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Monocultivar grignano: Cenerentola è diventata principessa, di Enzo Zappalà

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Monocultivar grignano: Cenerentola è diventata principessa

di Enzo Zappalà

Superata la splendida città di Verona, poco prima di scorgere le turrite mura rossastre di Soave, si allunga verso nord la stretta valle di Mezzane. Siamo all’estremità orientale della Valpolicella, in vista ormai dei vulcani della zona classica del soave. I vini assumono una connotazione particolare, spesso meno amabili e più tannici, più vivi e scorbutici. Un grande pregio per un “nebbiolizzato” come il sottoscritto.

Tra le vigne spuntano anche molti ulivi, riparati parzialmente dalle correnti fredde che provengono dai meravigliosi Monti Lessini, degradanti dolcemente verso la pianura. Tra le varietà presenti ne spicca una veramente peculiare: il grignano. Autoctono delle colline veronesi, è da sempre stato considerato rustico e di scarso interesse sensoriale. Resiste bene, però, alle basse temperature invernali e sopporta gli sbalzi termici con forza e tenacia; perfetto, quindi, per un consumo locale, senza troppe pretese. Servizievole e disponibile, anche se di aspetto anonimo, è sempre stato considerato una specie di Cenerentola. In una zona dove uno dei più illustri re enologici, l’amarone, la fa ancora da padrone, perché mai dare visibilità a una laboriosa, umile e oscura fanciulla?

Oltretutto su quelle radiose colline sono stati impiantati ulivi di altre specie, più pregiate e famose, vestite meglio e di sicuro impatto. Le “sorellastre” di Cenerentola possono sicuramente ambire a uno sguardo più attento da parte dei visitatori che vengono a riverire il signore “amarone”. Mezzane, terra di olio e di vino, ma uguale a tante altre che si moltiplicano in quel dolce e variegato territorio prealpino.

Come nella fiaba, però, è apparsa una fata per dare un po’ di allegria e felicità alla giovane triste e sconsolata. Non sotto la forma un po’ "abbondante" della simpatica Smemorina del cartone di Walt Disney, ma sotto quella di un gruppetto di tenaci agricoltori che nel grignano credevano fermamente e che sentivano di dovergli rendergli giustizia.

Era veramente così banale e miserevole? Magari bastava un bel vestito, un tocco ai capelli, delle scarpette di vetro e si sarebbe assistito a un miracolo. La convinzione personale non era, però, sufficiente, ci voleva una sicurezza in più. Alcuni segni erano già chiari e netti: spesso, quando il clima era più favorevole e la raccolta avveniva senza intoppi nel periodo giusto, quell’olio semplice da tutti i giorni sembrava regalare sentori inaspettati, bagliori di profumi raffinati. E se Cenerentola fosse stata davvero una principessa incompresa e nascosta sotto umili vesti?

Si sono così iniziate ricerche scientifiche in Università prestigiose come quelle di Padova e Firenze, si sono analizzate le molecole che la piccola oliva contiene al suo interno, si sono studiate le loro variazioni in funzione del tempo e si è avuta la conferma: il grignano è  proprio una Cenerentola sacrificata a un lavoro non degno del suo rango. Basta “cogliere l’attimo”, sfruttare quella piccola finestra temporale in cui la giusta maturazione regala uno dei tanti miracoli della Natura. Non si può aspettare: la mezzanotte arriverebbe troppo presto, i cavalli  tornerebbero topolini e la carrozza una zucca. Raccolta troppo tardi,  ricadrebbe nuovamente nella mediocrità. Nel giusto momento, invece, si trasforma in principessa, dominata da profumi unici al mondo.

Ciò che per le sorellastre può essere a fatica ottenuto con un mix complicato di trucchi e belletti, di gioielli e anelli, che unendosi  nascondono la limitatezza delle singole componenti, per lei, per Cenerentola, è una cosa ovvia, naturale, spontanea. In mezzo al caleidoscopio di emozioni sensoriali ne splende una su tutte: quel netto, intenso e ammaliante profumo agrumato che nessuna delle sorellastre potrebbe mai possedere. Le nostre fate, i produttori di Mezzane che si contano sulle dita di una mano e che avevano creduto in quella bellezza celata agli sguardi frettolosi dei viandanti, avevano compreso la verità.

