I trattamenti del Garagista
Nel mese di Aprile la vite incomincia a germogliare, le gemme si schiudono e piccole foglioline lanuginose fanno capolino. Dopo poche settimane compaiono i boccioli floreali: ecco il segnale di allerta per cominciare a pensare ai trattamenti. La vigna del Garagista -ricordiamo- è composta da poche piante, il minimo indispensabile a garantire una piccola produzione familiare: 50 viti o poco più, che però soffrono delle stesse malattie tipiche dei grandi vigneti. L’approccio tuttavia è bene che sia diverso in quanto il Garagista non ha l’assillo della perdita del raccolto o delle grandi estensioni. Il Garagista deve effettuare trattamenti per due sole malattie: la Plasmopara Viticola o Peronospora, e l’Uncinula Necator o Oidio. Tutte le altre malattie sono o troppo serie per essere affrontate, o tutto sommato poco significative per i danni che possono arrecare. Nel caso che sospetti che una pianta si sia ammalata gravemente di qualche cosa di diverso da Peronospora o Oidio, il Garagista deve estirparla immediatamente e ripiantarne una sana la stagione successiva.
Il Garagista dovrebbe avere solo due alleati nella lotta contro Peronospora e Oidio, il Rame e lo Zolfo, che sono anche le uniche sostanze ammesse in agricoltura biologica, e questo non perché il Garagista segua necessariamente l’agricoltura biologica, ma perché la dimensione dei suoi problemi secondo me non dovrebbe giustificare il ricorso a sostanze chimiche diverse e di più complicata gestione.
Peronospora
Esistono molti prodotti commerciali a base di sali di rame (ossidi, idrossidi, solfati, cloruri) che possono essere utilizzati nella lotta a questo fungo, che è molto pericoloso e colpisce sia le foglie che i grappoli in modo distruttivo se non combattuto. Questi prodotti sono composti da polveri da disperdere omogeneamente in una quantità opportuna di acqua e quindi spruzzati sulla pianta con appositi atomizzatori, che nel caso del Garagista in genere sono a spalla con pompa manuale. La lotta contro la peronospora deve tenere conto di due fattori:
- esiste una quantità massima di rame (inteso come ione metallico) che non può essere superata per i trattamenti, pari a 6 Kg per ettaro e per anno (calcolato come media su 5 anni), in quanto tale metallo è tossico per il terreno;
- il fungo della peronospora ha un ciclo vitale caratteristico, per cui le sue spore svernano nel terreno, e possono salire sulla pianta per determinare la così detta infezione primaria solo se si verifica contemporaneamente che i germogli della vite abbiano superato la lunghezza di 10 cm, che siano piovuti almeno 10 mm di acqua, e che la temperatura del mattino sia almeno di 10° (regola dei tre dieci).
Dopo che si è verificata la pioggia infettante, prima che si manifestino gli effetti della malattia trascorre un periodo di tempo (latenza) che va dai 5 ai 15 giorni in funzione della temperatura e dell’umidità, ricavabile dalle tabelle di Muller-Goidanich. L’infezione primaria si manifesta con classiche macchie gialle sulle foglie che piano piano diventano marroni necrotizzando il tessuto della foglia, e con atrofizzazione e deformazione a S dei grappolini che di solito nel periodo in questione (Maggio-Giugno) sono appena formati. Dopo l’infezione primaria la malattia può continuare a propagarsi sulla pianta anche solo per effetto della bagnatura notturna delle foglie o per piogge di minore intensità (forma larvata o secondaria che compare 48 ore dopo che il prodotto della temperatura per il numero di ore di bagnatura ha raggiunto il valore di 50). In questo stadio possono essere attaccati anche i grappoli già ben formati, i cui acini necrotizzano, imbruniscono e seccano.
Il rame è un prodotto di copertura, in grado cioè di impedire lo sviluppo del fungo solo dove il prodotto è arrivato a formare una sorta di rivestimento protettivo. È quindi importante che esso sia distribuito uniformemente. Dopo la deposizione, con il tempo, per effetto della bagnatura e della pioggia esso viene dilavato, e quindi lo strato protettivo deve essere ricostituito periodicamente.
Con il rame esistono due strategie: una preventiva e una “attendista”.
