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Best Italian Wines 2012: una guida dell'altro mondo, di Enzo Zappalà

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Best Italian Wines 2012: una guida dell'altro mondo

di Enzo Zappalà

Chi pensava che l’uscita delle guide dei vini italiani fosse ormai giunta al suo epilogo, si sbagliava di grosso. Lo “scoop” giunge dall’Australia e ne è autore il celebre degustatore Frederick J. Inversun, universalmente considerato il Parker dell’emisfero sud. Best Italian Wines è una guida fuori dai soliti canoni degustativi, frutto di una capacità rara di andare oltre, sempre e comunque. I veri appassionati non possono non divorarla con frenesia.

Frederick J. Inversun è ormai diventato un mito per gli appassionati e gli addetti ai lavori più attenti. A lui si devono i recenti studi innovativi e rivoluzionari sui vitigni autoctoni australiani e neozelandesi, quali l’ormai leggendario Seawine. Sempre a Inversun si devono le ricerche sulla rotazione del bicchiere e l’interazione con la forza di Coriolis.

Forse poco conosciuto in Italia, per i suoi interessi mirati soprattutto verso l’emisfero australe, ha deciso, quasi in silenzio, di dedicarsi allo studio profondo dei vini italiani, un suo nuovo e improvviso colpo di fulmine.

Esce così quest’anno la sua prima guida (Best Italian Wines, 2012), dedicata ai nostri capolavori enoici. Per non smentire la sua eccezionale capacità di trovare l’introvabile, le prime anticipazioni sono già sconvolgenti. Sono solo dieci i vini super-premiati da Inversun, ma hanno già gettato lo scompiglio nel mondo del vino italico. Tutti pressoché sconosciuti alla massa, raggiungono per il grande australiano i vertici massimi, che in guida sono accompagnati dai tre canguri, l’eccellenza dell’eccellenza vinicola del nostro stivale.

La guida, adeguatamente pubblicizzata, sarà in libreria tra un paio di mesi. Non facciamocela scappare! Eccovi l’elenco dei dieci capolavori secondo Inversun, seguiti da pochi commenti da me tradotti, estratti da un testo ben più lungo e articolato (per adesso uscirà solo la versione inglese). Per mantenere la “suspence” non vengono ancora indicate le aziende produttrici.

Vini rossi

Soave classico “Vesuvio”, 2008
Grande mineralità e salinità. Nessuna filtrazione. Sono frequenti piccoli grani lavici, che creano una sublime miscela di mangia e bevi. Il più grande garganega in purezza vinificato in rosso.

Nero d’Avola “Coltello e Forchetta”, 2008
Densità e spessore stupefacente. Colore impenetrabile e impenetrato. Ogni bottiglia è fornita di posate per la degustazione. Dà il meglio si sé accoppiato con un bicchier d’acqua per accompagnare la deglutizione.

Aglianico del Taburno “Mare Profondo”, 102 a.C.
Affinato in anfore di terracotta al largo di Pozzuoli, ha raggiunto finalmente la sua completa maturazione. Colore indecifrabile, sentori marini e profumo intenso di gambero e sardina. Si consiglia di aprirlo sette giorni prima e di scaraffarlo varie volte.

Rosso Toscano “Indovina Indovinello”, 2007
Eccezionale mix, dal sentore inconfondibile di sangiovese. L’azienda agricola che lo produce invierà in omaggio un bancale del 2008 a tutti coloro che sapranno individuare i 112 vitigni usati in questa fantastica rappresentazione di “terroir” allo stato puro.

Piemonte “Barbarone”, 2007
Assemblaggio di barolo, barbaresco, roero con l’aggiunta di uno 0,003% di Amarone. Malgrado un’annata sfortunata l’unione dei più grandi vini italiani riesce a creare un risultato straordinario. La nuova versione 2008 potrebbe contenere anche una dose significativa di sangiovese in purezza, sempre che l’azienda riesca a reperirlo.

Valtellina Superiore “Di Più non Posso”, 2007
Straordinaria prova d’autore e di alpinismo. Il vigneto è situato su uno strapiombo verticale di pura roccia granitica. La coltivazione e la raccolta vengono fatte con corda doppia. Vino di cultura estrema, ha sentori profondi di paura e terrore allo stato puro. Può causare tremori che perdurano a lungo. Sconsigliabile a chi soffre di vertigini.

Vini bianchi

Roero Arneis “Innovazione”, 2012
Freschezza allo stato puro. La beva scorre senza impedimenti, fluida, quasi inesistente. Un bianco che colpisce come nessun’altro l’immaginario collettivo.

Vini spumanti

Franciacorta Extra-Brut “Tra le Nuvole”, 2006
Incredibile metodo classico. Perlage finissimo ed esplosivo, di beva non facile. Appena aperto l’anidride carbonica trascina con sé il vino verso lo Spazio ed è difficile recuperarne qualche goccia nel bicchiere. Si invitano gli appassionati di cercare l’annata recensita in quanto potrebbe essere l’ultima. Il vino viene infatti considerato come “gas serra” e componente essenziale del Riscaldamento Globale. Se verrà proibito, sarà una gran perdita per l’enologia italiana.

Vini dolci

Isola di Lampedusa “Adesso Basta”, 2010
Profumi di rabbia e di indignazione dai risvolti bivalenti, che si stemperano lentamente in una sensazione di pace apparente. La pigiatura viene eseguita direttamente in vigna, a piedi spesso nudi. Il colore tende al bruno con riflessi verdognoli di bile. Finale lunghissimo che lascia un senso di attesa spasmodica che sembra non avere mai fine. Reperibile solo in loco.

Valle d’Aosta “Sopra il Dente”, 2010
Stupefacente “icewine” italiano. Ottenuto da un piccolo vigneto posto sopra il ghiaccio della Brenva nel Monte Bianco a 4012 metri d’altezza. Cristallino, limpido, dai soffusi riflessi azzurrognoli. Dà il meglio di sé se bevuto ben caldo.

Amici che non potete vivere senza guide, questa non potete perdervela: è proprio quella che fa per voi!!

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Astrofisico per 40 anni, ho da sempre coltivato la passione per il vino e per il mondo che lo circonda. Vedo di traverso la seriosità che...

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