Quei terreni rocciosi e verdeggianti, quei resti di violenti e capricciosi eventi geologici avevano accolto una principessa meravigliosa, celandola a lungo agli sguardi più indiscreti. Ora può finalmente risplendere. Bisogna accudirla, sentirne il respiro, capire quando sta per sbocciare, esseri pronti a coglierla e portarla velocemente al frantoio per vederla trasformare in un’inarrivabile regina. In fretta, con passione e dedizione, per non sentire i tristi rintocchi della mezzanotte.

I visitatori più esperti se ne sono già accorti e i premi delle guide specializzate sono già arrivati puntuali. Tuttavia, non basta ancora. La principessa non deve essere piacere di pochi, deve essere ammirata da tutti coloro che amano le sensazioni più pure e sincere della Natura e della fatica dell’uomo. Mezzane deve diventare un centro d’eccellenza, deve essere il giusto trono dove fare accomodare una regina sbocciata in tutto il suo splendore. Non può limitarsi a organizzare una festa dell’olio, uguale a tante, troppe altre. Deve convincersi che una gemma preziosa è stata nascosta troppo a lungo tra le sue rocce antiche. Deve mostrarla, gioirne e farne gioire gli altri.

I vini e i castagni della valle, i prati più alti che nutrono le mucche da cui nasce l’impareggiabile formaggio Monte Veronese, i dirupi e i fiori che sostengono le cime del monte Carega e dei suoi fratelli, i panorami infiniti e le vette più lontane sfavillanti di ghiaccio faranno da giusto contorno al grignano, rendendo il soggiorno del turista completo, emozionante e struggente. Un prodotto d’eccellenza deve insegnare a guardarsi intorno e a cibarsi di Natura, storia, cultura. Un punto di partenza e non un punto di arrivo.

Si mettano da parte dispute e idee preconcette, visioni personali o ripicche inutili, spesso collegate a risvolti commerciali troppo miopi. Una valorizzazione completa che parta dalla ex-Cenerentola e si allarghi al territorio non può che fare bene a un turismo più ampio e intelligente.

Cari amici di Mezzane, aspetto al più presto una festa dedicata interamente al grignano: se lo merita veramente (e voi lo sapete). Non una delle solite sagre (per altro simpatiche e allegre) ma qualcosa di più adatto a una principessa. E mi piacerebbe che illustrasse anche adeguatamente la scenografia che vi circonda, attraverso itinerari culturali e naturalistici, umani e storici.

Siate uniti e culturalmente umili così come siete stati tenaci e illuminati nel cogliere l’attimo della fioritura della meravigliosa principessa.

E voi, amanti del grande olio e della Natura, andate a Mezzane e troverete un sogno per i sensi e per la mente. Il grignano vi aspetta e vi farà da guida…

Azienda agricola “Le Coste” di Federico Caloi
via Postuman 13/A
37030 Mezzane di Sotto (VR)
tel 347.6876330
email: info@oliolecoste.it

Az. Agr. San Cassiano di Sella Mirko
via San Cassiano, 17
37030 Mezzane di sotto (VR)
Tel/Fax: 045 8880665
Email: info@cantinasancassiano.it

Azienda Agricola Sisure di Pizzighella Stefano
Via Capovilla , 10/a
37030 Mezzane di Sopra (VR)
Tel/Fax 045 8880396
email: info@sisure.it

Società Agricola Terrebianche
Via Stegagno 17
37030 Mezzane di Sotto (VR)
Tel. 045/8880662
Fax. 045/8889112
Email: info@terrebianche.net

Az. Agr. Verzen
Via Alcide de Gasperi, 11
37030 Mezzane di Sotto (VR)
Tel. 045 8749043
Email: info@verzen.it

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Astrofisico per 40 anni, ho da sempre coltivato la passione per il vino e per il mondo che lo circonda. Vedo di traverso la seriosità che...

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