La strategia preventiva è la migliore per limitare la quantità di prodotto e consiste nel cercare di combattere l'infezione primaria. Se ci si riesce, ogni trattamento successivo al primo è inutile fino a una nuova pioggia. La strategia preventiva consiste nell’eseguire il primo trattamento con il rame alle dosi minime, ma immediatamente PRIMA della pioggia infettante. Per questo occorre un buon servizio di previsioni meteo e la possibilità di trattare nel minor tempo possibile immediatamente prima che incominci a piovere. Se poi pioverà molto si potrà eventualmente ripetere un trattamento qualche giorno prima dello scadere del tempo di latenza. In questo modo se non si vedono comparire i sintomi della malattia e in annate normalmente piovose, i trattamenti possono essere davvero ridotti al minimo.
Se invece si decide di trattare dopo la pioggia, allora è meglio fare il primo trattamento alle dosi massime e vicino al termine del periodo di incubazione, in quanto a quel punto è giocoforza combattere l’infezione allo stadio secondario, e pertanto i trattamenti successivi devono essere eseguiti obbligatoriamente periodicamente, tenendo conto delle condizioni di umidità (bagnatura notturna/rugiada, pioggia ecc). Mediamente questo significa un trattamento ogni 10 giorni, cercando di razionare bene la quantità di rame a disposizione. Un modo in fase di sperimentazione per ridurre del 50% a parità di efficacia il quantitativo di rame è quello di aggiungere alla miscela il fosfito di potassio, che è anche un concime fogliare. Un trattamento con il rame andrà in ogni caso effettuato prima della chiusura dei grappoli (la fase cioè in cui gli acini incominciano a toccarsi tra di loro) per combattere un’altra magagna che potrebbe verificarsi più avanti con la maturazione: la muffa grigia o Botrytis Cinerea.
Oidio
A differenza della Plasmopara, le spore di Uncinola Necator svernano tranquillamente sopra la pianta infettata l’anno precedente, e quindi non esiste un momento preciso dopo cui incominciare i trattamenti. L’oidio non ha bisogno di acqua per germinare (anzi le piogge dilavano le spore e ostacolano la sua propagazione), ma piuttosto di calore e umidità. L’infezione pertanto è diffusa maggiormente nelle regioni centrali e meridionali, e in generale nelle zone meno piovose. La propagazione dell’infezione avviene per effetto del vento e della contiguità tra le piante. Se una vigna non è già stata precedentemente infettata gli interventi possono essere più leggeri e meno frequenti. Se è già stata colpita invece l’infezione deve essere tenuta sotto controllo preventivamente. L’infezione si manifesta sulle foglie con la comparsa di una leggera muffa biancastra che diventa rapidamente grigia e con un accartocciamento dei lembi. Seguono l’appassimento e la caduta. Sui grappoli la muffa attacca glia acini, che diventano rapidamente grigiastri e tendono a spaccarsi, continuando il loro sviluppo stentatamente e favorendo l’attacco successivo della Botrytis.
Il Garagista combatte l’oidio con lo zolfo, reperibile facilmente in forma di polvere bagnabile da dosare secondo le prescrizioni dei vari produttori e spruzzare allo stesso modo del rame. Tra l’altro (eccetto ove espressamente controindicato in etichetta) i prodotti a base rame e lo zolfo bagnabile possono essere mescolati nella stessa poltiglia per eseguire un unico trattamento. Per lo zolfo non ci sono limiti da non superare, ma questo non significa che si possa esagerare anche a causa degli effetti leggermente ustionanti sulle foglie e sugli acini e dei problemi organolettici che un eccesso può portare al vino. I trattamenti indispensabili sono in prefioritura sui tralci ancora giovanissimi contro le fasi precoci della malattia, dopo la fioritura a livello di acino appena formato e quindi a cadenza di 7-10 giorni fino all’invaiatura.
ESEMPIO
Facciamo un esempio pratico di trattamento contro la peronospora utilizzando il prodotto commerciale Ramet 13 della CIFO S.p.A, a base di ossicloruro di rame. La confezione reca le seguenti informazioni: 100 g di prodotto contengono 13g di Rame metallico puro (da Ossicloruro di Rame). Per la peronospora occorre utilizzarne da 67,5 a 85 g ogni 10 litri d'acqua, sciogliendolo prima in poca acqua e aggiungendovi poi la restante mescolando con cura.
