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Vino in garage

Dannato fungo!

di Luca Risso

MappaArticolo georeferenziato

Ho ricevuto e letto un paio di segnalazioni di attacchi violenti di peronospora sui grappoli in questo caldo mese di Luglio. Vediamo se magari con l'aiuto di qualcuno più esperto di noi riusciamo a capirci qualche cosa. I casi che propongo riguardano un  Piccolo Vignaiolo di Sarzana  e il nostro adepto Garagista Angelo.  I casi hanno due cose in comune: riguardano vigne localizzate nell'alto litorale Toscano o nella Lunigiana Ligure, su terreni prevalentemente pianeggianti; quindi sono pedologicamente simili.

Inoltre in entrambi i casi siamo in presenza di attacchi tardivi sul grappolo formato, e quindi della forma così detta "larvata" di peronospora. Molto diverso invece mi sembra sia stato l'approccio, a base anche di prodotti citotropici nel caso di Angelo e totalmente biologico (solo rame) nell'altro caso.

Bottiglie Aravecchia, Luca Risso
Cliccando sull'immagine si apre uno slideshow di alcune foto scattate da Angelo Mignosa alle sue viti


Innanzi tutto mi sembra sia il caso di ricordare che annate come questa sono davvero difficili, e mettono a dura prova qualsiasi vignaiolo nella scelta dei tempi e del tipo di trattamento più opportuno. Un'altra cosa che penso si possa osservare è che la localizzazione delle vigne su terreno pianeggiante e favorevole a ristagni di umidità rende il compito ancora più complicato. Le vigne dei nostri amici sono state colpite nel momento in cui "normalmente" si incomincia ad abbassare la guardia, a causa del progredire della bella stagione e della diminuzione delle precipitazioni, e probabilmente questo è stato l'errore fatale, indipendentemente dall'approccio biologico o convenzionale.

Ricordiamo brevemente che l'attacco della peronospora avviene in due fasi. In una prima fase il fungo sale sulla pianta a seguito di precipitazioni abbondanti (>10 mm) e con l'ausilio di temperature > 10°, se i tralci hanno raggiunto la lunghezza di almeno 10 cm, si insedia nei tessuti fogliari, dove dopo un periodo di incubazione variabile tra 5 e 15 giorni germina dando origine alle classiche chiazze giallognole nelle foglie o a attacchi più gravi a carico dei grappolini ancora in forma di boccioli o appena fioriti. Si tratta dell'infezione primaria, che nei limiti del possibile va combattuta impedendo al fungo di "salire" sulla pianta. 

Questo risultato si può ottenere con trattamenti PRECEDENTI la pioggia infettante con sali di rame o altri prodotti di copertura. I prodotti di copertura agiscono ESCLUSIVAMENTE dove riescono a proteggere gli organi vegetali con la loro presenza, e pertanto è estremamente importante l'uniformità della distribuzione attraverso atomizzatori in perfetta efficienza. Per lo stasso motivo una eccessiva massa fogliare ostacola la penetrazione del prodotto e quindi la sua efficacia.
In annate molto piovose come è stato il 2010 fino alla fine di giugno, è quasi impossibile riuscire a impedire l'infezione primaria mediante l'azione preventiva di prodotti di copertura.

E' possibile però "eradicare" l'infezione dopo che ha infettato la pianta mediante prodotti sistemici, che entrano nel circolo linfatico della vite e quindi si possono spostare nei diversi organi, o mediante prodotti citotropici, che non entrano nel circolo ma penetrano in profondità nei tessuti solo localmente.

Per questa ragione vale per i citotropici la stessa necessità di uniformità del trattamento che vale per i prodotti di copertura

Solo con prodotti citotropici o sistemici è possibile eradicare una infezione primaria, ma solo se i trattamenti sono effettuati "a regola d'arte", rispettando la posologia e gli intervalli di trattamento forniti dai produttori.

