dell’appennino bolognese crescono innumerevoli prodotti che in passato erano considerati “poveri” in quanto principale alimentazione degli abitanti del luogo che vivevano sperduti in queste amene vallate, ebbene, oggi, vere e proprie gustose specialità gastronomiche.
Castagne e marroni, immancabili protagonisti della “cultura del castagno” in un passato non troppo lontano, erano insostituibili fonte di sussistenza per le popolazioni locali, e che tale albero era chiamato, giustamente, “albero del pane”, poiché la farina era perfetta per preparati di cucina quali l’immancabile polenta, per paste condite con tutto ciò che non veniva utilizzato dopo l’uccisione del maiale ed i tradizionali e piacevolissimi dolci sia fritti che al forno.
Attualmente i castagneti occupano circa 50 ettari e svolgono anche un’altra importante funzione paesaggistica ed ambientale: con le loro robuste e profonde radici contribuiscono stabilmente al mantenimento del suolo argilloso impedendo così smottamenti e frane.
I boschi sono ricchi anche di funghi e tartufi, i “bianchetti” o marzaioli, che crescono tra febbraio ed aprile, o il “tartufo bianco pregiato dei Colli Bolognesi” che ha il personale centro d’elezione nella piccola e ridente cittadina di Savigno, da sempre riferimento per gli appassionati buongustai di questo prezioso tubero. Qui, in autunno dal 1984 si svolge una rinomata sagra con esposizione e vendita del tartufo nell’ambito della “Tartufesta”.
A breve distanza da Savigno, sull’altipiano di Ca’ Bortolani a 700 metri d’altitudine nel comune di Tolè, crescono delle eccellenti e rare patate di diverse specie quali le “tardive Monna Lisa” dalla succosa pasta gialla, perfette se cucinate al forno o lessate e condite con un filo di olio d’oliva extra vergine, anche questo raro ed eccezionale prodotto in queste colline con poche centinaia di alberi; le “kennerek” a pasta bianca per paste e delicati purea, oppure la “curada” dalla spessa buccia rossa ed unica per le fritture, così pure per la “primula”:
Varietà che possono soddisfare ogni esigenza culinaria! Il clima e la particolare composizione organolettica del terreno di queste montagne, consentono alle patate di Tolè una notevole conservabilità. La quarta domenica di settembre Tolè ospita la tradizionale “Sagra della Patata” che questo anno è giunta alla 42^ edizione.
[Foto credit: Album Azienda Bocale su Vinix]
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