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Vino in garage

Fuori dal garage: gli autoctoni della Val di Vara

di Luca Risso

MappaArticolo georeferenziato

Per un annetto il Garagista ha parlato di vino con pochi accenni allo specifico territorio in cui bazzica, e cioè la Valle del Fiume Vara. Andrei eccessivamente fuori dal seminato se incominciassi a parlare dei borghi rotondi , di Varese Ligure, della Valle del Biologico  dei musei  e di altra roba che in rete si può trovare agevolmente da fonti ben più autorevoli della mia. In fondo si tratta solo di un grande polmone verde ricco di testimonianze storiche, borghi medioevali ben conservati, e tradizioni gastronomiche come quasi in ogni regione italiana.
Anche sotto il profilo enologico, è stato già scritto qualcosa dal sottoscritto.

Interessante mi sembra però approfondire la questione dei vitigni autoctoni, e in particolare dell'uva Butiggiasca, ancora presente sporadicamente nei paesi di Buto  e Montale. Si tratta di un'uva con buccia debolmente colorata, capace di dare buone gradazioni e a maturazione abbastanza precoce, come tendenzialmente erano quasi tutte le uve della zona.
Nei comuni di Sesta Godano e Carro è presente un'uva con le stesse caratteristiche chiamata Seraxina, anche se non è chiaro se si tatti della stessa cultivar o meno. Nel libro “Buto, la storia il folclore e..” a pagina 40 si descrivono i prodotti dell'agricoltura di quel paese nei tempi passati, e a proposito della viticoltura si legge “Tipi d'uva: albarola, pignola, merella, clintu, seraxina, monferrato (dolcetto) bottigliasca, tintoretta, negrone”. Qui sembrerebbe trattarsi di due varietà diverse, anche se è possibile che l'autore abbia riportato due nomi diversi con cui era noto lo stesso vitigno. Vengono citate inoltre altre varietà, alcune facilmente identificabili, altre sconosciute.
Le piante rimaste di questi vitigni sono spesso vecchissime e probabilmente presto scompariranno a vantaggio dell'oramai diffuso e acclimatato Ciliegiolo.
La foto è una rappresentazione plastica di questa evoluzione, dove si vede un ceppo centenario di Seraxina fotografata a Carro, affiancata da una giovane pianta di Ciliegiolo che probabilmente ha riempito una fallanza. Sarebbe molto bello se qualche esperto di botanica e genetica della vite prelevasse alcuni campioni di queste vecchie piante, per classificarle e conservarle almeno in qualche allevamento sperimentale prima che spariscano definitivamente!


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13 Commenti

Inserito da Riccardo Francalancia V. S.

il 18 febbraio 2010 alle 18:20
#1
caro Luca,

ti consiglio di rivolgerti al Professor Giancarlo Scalabrelli dell'Università di Pisa, che cura molti progetti si conservazione del germoplasma viticolo e di recupero dei vitigni autoctoni e "dimenticati".
Dovresti trovarne la mail sul sito del corso di laurea in Viticoltura ed Enologia e di tranquillamente che ti mando io.

Riccardo.

Inserito da Luca Risso

il 18 febbraio 2010 alle 18:24
#2
Grazie Riccardo,
se gli allego il link a questa pagina?
Luk

Inserito da Luca Risso

il 25 febbraio 2010 alle 12:00
#3
@Riccardo
Io gli ho scritto, come mi hai detto. Speriamo risponda.
Luk

Inserito da Giancarlo

il 27 febbraio 2010 alle 18:11
#4
Per classificare bene i vitigni bisogna che ci siano le foglie. Il periodo Giugno -agosto è il migliore. Se si ha fretta si potrebbe tentare di fare i microsatelliti sul DNA, che è sempre opportuno se ci sono dubbi. Per fare ciò occorre prelevare qualche tralcio di potatura e inviarlo al nostro dipartimento. Di norma viene fatto un servizio a pagamento di 150 euro + IVA per ogni campione. Se non si ha fretta si possono esaminare solo i casi dubbi ma occorrerebbe avere almeno i campioni delle foglie . Una analisi di caratterizzazione ampelogtrafica + molecolare ha un costo complessivo di circa 500 euro. Se mi fosse possibile recarmi direttamente in azienda, il parere potrei darglielo direttamente, ma non posso prometterle di venire se non sono sicuro di farcela. A presto

Inserito da Luca Risso

il 27 febbraio 2010 alle 18:26
#5
Gentile Prof. Scalabrelli
La ringrazio per la cortese risposta.
Effettivamente sono un appassionato; la pianta che ho fotografato si trova
praticamente in un giardino, anche se altre si possono trovare nei vigneti
di alcuni amici.
Penso di poter reperire le foglie nel periodo da Lei indicato, e al momento
opportuno mi permetterò di disturbarLa ancora per farLe visita.
Luk