L'uso del rame quindi in annate difficili, ma direi quasi sempre, non elimina l'infezione primaria, ma è in grado di tenere a bada le successive e insidiose infezioni secondarie
.

Quando infatti il fungo è insediato sulla pianta, non è più necessario un periodo di incubazione piuttosto lungo e una pioggia consistente  come nel caso dell'infezione primaria per propagarsi alle foglie e ai grappoli sani, ma è sufficiente un velo di umidità come nel caso di rugiada notturna e pochissime ore per diffondere il contagio.
Il mese di Luglio è stato privo di precipitazioni, ma l'elevata umidità di certe zone unita alla scarsa ventilazione ha determinato condizioni favorevoli a consistenti rugiade notturne per tutto il periodo. Si veda a questo proposito la tabella in figura che può essere usata per calcolare il rischio di rugiada, anche se i bollettini regionali di solito sono abbastanza efficienti nel lanciare gli allarmi.

Cosa si può fare in questi casi? Solitamente si consiglia di trattare con prodotti di copertura con grande attenzione all'uniformità di trattamento e ai periodi di dilavamento dopo i quali il trattamento deve essere ripetuto. Nel caso del rame c'è però una limitazione sulla quantità di metallo che si può distribuire a causa della sua tossicità, fissata dai regolamenti in max 6 Kg per ettaro all'anno.

I disciplinari più restrittivi riducono questa dose a solo 3 Kg per ettaro per anno, per cui occorre fare attenzione a gestire bene l'esigua quantità di prodotto a disposizione. In realtà la dose si intende come dose media su più anni, per cui è possibile in annate "toste" come questa eccedere il limite fissato, a patto di "recuperare" l'anno successivo, sperando esso sia più propizio meteorologicamente parlando!


Ecco un link utile ad approfondire la gestione del rame nel vigneto:
http://www.centrovitivinicoloprovinciale.it/controlpanel/uploads/ridurre%20rame%20in%20viticoltura%20biologica.pdf

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22 Commenti

Inserito da Riccardo Francalancia V. S.

il 28 luglio 2010 alle 18:29
#1
Riporto il messaggio che ho inviato stamani a Luca.

Ci tengo a precisare che sono solo consigli di un apprendista enologo infatti alla fine del messaggio fornisco il contatto di un agronomo molto valido e fidato.

Ciao Luca,

Ho visto le foto e purtroppo è ben chiaro che il fungo ha già fatto notevoli danni alla produzione.
Vista la stagione stramba suppongo proprio che ci sia stata una sottovalutazione del rischio di infezione secondaria e quindi i viticoltori abbiano "abbassato la guardia" nel mese di Luglio, come dici bene te!

Comunque, vista la situazione io direi di intervenire il prima possibile con delle miscele di sistemico + copertura, che consentono di svolgere un'azione completa sul fungo che, a questo punto, può benissimo produrre ulteriori infezioni, sia sulle foglie, che sul rachide e sul grappolo (la peronospora è in grado di dare fino a 15 infezioni stagionali se le condizioni climatiche glielo consentono!!).

Una miscela che mi viene in mente è quella tra il citotropico/endoterapico Cymoxanil ed il copertura specifico per la peronospora Mancozeb.
Volendo si può optare anche solo per un sistemico, tipo l'Iprovalicarb, che inibisce le zoospore e va bene un po' per ogni fase dello sviluppo fungino, ma a mio parere sarebbe meglio la miscela e, una volta controllata l'infezione, passerei ad un prodotto di copertura (anche la classica poltiglia bordolese) fino all'invaiatura.

Per ogni evenienza ti lascio il cell. di Folco Bencini, un agronomo fiorentino molto esperto. Dì pure di chiamare a mio nome.335297121

Ric.

