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Vino in garage

C'è posta per il Garagista

di Luca Risso

MappaArticolo georeferenziato

E' incredibile, ma questa rubrica ha convinto qualche garagista temerario a chiedere a me qualche consiglio. Siccome sono convinto che i problemi del singolo siano alla fine i problemi di tutti, e che tutti possono contribuire a risolvere i problemi del singolo, ho deciso di pubblicare un paio di queste lettere e la risposta da me data, suscettibile naturalmente di rettifiche, smentite e contributi costruttivi di ogni tipo.

Lettera n°1
Salve, da sempre affascinato dal mondo della viticoltura, da un anno ho iniziato a condurre a livello amatoriale una piccola vigna di barbera. La vigna è stata impiantata su antichi terrazzamenti con muretti a secco che dopo un lungo abbandono a bosco (robinie e rovi) sono riuscito a rimettere in sesto. Ora, la mia piccola vigna (300 metri quadri) spicca dal bosco sopra l'abitato del mio paese attirando l'attenzione di diversi proprietari di terrazzamenti a me confinanti. Anche loro sarebbero intenzionati a ripristinare la coltivazione della vite e ci chiediamo se fosse mai possibile creare un piccolo consorzio di produttori di vino anzi, una sorta di associazione con lo scopo di auto produrci il vino e preservare la meraviglia architettonica dei terrazzamenti a secco senza andare a commercializzare nulla.
Vi chiediamo se qualche realtà del genere esiste e se l’idea di impiantare, così “Fai da te”, una vigna che andrebbe a coprire 12000 metri quadrati possa essere sovvenzionata? Soprattutto esistono regolamenti in materia?
Grazie dell'attenzione


Risposta
Non conosco la zona in cui abiti, per cui non so dirti ad esempio se la scelta della barbera sia opportuna, trattandosi di una varietà abbastanza difficile. E' una ottima cosa il recupero di fasce e terrazzamenti altrimenti destinati ai rovi o peggio alle frane. Purtroppo devo dirti che non credo sia possibile alcun finanziamento ad iniziative "private", cioè fuori dalla sussistenza di una azienda agricola.
Anche senza andare a cercare finanziamenti, l'iniziativa privata (cioè l'impianto di una vigna per autoconsumo familiare) è consentita solo entro i 1000 (mille) metri quadri. Sopra questa superficie di impianto, è vietato impiantare vigne, a meno che tu:
1-costituisca una azienda agricola titolare della vigna se quest'ultima è già registrata a catasto vitivinicolo;
2-acquisti i diritti di reimpianto per la superficie voluta, se disponibili nella tua regione.
In questo caso, se le varietà impiantate sono quelle autorizzate/consigliate dalla tua provincia, potresti anche accedere a forme di finanziamento.
Un saluto caro

Lettera n°2
Buon pomeriggio,
sono un pensionato e mi sono ritirato in campagna ove possiedo nelle vicinanze di Terni, in zona collinare, un terreno con annessa vigna ed oliveto. Sebbene abbia effettuato i vari trattamenti della vigna,(zolfatura in polvere seguita da tre trattamenti sistemici associati a zolfo bagnabile, comincio a notare tracce di oidio su alcune viti e soprattutto l'ingiallimento delle foglie di alcune viti (20% circa dell'intero vigneto). Le sarei molto grato, visto che sono un dilettante in materia di viticoltura di volermi indicare le cause, senza obbligazione alcuna da parte di entrambi, dell'ingiallimento riscontrante ( abbastanza ricorrente negli ultimi due tre anni) e gli eventuali rimedi da attuare. Grazie in anticipo del supporto che vorrà accordarmi.
Distinti saluti


Segue invio di fotografie del vigneto visibili qui.

Le preciso di aver fatto i trattamenti contro la Peronospera e l'oidio secondo le indicazioni fornite (inizio Maggio zolfo in polvere, a seguire tre trattamenti sistemici con cadenza quindicinale associati a zolfo bagnabile, a seguire ho già effettuato tre pompature con poltiglia bordolese e zolfo bagnabile con cadenza settimanale. Ho intenzione di continuare questo ultimo tipo di trattamento sino alla fine di Luglio). In Merito all'oidio e all'ingiallimento delle foglie, Le preciso che trattasi di due problemi distinti: tracce di oidio su alcuni grappoli e ingiallimento delle foglie su altre viti. Quello che al momento mi preoccupa di più è l'ingiallimento delle foglie che mi pare molto più diffuso delle tracce di oidio sinora riscontrate; sarà mia cura di inviarLe, questa sera, alcune foto come richiestomi così che avrà maggiori evidenze per le Sue considerazioni. Le preciso infine nel caso avesse delle eventuali implicanze che in talune interfile coltivo degli ortaggi: pomodori, faggiolini, cetrioli e zucchine. Le mie pubblicazioni di riferimento sono " Vita in Campagna", il calendario di frate Indovino e "orticello di casa" sempre di frate Indovino.
La saluto cordialmente ringraziandoLa di nuovo per la gentilezza dimostratami ed il supporto fornitomi


Risposta
Spero che anche le mie poche nozioni possano esserle utili. Dividiamo dunque i problemi.
Ingiallimenti
Vedo tre possibili ragioni del problema, di cui una più probabile.

