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Tappi sintetici espansi, di Pier Luigi Nanni

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Tappi sintetici espansi

di Pier Luigi Nanni

I primi tentativi di produzione dei tappi sintetici risalgono alla fine degli anni ’70 in Francia e guarda caso … in Italia. All’inizio dell’ultimo decennio del XX° sec., negli Stati Uniti si riescono a mettere a punto delle nuove tipologie di materiale di sintesi derivanti dall’industria farmaceutica, per essere utilizzate nella produzione di tappi sintetici espansi. Ed è appunto che negli USA ed in Australia soprattutto, nel 1995 il mercato vinicolo inizia ad adottare tali chiusure innaturali ed industriali. In Italia, tale mercato di utilizzo dei suddetti “nuovi tappi” comincia a diffondersi dal 1997, ed è tra le prime del bacino europeo.

La principale applicazione dei tappi sintetici è nel campo dell’enologia, cioè la tappatura, dove ricopre quasi il 22% del mercato con la notevole cifra di 4 mrd di pezzi. Inoltre, i tappi sintetici sono utilizzati negli alcolici, oli, aceto e cosmetici. Queste particolari chiusure sono molto affermate in tali settori, ma soprattutto nella grappa, con oltre l’85% delle bottiglie che adottano un tappo sintetico, in quanto previene la cessione di fenoli da parte del tappo stesso impedendo così l’ossidazione del distillato.

Il tappo espanso risponde a buona parte di tutte le caratteristiche attese dagli utilizzatori industriali in termini di prestazioni meccaniche, in quanto possiede un ottimo movimento sugli impianti di tappatura, ottima stabilità nella bottiglia al variare delle condizioni di stoccaggio e trasporto, agevole apertura ed eventuale riutilizzo per momentanea chiusura del contenitore.

In un breve affinamento, tale utilizzo permette la corretta evoluzione del vino stesso, in quanto si minimizza lo scambio di ossigeno presente all’interno del contenitore e l’ambiente esterno, e l’assorbimento delle note aromatiche del vino; inoltre, la totale assenza di alterazioni organolettiche del prodotto alimentare. Altro fattore molto importante ed a volte determinante sulla scelta della tipologia del tappo, se di sughero o sintetico, è nel prezzo di acquisto di questi ultimi, in quanto decisamente molto contenuto rispetto a quello più costoso del tradizionale naturale. Con ciò se ne può dedurre che vengono utilizzati per vini di una fascia medio bassa dalla limitata qualità, a cui concorre ad essere tale lo stesso minimo costo del tappo. Questi tappi, da non trascurare, si possono riutilizzare se non forati completamente al momento dell’estrazione dal collo della bottiglia.

Pur dando molteplici garanzie di tenuta, si consideri che al momento della pressione esercitata dalle pinze per ridurne la dimensione onde poter essere introdotto nel collo della bottiglia tramite un pistone che lo spinge all’interno, avviene una parziale rottura molecolare degli elementi utilizzati per la preparazione del tappo sintetico, che ne riduce l’effettiva elasticità. Tutto ciò comporta una sostanziale riduzione del tempo di tenuta poiché nella struttura organolettica componente il tappo inizia una lenta ma progressiva riduzione della dimensione del tappo: in altre parole, il tappo sintetico dopo aver ripreso, apparentemente la propria dimensione e sigillare, lentamente tende a ridursi.

È per tale motivo tecnico, purtroppo, che le aziende vinicole che producono grandi vini predisposti alla longevità, non utilizzano in nessun modo tale tipologia di chiusura. I tappi sintetici espansi sono ideali per vini da bersi giovani, almeno entro 30 mesi, poiché dopo tale periodo la dimensione tende a ridursi sempre più.
Se si riceve una bottiglia che la si ritiene di alta qualità, e non si conoscono ne i pregi e ne l’azienda produttrice, ma si pensa che andrà “bevuta” in una speciale occasione, anche tra innumerevoli anni, ebbene se malauguratamente è sigillato con i tappi sintetici, al momento di infilare il verme del cavatappi per poterlo estrarre, questo, sotto la pressione esercitata per inserire tale spirale, sarà spinto all’interno della bottiglia in quanto non ha più la tenuta sigillante laterale nel collo della bottiglia, poiché si è “ritirato” dalle dimensioni iniziali, cioè si è rimpicciolito: il vino, naturalmente, o è diventato acetato o si è completamente ossidato, per cui non è più assolutamente bevibile. Purtroppo a causa della capsula posta sul collo della bottiglia che ne impedisce la visione, è difficile verificare se il tappo è sintetico o del tradizionale sughero, per cui è necessario considerare numerosi parametri se non la si vuole togliere.

L’annata di produzione presente, non sempre, sull’etichetta o nella controetichetta, e se questa non è riportata è sinonimo di limitata qualità del prodotto, per cui è meglio aprirla quanto prima; conoscere la tipologia del vino riportata in etichetta se idoneo ad affinarsi per anni o meno, altrimenti consumarla al più presto; inoltre, conoscere anche l’azienda vitivinicola, se nota storicamente come produttrice di grandi vini, soprattutto rossi corposi, strutturati e di elevata qualità, in quanto non utilizzerà mai tappi sintetici, data appunto, la brevità della tenuta, ma i classici di sughero che col tempo e la posizione inclinata o coricata della bottiglia, permetteranno un ottimale affinamento.