Inserito da Luca Risso

il 30 luglio 2010 alle 07:14
#2
Riporto il commento che mi ha fatto per e-mail l'agronomo (tendenzialmente bio) Maurizio Gily:
" La tua analisi è molto corretta. In realtà la larvata sul grappolo non si eradica, uno se la tiene, è la forma peggiore della malattia. L'unica vera cura è un periodo climatico sfavorevole alla malattia che la blocca limitando i dannio agli acini già colpiti. In generale usare sistemici per bloccare un'infezione in atto è molto pericoloso perché stimola la formazione di ceppi resistenti. Io credo molto nella stimolazione delle difese naturali della pianta, anche se comunque non bastano. Ma l'argomento è troppo complesso..."

Inserito da Riccardo Francalancia V. S.

il 30 luglio 2010 alle 08:46
#3
Essendo anch'io un "tendenzialmente biologico" ( dal post non si direbbe in effetti, ma non sempre è possibile esserlo ed in questo caso sono rimasto sul vago ;-) ) sono comunque d'accordo con Gily: l'infezione avvenuta oramai è quella.
Eì essenziale a questo punto agire sulla prevenzione di ulteriori infezioni, visto come si sta sviluppando la stagione.
Alla fine, non potendo eradicare l'infezione larvata in atto, io tenterei di dare alle piante la giusta copertura.
Gily che ne pensa?

Inserito da Emilio Simone

il 30 luglio 2010 alle 13:21
#4
Ciao Luca.

Valutiamo bene il problema:

Se gli attacchi si manifestano nel mese di Luglio.
I trattamenti sono stati fatti con una certa regolarita'.
Le condizioni atmosferiche non sembrano essere state tanto avverse.
Nessun tipo di trattamento successivo all'infezione sia con prodotti di copertura che sistemici fanno rallentare la malattia che ci farebbe pensare ad una peronospora a prova di bomba, potrebbe anche darsi che non si tratta di peronospora.
Nel mese di luglio in particolare iniziano a vedersi i sintomi degli attacchi dei lepidotteri Quali : tortricidi ricamatori,carpocapsa,cidia,anarsia e tignole.

I sintomi possono essere:

1) deformazione dell'acino che inizia a cambiare colore a volte violaceo.
2)successivamente gli acini vanno incontro a marciume bruno e disseccamento.
3)nessuna parte del grappolo e' risparmiata e l'infezione si estende anche al rachide e parte o tutto il grappolo va incontro a disseccamento.
4)Possono non essere visibili ad occhio nudo punture, fori o larve all'esterno e all'interno dell'acino.
Tutti questi sintomi sono quasi identici agli attacchi di peronospora larvata, sarebbe utile fare una diagnosi differenziata al microscopio ottico.

Ciao a tutti EMILIO.

Inserito da Luca Risso

il 03 agosto 2010 alle 07:13
#5

Inserito da Emilio Simone

il 03 agosto 2010 alle 11:26
#6
Mi pare che si tratti di disseccamento del rachide per carenza di MAGNESIO.
In particolare la carenza di magnesio e' visibile anche su alcune foglie, che ne hanno assunto la classica colorazione.
Sarebbe utile sapere si ha a dispozione qualche esame del terreno.


Inserito da Maurizio Gily

il 04 agosto 2010 alle 14:46
#7
per quanto fare una diagnosi a distanza sulla base di fotografie possa essere un po' difficile a me pare che sia proprio peronospora larvata. Si vede bene anche la peronospora a mosaico sulle foglie. A naso direi che si tratta di un'infezione di fine giugno-inizio luglio, manifestatasi tardivamente. Sarebbe utile ricostruire l'evento infettante, dovrebbe essere una pioggia molto abbondante in quel periodo, che ha trovato la vite scoperta, oppure una bagnatura molto prolungata ma con un'infezione primaria già avvenuta in precedenza. Che fare è difficile a dirsi. Se il clima persiste sfavorevole al fungo come lo è attualmente in Piemonte può anche bastare la copertura con rame tanto il problema dovrebbe rimanere confinato ai grappoli colpiti. Se si vuole tentare di bloccare con ogni mezzo, ma a questo punto è comunque troppo tardi, andava fatto prima, si può provare con una bomba di farmaci, mescolando due sistemici con differente meccanismo d'azione entrambi a dose piena e ripetenendo il trattamento a 7 giorni, questo dovrebbe limitare il rischio di resistenze. Il Cymnoxanil in questi casi non è consigliabile per scarsissima efficacia. per ultimo: se la storia del vigneto, dati climatici e calendario trattamenti alla mano, non giustificano un attacco di questa portata bisogna indagare più a fondo. O c'è un problema di cattiva distribuzione o dosaggio dei prodotti (caso più frequente) oppure c'è una suscettibilità al fungo particolarmente elevata, in questo caso occorre provare a ricostituire meccanismi naturali di difesa che a quanto pare sono andati a farsi friggere. Sarebbe strano però, perchè il vigneto non appare troppo vigoroso come in genere accade in questi casi di alta pressione della malattia.