Inserito da Daniele Armino

il 08 marzo 2010 alle 23:19
#6
Ciao Luca, sono di nuovo quì perchè avrei bisogno di qualche consiglio sulla chiarificazione. Ho cercato a destra e a manca il Clarit, ma non sono riuscito a trovarlo e in alternativa ho preso della bentonite ( sfusa, da un sacchetto rotto, quindi con nessun tipo di informazioni). Mi spieghi per bene come, e in che modo lo devo usare, visto che il commesso non ne sapeva un granchè ??? Ti ricordo che ho due tipi di vino, uno bianco e l'altro rosato (da Uvaggio). Visto che son quì, mi dici anche se devo aggiungere del bisolfito, come, quando e in che quantità ???? Come già detto vorrei imbottigliare verso la fine del mese, o al massimo entro la prima settimana di Aprile. Come al solito ti ringrazio anticipatamente......e a risentirci. Ciao e a presto.

Inserito da Luca Risso

il 09 marzo 2010 alle 05:32
#7
@Daniele
Spero che sia bentonite per impieghi enologici!
La bentonite va prima diluita bene in un po' di acqua fredda in misura di circa 10 volte il peso della bentonite, poi bisogna aspettare qualche ora e quindi aggiungere bene al vino in maniera omogenea, mescolando bene o facendo un travaso.
Normalmente si usa una ventina di grammi di bentonite/hl, ma se il vino èmolto sporco si può arrivare a 50 gr/hl. Poi si aspetta un paio di settimane e si travasa nuovamente eliminare i depositi.
A ogni travaso 1-1,5 g/hl di metabisolfito è consigliabile.
Luk



Inserito da Daniele Armino

il 09 marzo 2010 alle 17:55
#8
Certo che sì, almeno lo spero, l'ho comprato al consorzio agrario. Come sempre sei stato molto chiaro. Ciao ......e a presto.

Inserito da Andrea D'Ascanio

il 20 maggio 2013 alle 13:40
#9
Domanda del giorno...

L'idea di piantare una 50ina di barbatelle di bianco si fa sempre più concreta, ma i dubbi sono tanti:

1) Che uva scegliere?

Terreno Calcareo-argilloso, Colonnella (TE) collina 180mslm a 6km dal mare, filare Nord-Sud.

Per capirci, mia moglie ha esordito ""pianta il Traminer"" dubito si adatti a clima e terreno sopra citato, quindi... quale potrebbe essere un'unva discretamente aromatica ed allo stesso tempo non troppo ""delicata""?

Mi pare di aver capito (pronto ad essere smentito) che grappoli compatti e bucce sottili siano ""delicati"" nella gestione!?

2) qualcosa mi fa pensare che reperire 50/60 barbatelle non sia facile, (spero di essere smentito) a chi posso rivolgermi?

Mio suocero mi dice che la vinificazione del bianco della vecchia vigna dava un ottimo risultato, grappolo grande, non compatto e acini grandi e ovali, ma nessuno, neanche i vecchi in zona ricordano che uva fosse., l'unica certezza e che una vite non è stata completamente estirpata, o meglio dalla terra ogni anno vengon fuori i cacchi, lo scorso anno un ramo è riuscito ad arrampicarsi sul vicino melo e ha fatto 1 grappolo, di più ninzò!

3) In che periodo vanno piantate?

4) Da dove comincio? :-D

scusate se vi ho tediato
andrea

Inserito da Luca Risso

il 20 maggio 2013 alle 13:45
#10
Hai a disposizione trebbiano, passerina e pecorino solo a ravanare tra gli autoctoni!!
Se poi volessi fare l'originale, ti direi Verdicchio o Fiano. Impiantale a Gennaio/Febbraio.
Luk

Inserito da Andrea D'Ascanio

il 20 maggio 2013 alle 14:39
#11
Io ero orientato verso la passerina, ma poi ci pensano le donne ad insinuare perplessità... ma qualcosa mi dice che alla fine si farà... a modo mio :-)

Dici che se contatto uno dei tanti ""vivai"" che trovo online 50 barbatelle le rimedio o mi ridono in faccia? :-/

Inserito da Luca Risso

il 20 maggio 2013 alle 14:42
#12
50 te le fornisce qualsiasi emporio agricolo! Comunque se contatti un vivaista ti dovrebbe indicare il rivenditore più vicino alla tua abitazione.
Luk

Inserito da Andrea D'Ascanio

il 20 maggio 2013 alle 15:02
#13
;-) grazie!

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