Vino Sexy per i più giovani ?Tweet

di Pier Luigi Nanni

Sfogliando una delle innumerevoli riviste estere del settore di enogastronomia, mi sono soffermato su un “curioso ed interessante” articolo riguardante le strategie attuate dai produttori di vini americani per avvicinare quel pubblico più giovane da sempre restio ad abbordare il mondo del vino. Per conquistare i consumatori “under 35” i viticoltori stanno prendendo spunto dalle case produttrici di birra e liquori, usando quel tipo di pubblicità sexy e legata allo stile di vita che ha reso la “BUD LIGHT - birra” e la “SMIRNOFF ICE - vodka”, prodotti di moda tra ventenni e trentenni.

Negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, il consumo di vino nell’ultimo decennio è letteralmente esploso, ma la crescita è guidata principalmente da un segmento della generazione del baby-boom: i quarantenni! Nell’ormai prossimo secondo decennio già alle porte, circa 70 milioni di americani raggiungeranno l’età legale per bere alcolici ed i viticoltori vogliono assicurarsi questi nuovi consumatori.

Ci sono dei rischi in questa strategia, poiché nessuno sa come i consumatori abituali di vino reagiranno a questo tipo di marketing. Il vino ha una tale immagine di consapevolezza, status, ricchezza, buon gusto…: potrà resistere a confezioni e nomi tanto aggressivi?

Alcuni tentativi di raggiungere bevitori più giovani sono miseramente falliti: la Hardy Wine ha prodotto una linea di “wicked Wines”, - letteralmente ‘vini peccaminosi’ -, imbottigliati in quattro versioni: lussuria - avidità - invidia - flirt. Appena usciti, in Australia, hanno venduto bene, ma finita la novità, le vendite sono crollate e la Hardy ne ha cessato la produzione, senza mai iniziare ad esportare verso la Gran Bretagna, come inizialmente aveva pensato.

Ma il settore ha urgente bisogno di espandere il mercato. Anche se negli USA negli ultimi trenta anni il consumo di vino è aumentato del 100%, questo resta fortemente dominato dagli “over 35”.

[Foto credit: cocopix.com]