Inserito da Angelo Mignosa

il 04 agosto 2010 alle 17:15
#8
ciao a tutti,

provo a contribuire alla valutazione generale segnalandovi qualche dettaglio aggiuntivo sulla mia vigna e le attività fatte:

- i vitigni oggetto dell'attacco sono colorino, canaiolo, cabernet savignon,sangiovese,chardonnay

- nel 2009 non ho avuto problema di peronospora

- ho effettuato a fine febbraio una potatura "corta" Guyot sulle piante più giovani(3 anno) , speronata sulle vecchie viti, per entrambe circa a 5-6 gemme

- ho dato a marzo, in prossimità del piede, del concime specifico per viti, alle dosi consigliate dal produttore

- allo stadio di germoglio di circa 10 cm ( regola dei 3 dieci) ho coperto con rame alle dosi consigliate in confezione.

- fino allo stadio di grappolino post fioritura nessun problema evidente, sia sul verde sia sui grappolini.

- ad ogni pioggia sono intervenuto con una nuova copertura entro i limiti del calendario empirico suggerito da varie letterature.

- alla fine di Giugno ho iniziato a vedere manifestarsi le "macchie d'olio" e un imbrunimento di alcuni acini sui grappolini; sono intervenuto con una copertura di citotropico e rame.

- da questo punto in poi il risultato è quello delle foto che ho pubblicato.

- adesso sembra che il processo della malattia si sia arrestato e i grappolini colpiti, alcuni già in fase di invaiatura, presentano gli acini oggetto di attacco completamente secchi e quelli sani in buono stato.

- tra i filari ho sempre tenuto "pulito" a prato e sulle piante più vigorose ho fatto anche della potatura verde per diradare la vegetazione troppo spinta.

- la vite è in leggera pendenza e non vi sono ristagni importanti dopo le piogge, ma il terreno è parecchio argilloso

in generale mi sembra di aver seguito un protocollo standard, peraltro già usato negli scorsi anni, ma evidentemente non è stato sufficiente e sicuramente qualcosa avrò sbagliato.

comunque tutti i consigli posted sono molto puntuali e spero mi possano aiutare quest'anno a portare a termine un minimo di produzione e a sbagliare meno per i prossimi.

un saluto a tutti

Inserito da Emilio Simone

il 05 agosto 2010 alle 08:19
#9
@ GILY

Stabilita la giusta diagnosi e cioe' di peronospora larvata, nonche' la giusta cura per come eradicarla.
Vi sentireste comunque di escludere che all'interno di questo vigneto ci siano carenze
di minerali di un qualche tipo. Sempre in base a cio che le foto possono suggerire.

EMILIO.

Inserito da Luca Risso

il 05 agosto 2010 alle 08:50
#10
@Tutti
Il vignaiolo di Sarzana sta facendo le analisi complete del terreno in questi giorni. Appena sono pubbliche le posto qui.
Nel caso di Angelo invece non potrebbe essere piuttosto un eccesso di azoto (concimazione) che favorisce la peronospora?