Altro fattore molto importante, il prezzo di acquisto della suddetta bottiglia: se contenuto sotto 6/7 € circa, vi sono notevoli possibilità che sia sigillata con tappi sintetici, mentre se avente un costo maggiore vi è la quasi certezza della garanzia intrinseca del sughero.

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1 Commenti

Inserito da Fausto De Andreis

il 01 aprile 2010 alle 13:03
#1
Sono un produttore che di vini bianchi da invecchiamento ,tappo permettendo, ho letto il suo articolo sui tappi sintetici ; la mia diretta esperienza sui tappi mi porta a tutt’altre considerazioni.
Già nel 2000 avevo forte la sensazione della potenzialita di invecchiamento del pigato vinificato a contatto delle bucce per una settimana .Il vero problema era che nello stesso lotto di imbottigliamento a fianco di bottiglie perfette vi erano delle bottiglie di vino a vari stadi di maturazione. Il vino era lo stesso, la bottiglia ed il tappo idem, non erano certi i tempi di esposizione del vino all’aria nel processo di imbottigliamento e su questo ho lavorato,acquisendo una imbottigliatrice automatica, , modificandola per imbottigliare in assenza di ossigeno,e agendo sul protocollo di imbottigliamento,etc.etc.
Nel 2006, in una degustazione, mi accorsi che il vino del 2004 che stavo mescendo aveva, un colore più intenso della bottiglia versata in precedenza .sostitui la bottiglia,
Al ritorno in azienda dovendo mandare un bancale di vino in america , decisi di controllarlo con un mio marchingegno ,atto verificare l’evoluzione del vino in bottiglia in maniera non invasiva , con mio stupore mi accorsi che le bottiglie a distanza di circa un anno dall’imbottigliamento, manifestavano evoluzioni differenti..Decisi cambiare fornitore e di passare da un tappo di sughero del diametro 24mm ad un diametro di 26mm con il corrispettivo aumento di prezzo da 290€/1000 tappi a395€/1000, ma il vino del 2006 imbottigliato nel 2007 a fine del2008,nonostante i tappi maggiorati,manifestava la stessa disuniformita nell’evoluzione come il vino degli anni precedenti. Per evitare di mettere in commercio bottiglie troppo mature tutte le bottiglie sono state selezionate, in modo da evitare che bottiglie tappo-deviate vengano messe in commercio. Nel contempo lotti di bottiglie che erano state imbottigliate usando un tappo di polietilene coestruso manifestavano una perfetta omogeneità ed una evoluzione positiva.
Il tappo in questione è un nomacork classic che la ditta lo consiglia per i tre anni a tutt’oggi a distanza di 5 anni il tappo non da segni di cedimento.
.Forte di questa esperienza ho accolto con entusiasmo il tappo nomacork premium garantito per sei anni che dal 2007 ho adottato in sostituzione del sughero.
Questo è stato l’iter, sono sempre rimasto dell’idea che le bottiglie si stappano, non si svitano o non si aprono anche se i tappi a vite ed a corona sono degli ottimi sistemi di chiusura.
Perche ho rinunciato al tappo di sughero :
A) il tappo di sughero è un prodotto naturale e come tale non può essere omogeneo e costante in tutti i suoi parametri .
B)il tappo di sughero è la variabile che piu incide sull’evoluzione del vino in bottiglia, la differenza dei tappi si ripercuote sulla differente evoluzione del vino nel tempo, a volte normali positive ,a volte deviate.
c)il consumatore medio non e’ in grado di capire se la bottiglia e stata difettata causa tappo o cantina, a malapena riesce a riconoscere la tca , quando questa e’ ad un buon livello,e comunque è sempre la cantina che ne fa le spese.
d) non e’ una questione di prezzo ma ho preferito avere una chiusura della bottiglia che mi garantisca con sicurezza l’uniformità di chiusura della bottiglia ,che rispetti la tradizione del rito di stappare la bottiglia , e che non rovini il frutto della natura e il lavoro di cantina
, memore del fatto che la bontà di un lotto di bottiglie di vino è legato fortemente alla bottiglia meno buona bisogna evitare che questo accada.
Un esempio di quello che può succedere e che mi è successo questo anno a luglio a causa dei tappi di sughero lo si può vedere a questo indirizzo

tp t://www.gamberorosso.it/grforum/viewtopic.php?f=13&t=66826&st=0&sk=t&sd=a&start=275
in breve avevo trovato sul forum del gambero rosso questa striscia

Re: LUGLIO!!!!!
di gremul il 24 lug 2009 09:27
Prosecco Natale Marsura, un gran bel Prosecco portatomi da un amico assolutamente non enomaniaco, molto secco, nessun sentore di pere, mele e compagnia, 11° di freschezza assoluta e sgrassante.

