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Ricerca sulla non efficacia dell'etilometro a fiato, di Enzo Zappalà

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Ricerca sulla non efficacia dell'etilometro a fiato

di Enzo Zappalà

Io racconto spesso storie fantastiche ambientate in altri mondi, cercando in tal modo di ironizzare sui fatti e misfatti che fanno capolino nel mondo del vino. Anche la critica e il sarcasmo sono atti d’amore, che a volte rasentano la rabbia perché si vorrebbe che la cultura, la storia e i personaggi di questo meraviglioso mondo di emozioni e sensazioni infinite fosse perfetto, armonioso e immune da difetti e polemiche. Non posso però pretendere troppo e mi limito a piccoli “scrolloni” più o meno bonari.

Tuttavia, le cose si complicano quando il nostro stesso mondo supera di gran lunga la fantascienza. Una condanna impietosa e vile sta cadendo sul mondo del vino e su tutti coloro che amano degustarlo per piacere, mestiere, o anche solo per passare una serata in allegra e serena compagnia: la criminalizzazione dell’alcol. Nessuno vuole mettere in discussione la necessità di interrompere la catena di sangue che funesta le strade, anche se la causa maggiore è la velocità sfrenata su cui però le case automobilistiche hanno posto un veto dittatoriale: gli acceleratori non si toccano!

E i legislatori hanno prontamente chinato la testa. Meglio prendersela con l’alcol e le droghe. Giustissimo! Troppi giovani si inzuppano di intrugli diabolici e si impasticcano alla grande per sentirsi potenti e indistruttibili in un epoca vuota di ogni valore etico e morale.

Ma il vino e il suo mondo cosa c’entrano? Ben poco, in realtà. Chi ama il vino sa sempre quando fermarsi e sfido chiunque a dimostrarmi che uno di loro sia stato causa di un incidente veramente grave. La statistica ufficiale non vuole dircelo e questa e già una conferma. Senza andare nei meandri delle scelte fatte dai governanti, sappiamo benissimo che è stato trovato il toccasana, la soluzione di tutti i problemi: l’etilometro a fiato.

La televisione e le sue solite campagne dirette verso i capri espiatori più deboli si è scatenata e ce lo ha mostrato come una specie di miracolo tecnologico e scientifico. Purtroppo ha avuto gioco facile. Al giorno d’oggi la persona comune non sa nemmeno più cosa sia la vera scienza. Probabilmente crede sia quella specie di predica che i tuttologi di turno gli somministrano ogni giorno dal piccolo schermo. Poco importa se di veri scienziati non se ne vedano quasi mai in televisione e quelli che vi capitano quasi per caso o per sbaglio, non abbiano il permesso di parlare o vengano solitamente irrisi dai soliti VIP (oggi chiamati con il simpatico sinonimo di “opinionisti”), provenienti dai più beceri spettacoli d’intrattenimento.

Non fatemi nemmeno pensare che proprio l’anno scorso si sono celebrati i 400 anni dall’invenzione del telescopio da parte di Galileo Galilei e dalla nascita del pensiero scientifico. Poveri noi… come siamo caduti in basso!

Fin qui tutto bene, anzi TUTTO MALE, se il Dio Etilometro fosse veramente uno strumento scientifico. Sarebbe comunque un proibizionismo assurdo e unidirezionale, privo di senso. Vi è però molto di più! Ed ecco che il racconto della realtà supera la fantascienza. E’ bastato andare a spulciare sul web in modo logico e coerente, leggere articoli scritti in inglese, cercare i nomi più prestigiosi della fisiologia polmonare e della tossicologia forense perché il castello di carte costruito sulle nostre spalle crollasse inesorabilmente. L’etilometro a fiato NON è scientificamente in grado di valutare la percentuale di alcol nel sangue né tantomeno lo stato di ebbrezza di un individuo.

Per pura sete di giustizia, ho tradotto una serie di articoli UFFICIALI, pubblicati sulle maggiori riviste internazionali; ho costruito un dossier inoppugnabile; ho contattato uno dei massimi esperti mondiali, che si è perfino detto disposto a venire in Italia a tenere conferenze presso i tribunali e le altre sedi legali e mediche più idonee.

Pensavo che il mondo del vino si sollevasse e si scatenasse per mettere fine a questa truffa costruita volontariamente a tavolino per pulire la coscienza di chi non sa come agire e che si ingozza con i nostri soldi. Ed invece niente o quasi niente. Tranne sparute voci che si sono subito sopite, il silenzio ha continuato a regnare sovrano. L’apatia, la rassegnazione, l’abitudine a non uscire mai allo scoperto (meglio che lo facciano gli altri) hanno cercato di non vedere e di non sentire. E meglio ancora non parlare!

L’unica parola d’ordine sembra essere: “Speriamo che l’etilometro tocchi a qualcun altro e poi al limite patteggiamo. Pazienza!”. Eppure sono moltissimi quelli che vivono cavalcando il mondo del vino: non solo gli stessi produttori, ma i ristoratori, gli enotecari, i giornalisti, i blogger, i sommelier, gli appassionati di ogni ordine e grado. Ma tutti zitti o quasi. Pronti a subire la solita ingiustizia priva di fondamento scientifico che la televisione gli offre in un piatto d’argento. Non tutti in verità. Ai miei accorati appelli e al mio lavoro di traduzione e di diffusione (e non ditemi che non lo sapevate…) solo qualche produttore e qualche appassionato con gli attributi hanno cercato di muoversi. Pochi però, troppo pochi.

Allego di seguito una sintesi semplicissima e comprensibilissima (più facile dei discorsi da Grande Fratello o da Isola dei Famosi):

Ricerca sull'efficacia dell'etilometro a fiato



Una sintesi di questa mia ricerca, verrà presentata tra gli altri interventi durante la Vinix Unplugged Unconference del 6 giugno a Genova (il giorno prima di Terroir Vino). Come si fa ad avere paura delle verità scientifiche? Pensate a Galileo Galilei!


[Foto credit: gabrielutasi.com]

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Astrofisico per 40 anni, ho da sempre coltivato la passione per il vino e per il mondo che lo circonda. Vedo di traverso la seriosità che...

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