Luk

Inserito da Alberto Fiori

il 05 agosto 2010 alle 10:25
#11
Ciao a tutti, mi chiamo Alberto sono enologo e perito agrario e conduco un azienda vitivinicola a S. Maria Versa (PV).
Dalle foto mi sembra abbastanza chiaro che si tratti di larvata probabilmente l'infezione è partita nelle piogge del 20 21 giugno (penso siano state copiose come da me anche a La Spezia) dove ci sono state piogge dilavanti (oltre 20 mm) e la bagnatura fogliare è stata prolungata per oltre 48 ore. Perciò chi, come me, aveva la copertura con soli prodotti di copertura, si è trovato scoperto (sono sufficienti anche solo qualche ora) e il fungo è potuto penetrare producendo macchie d'olio sulle femminelle e poi manifestandosi anche nel grappolo. Nel mio caso un trattamento con sistemico (folpet+ metalaxyl) è stato sufficiente a bloccare la larvata (che comunque un po' di danno l'ha dato lo stesso su croatina). Dalle foto mi sembra che anche la p. larvata del vignaiolo di La Spezia sia ferma qundi, con un agosto "normale" si può pensare che il danno si ridimensioni molto (gli acini colpiti seccano e cadono, quelli sani si ingrossano più del normale avendo più spazio) perciò niente mani nei capeli... avreste dovuto fare un giro nei vigneti dell'oltrepo a luglio 2008...lì sì che c'era da piangere! (poi la vendemmia tutto sommato è stata salvata lo stesso)..

Inserito da Emilio Simone

il 05 agosto 2010 alle 16:19
#12

Secondo il mio modestissimo parere un eccesso di azoto nella concimazione favorendo lo sviluppo eccessiso della vegetazione espone certamente la pianta agli attacchie delle malattie e ne diventa piu' vulnerabile.

Inserito da Maurizio Gily

il 05 agosto 2010 alle 16:47
#13
Emilio, hai ragione ma non è questo il caso. Da come si presenta il vigneto tutto si può pensare ma non un eccesso di azoto, semmai il contrario. Il metodo di lotta guidata di Goidanich basato sul trattamento a fine periodo di incubazione con prodotti di copertura è superato perchè ai suoi tempi non esisteva un servizio oggi fondamentale: previsioni del tempo attendibili. Se si usano prodotti di copertura (ma con i sistemici non cambia, anzi a maggior ragione) il posizionamento corretto dei trattamenti è subito PRIMA di una pioggia abbondante, non dopo. Se la pioggia è dilavante (cioè più di 15-20 mm) va ripetuto a fine periodo (con prodotti di copertura, non con i sistemici). Ovviamente c'è il rischio che le previsioni sbaglino, ma sui grandi fronti, quelli che portano piogge abbonanti, è ormai difficile che ciò accada. Io qui in Piemonte ho fatto trattare un vigneto tre sole volte, una copertura e due forum r (non è bio se no sarebbero stati 3 copertura), ed è praticamente pulito, contro i 5-6 trattamenti consigliati dai vari servizi tecnici. L'importante non è quanto ma quando e come. Qui però bisogna dire che non è stata annata di peronospora perchè quando pioveva forte faceva troppo freddo per il fungo, in zone più vicine al mare certamente è andata diversamente.

Inserito da Emilio Simone

il 05 agosto 2010 alle 17:34
#14
Vi Ringrazio per la esauriente risposta ne faccio tesoro.

Volevo precisare solamente una cosa che l'eccesso di azoto non si riferiva al vigneto di Sarzana dove e' ben visibile che c'e' semmai una carenza di questo minerale. Ma si riferiva alla domanda posta da Luca, il quale chiedeva se un eccesso di azoto nella concimazione puo predisporre la pianta all'attacco del fungo in questo caso di peronospora.