Se in un anno si possono usare 6 Kg di rame metallico per ettaro, considerando una densità della “vigna tipo” (già abbastanza alta) di 4000 piante /ha, si può stimare 1,5 g di rame per ceppo all’anno. Per le nostre 50 viti significa 75 g complessivamente. Poiché il contenuto di rame del prodotto è il 13%, si possono usare in un anno 577 grammi di Ramet 13. Ogni scatola contiene tre buste da 100 g e quindi due confezioni sono il massimo che possiamo permetterci. Notiamo che 577 g di prodotto significano 8,5 cariche da 10 l di un pompa a spalla alla dose minima di 6,75 g/l, e 6,7 cariche alla dose massima. In pratica 7 trattamenti da 10 litri o 14 da 5 litri devono essere sufficienti per tutta la stagione.
Infine ricordiamo al Garagista di indossare sempre durante i trattamenti la mascherina protettiva e guanti possibilmente i gomma.
Approfondimenti
http://it.wikipedia.org/wiki/Oidio
http://it.wikipedia.org/wiki/Plasmopara_viticola
http://www.ildivulgatore.it/pdf/2007/03-art2.pdf
http://www.cifo.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/351
http://www.tigulliovino.it/malattie/malattie_botrite.htm
http://it.wikipedia.org/wiki/Botrytis_cinerea
Inserito da Tomaso Armento
il 30 marzo 2009 alle 17:03Poi, come ho detto altrove, meglio non fare finta di essere Bio con la certificazione, meglio sapere bene quello che si fa e scegliere al meglio per l'ambiente (la vigna non l'ecosistema, parte dell'ecosistema)!
Lato Plasmopara Vinicola (volg. Peronospera):
Aggiungo anche, senza voler complicare, che i trattamenti con sali di rame sono fondamentali anche dopo una grandinata (preferibilmente con poltiglia bordolese, che contiene idrato di calce come co-disinfettante e data la sua formulazione si usa al posto del classico rame, ma non pu essere miscelata con lo zolfo bagnabile) per disinfettare le ferite a prescindere dallo stato della vite (i.e. piu o meno colpita).
Per i trattamenti da fine giugno consiglio il rame idrossido (es Kocide, DuPont) per minore fitotossicit e migliore azione.
Lato Uncinula necatrix (volg. Oidio)
Inoltre, molto interessante per i puristi del bio o semplicemente per chi voglia ridurre l'uso di fitofarmaci, a chiusura di stagione (insomma quando le temperature non sono pi alte e ritorna l'umidit) chiudere (pre e post vendemmia) con Ampelomyces quisqualis, antagonista naturale: le sue spore distribuite con il trattamento, entrano in contatto con il micelio dell'oidio e, in presenza di un'elevata umidit, germinano originando un tubetto che penetra nel micelio della crittogama sviluppandosi poi a spese dell'oidio medesimo. Lotta totalmente biologica anzich coi veleni, non male! Formulato commerciale es.AQ-10WG di Intrachem Bio Italia.
Lato Botritis Cynerea consiglio un lavoro maniacale in fase di prechiusura grappolo: pulite molto la zona del grappolo dalle foglie, lasciando sopra la chioma, per la vendemmia le foglie saranno rinate ma avrete garatito un'areazione elevata nel momento in cui il fungo va ad insediare il grappolo.
Inoltre per tutti i prodotti sempre fondamentale controllare i tempi di carenza, non dimenticandosi MAI che anche se sono prodotti autorizzati in agricoltura biologica si stanno maneggiando dei VELENI (d'altronde sono sostanze che ammazzano degli organismi, funghi in questo caso) quindi come tali vanno sospesi mediamente una 30ina di giorni prima della vendemmia. E mi raccomando non preparate la miscela il giorno prima di darla, ma al momento, altrimenti con le pompe manuali si sedimenta tutto in fondo e fate mezzo trattamento superconcentrato (se ci riuscite) e mezzo acqua sporca.
E ricordatevi che non basta la mascherina, il 70% delle intossicazioni avviene per contatto.
E mi raccomando divertitevi e sognate: potrebbe succedervi di fare un grande vino sul serio!
Tom
P.S. anche se c' scritto solo irritante, in realt non semplicemente irritante: quella dicitura si riferisce al quantitativo necessario per infliggere una dose letale in sperimentazione. Molto Tossico rappresenta, tra l'altro una bassa dose per dose letale, viceversa irritante ci vuole pi prodotto ma sempre di VELENI stiamo parlando, quindi ATTENZIONE e uso di tutti i presidi, come guanti, tute usa e getta in Tyvek con cappuccio con sotto indumenti da mettere a lavare, occhiali, sempre bene attenti che nessuna zona del corpo entri in contatto. Si pensa che i diserbanti siano il solo male, poi non si vede la trave....