  1. Giallumi infettivi da virosi. La foglia deve essere proprio gialla oro, comprese le nervature. Mi sentirei di escludere la patologia perché avrebbe dovuto comparire già all'inizio della ripresa vegetativa. Non c'è cura, bisogna estirpare.
  2. Clorosi da carenza di ferro o altro oligoelemento. In questo caso solitamente le nervature rimangono verdi. La cura immediata consiste nel somministrare nutrienti/concimi fogliari a spruzzo a base di ferro chelato ed eventualmente anche fosforo e potassio.
  3. Il fatto che il fenomeno sia apparso ora, mi fa pensare maggiormente ad una infestazione di acari tipo ragnetto rosso o giallo. In questo caso occorre un trattamento acaricida.
Provi prima a effettuare un trattamento di concimazione fogliare e dopo qualche giorno dia anche l'acaricida.
Le fornisco un paio di link a proposito:

http://www.viten.net/pdf/262.pdf
http://www.fertirrigazione.it/ita_132/

Oidio
L'infezione mi sembra grave, e a mio avviso necessita sia di trattamento anti oidico sui grappoli (zolfo in polvere o altro), sia di un trattamento antibotritico (muffa grigia). Mi raccomando di controllare le compatibilità tra i vari preparati, soprattutto con lo zolfo, che può creare dei problemi.
ecco un link:

http://www.crsaforum.it/vitivinicolo/topic.asp?TID=91

Se posso permettermi le darei un paio di consigli dopo aver visto le foto della vigna.
Con tutti i trattamenti che ha fatto l'oidio non avrebbe dovuto comparire. Vuol dire che i trattamenti non sono stati effettuati correttamente. Ad esempio non serve dare lo zolfo in polvere quando non fa molto caldo (>30°). I primi trattamenti vanno fatti con zolfo bagnabile. Vedo però che la gestione della chioma delle viti è molto carente. I prodotti di copertura come rame e zolfo bagnabile non possono penetrare in profondità se si trovano davanti una tale barriera di foglie. Occorre assolutamente una buona potatura verde, cimando i tralci che superano il filo superiore della spalliera ed eliminando le foglie vecchie più esterne che coprono i grappoli e favoriscono la stagnazione dell'umidità. Eventualmente consideri di abbassare l'altezza delle viti con opportune potature di ritorno. Controlli se tra i prodotti che ha dato non ce ne sia qualcuno incompatibile con lo zolfo. Controlli anche se ha dato qualche insetticida che possa aver alterato l'equilibrio tra acari e loro predatori.

Non sono a conoscenza di corsi di viticoltura hobbistici nella sua regione. Le consiglio però un sito assai interessante, ed alcune pubblicazioni da esso proposte come "La vigna in tasca" e "Biovitienologia" che può trovare qui

http://www.viten.net/?zone=04prodotti.php&m=stuff

dopodiché la sua vigna sarà il miglior laboratorio possibile.
Un augurio

Luk

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3 Commenti

Inserito da Filippo Ronco

il 15 luglio 2009 alle 09:59
#1
Ad integrazione dei tuoi ottimi contributi Luca, segnalo anche la rubrica di Anna Zorloni specificamente dedicata alle malattie della vite e forse, nel prossimo futuro, anche alle malattie dell'olivo: http://www.tigulliovino.it/rubrica.php?ID=16

Ciao, Fil.

Inserito da Riccardo Francalancia V. S.

il 15 luglio 2009 alle 11:09
#2

1) Come dice bene Luk, la gestione della chioma deve essere migliorata. Io però partirei alla base del problema, ovvero la potatura secca (cioè invernale) delle piante. Razionalizzando quella si contribuisce a migliorare e contenere l'espansione fogliare, evitando ristagni d'umidità all'interno della chioma e favorendo l'areazione della stessa.
Inoltre, agendo sulla potatura invernale si "livella" lo sviluppo dei grappoli, che tenderanno ad essere più o meno alla stessa altezza, favorendo potature estive mirate e rendendo i trattamenti più semplici ed efficaci.

2) Definire, tramite fotografie, cosa abbia provocato l'ingiallimento è un po' un azzardo...ma in accordo a quanto scritto da Luk, opterei per gli acari, poichè l'aspetto delle foglie affette da clorosi ferrica è generalmente diversa da quelle delle fotografie. Tralascerei le virosi così come i "giallumi", provocati dai Fitoplasmi.

Se posso dare un consiglio, eviterei di annaffiare troppo le colture tra i filari, si potrebbero avere ristagni d'acqua nel tereno o eccessiva umidità in vigna.

Inserito da Francesco Manna

il 15 luglio 2009 alle 18:24
#3
@Luk
Incredibile mica tanto se eri delle mie parti ti avrei già proposto di metter su un' azienda vinicola insieme!! :)
Approfitto di questo post per farti i complimenti, in ordine sparso, per la competenza, per la rubrica, per la passione.

Ciao, Francesco.

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