Inserito da Alberto Fiori

il 07 agosto 2010 alle 17:08
#15
sicuramente l'eccesso di azoto espone la pianta ad una maggiore vulnerabilità non solo della peronospora ma in generale di tutte le fitopatie.
Alla fine la miglior prevenzione deriva da un connubio tra condizioni atmosferiche e "salute" del vigneto.
Mio zio è da 15 anni che fa inerbimento (prima totale da qualche anno con 1 diserbo nel sottofila) e misura 214 (ex mis f) e i risultati si vedono. L'anno scorso ho fatto le analisi dei terreni avevo la SO che oscillava tra il 2 e il 2,5%. penso siano ben pochi i vigneti con questi valori...

Inserito da Emilio Simone

il 08 agosto 2010 alle 12:10
#16
Pochi, forse rari.

Valori cosi buoni di sostanza organica rendono le viti praticamente autosufficenti dal punto di vista nutrizionale.Facendo ad occhio una stima di azoto mineralizzato
dovremo essere tra i 40-70 Kg/ettaro.

Inserito da Massimo Scanferla

il 18 agosto 2010 alle 18:37
#17
Ciao a tutti. Leggendo l'articolo mi sono soffermato sul passaggio "...In una prima fase il fungo sale sulla pianta a seguito di precipitazioni abbondanti...". A quel punto mi è venuto in mente che qualche anno fa avevo sentito da un contadino delle mie parti che ad inizio primavera lui effetuava un passaggio con la calce sul fusto di ogni pianta. Successivamente ho sentito da un'altra persona che non ricordo la stessa cosa. La mia domanda è: può essere una pratica usata allo scopo di fermare o perlomeno contrastare la salita del fungo di peronospora? E se è così, può realmente servire? Ringrazio anticipatamente chi vorrà/saprà rispondermi.
Ciao,
Massimo

Inserito da Massimo Scanferla

il 18 agosto 2010 alle 18:37
#18
Ciao a tutti. Leggendo l'articolo mi sono soffermato sul passaggio "...In una prima fase il fungo sale sulla pianta a seguito di precipitazioni abbondanti...". A quel punto mi è venuto in mente che qualche anno fa avevo sentito da un contadino delle mie parti che ad inizio primavera lui effetuava un passaggio con la calce sul fusto di ogni pianta. Successivamente ho sentito da un'altra persona che non ricordo la stessa cosa. La mia domanda è: può essere una pratica usata allo scopo di fermare o perlomeno contrastare la salita del fungo di peronospora? E se è così, può realmente servire? Ringrazio anticipatamente chi vorrà/saprà rispondermi.
Ciao,
Massimo

Inserito da Massimo Scanferla

il 18 agosto 2010 alle 18:38
#19
Ciao a tutti. Leggendo l'articolo mi sono soffermato sul passaggio "...In una prima fase il fungo sale sulla pianta a seguito di precipitazioni abbondanti...". A quel punto mi è venuto in mente che qualche anno fa avevo sentito da un contadino delle mie parti che ad inizio primavera lui effetuava un passaggio con la calce sul fusto di ogni pianta. Successivamente ho sentito da un'altra persona che non ricordo la stessa cosa. La mia domanda è: può essere una pratica usata allo scopo di fermare o perlomeno contrastare la salita del fungo di peronospora? E se è così, può realmente servire? Ringrazio anticipatamente chi vorrà/saprà rispondermi.
Ciao,
Massimo

Inserito da Luca Risso

il 18 agosto 2010 alle 19:17
#20
Ciao Massimo,
non credo che la calce da sola serva a molto.
Luk

Inserito da Massimo Scanferla

il 18 agosto 2010 alle 19:26
#21
Ok, mettiamo che si faccia con poltiglia bordolese o altri prodotti più efficaci. Può avere un senso fare una copertura sul fusto? E' questo che vorrei capire

Inserito da Luca Risso

il 18 agosto 2010 alle 20:41
#22
La copertura in effetti si fa, ma sulle foglie. Il fusto ha una superficie così scabra e tormentata che per coprirlo efficacemente ci vorrebbe dello stucco.
Comunque giriamo la domanda a tutti!
Luk

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