Spigau Le Rocche del Gatto 2005, giuro che mi spiace parlarne in termini negativi ma ieri non mi è proprio piaciuto, naso sostanzialmente muto con lieve accenno varietale, in bocca i 14 gradi dichiarati in etichetta si sentono tutti e anche di più, beva pesante, pochissima freschezza. O sono io che ormai ho il palato di carta velina oppure l'annata o non so...(era un vino che ricordo di aver bevuto in passato con piacere, fattomi conoscere da Aldo)
La diversità di ognuno di noi non è un'arma per discriminare, etichettare, ma una ricchezza (P.P. Pasolini)
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Agli amici del Gambero Rosso vorrei provare a far chiarezza per quanto appena letto.
Per ridurre al massimo la possibilità che possano arrivare sulle vostre tavole bottiglie di vino delle Rocche del Gatto dalle caratteristiche discutibili, in cantina abbiamo adottato un rigido protocollo:che rispettiamo. Il vino di ogni singolo lotto deriva da un’unica vasca e corrisponde ad un unico processo di imbottigliamento; in linea d’imbottigliamento il vino non entra mai in contatto con l’ossigeno grazie ad un impianto di produzione di azoto e a particolari accorgimenti adottati; in caso di incidentali fermi macchina le bottiglie oggetto del fermo vengono scartate e destinate al consumo interno aziendale.
Dopo queste premesse la possibilità che bottiglie dello stesso lotto possano avere evoluzioni differenti, non può che essere legata al fattore “tappo di sughero”: da voi odiato per la tca, odiato da me per la sua intrinseca e variabile capacità di condizionare il vino nella sua evoluzione naturale, a volte in maniera violenta, a volte deviata.
Questo fatto è legato alla natura del sughero, che nei parametri relativi alla permeabilità all’ossigeno e’ molto variabile da tappo a tappo,cosi come nella sua capacita di ritenere i perossidi usati nella preparazione del tappo stesso
I nostri vini vanno in bottiglia con una solforosa molto bassa e sono quindi più soggetti ad eventuali evoluzioni accelerate o anomale.
A dar prova di quanto sopra espresso è semplicemente il fatto che in tutti quei lotti di bottiglie dove abbiamo utilizzato il” famigerato” tappo sintetico Nomacork Classic, tutte le bottiglie hanno avuto la stessa evoluzione positiva, superando con notevole successo il periodo di tre anni garantito dalla Nomacork”.
Con l’intento di migliorare e perfezionare sempre il nostro processo produttivo, ho messo a punto una lampada per controllare in maniera non invasiva l’evoluzione del vino in bottiglia.
L’uso di questa lampada ha permesso di confermare in modo inequivocabile la criticità dei tappi di sughero. A nulla è servito passare da un tappo 24/44 da 300 € x 1000 pz. ad un tappo 26/44 da 380 € x 1000 pz., cambiando anche il fornitore.
Data la situazione, per evitare altre spiacevoli sorprese, abbiamo deciso di selezionare tutte le bottiglie tappate con il sughero così che non vengano messe in commercio bottiglie troppo mature. Nel frattempo abbiamo preso la decisione di sostituire il tappo di sughero con un tappo di nuova generazione studiato per la conservazione dei vini sino a sei anni: il Nomacork Premium.
Tutto questo è per me facilmente documentabile e sarei ben felice di spiegarvelo di persona qualora aveste da passare dalle parti di Albenga.
Sono sicuro che quanto affermato potrebbe rompere luoghi comuni ed essere quindi difficile da accettare; per renderlo più comprensibile basti pensare che ogni bottiglia una volta tappata diventa un sistema a se stante che si evolve in funzione dei parametri che la possono condizionare.
Per concludere: mi dispiace che vi sia arrivata un bottiglia “tappo-deviata”; sono consapevole che la bontà di un lotto di bottiglie di vino sia determinata dalla bottiglia meno buona del lotto stesso e vi invito a prendere in considerazione il fatto che il “tappo” non sia solo tca.
Vi invito a riflettere sul sistema di chiusura tappo di sughero: non sarà certo la prima volta che inspiegabilmente rimanete delusi dal contenuto di una bottiglia a cui tanto tenevate...?!
Disponibile per ulteriori chiarimenti rimango a vostra disposizione.
Fausto

Ritornando a noi non me ne voglia io sono arrivato a questa mia verità, sono in grado di dimostrarlo, faccio presente che la selezione praticamente è stata fatta,sulle annate 2004 ,2005 ,2006, pari ad oltre 70000 bottiglie e che sugli ultimi lotti esaminati circa 20000 bott. Circa 10000sono perfette 7500 lievemente piu mature1800 mature buone ma non saranno messe in commercio, 700 troppo mature ed ossidate. Il 12,5% di bottiglie invendute e troppo
L’insicurezza della non contaminazione del vino da parte del tappo di sughero mi sembra un costo troppo elevato da pagare per i nostalgici del tappo di sughero ,che alla prima bottiglia tappo-deviata scatenano l’inferno per il povero produttore.
Rimanendo a disposizione per ulteriori chiarimenti , distinti saluti
de andreis fausto

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