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La rivincita dei neutrini ovvero la rivoluzione dei bianchi aromatici, di Enzo Zappalà

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La rivincita dei neutrini ovvero la rivoluzione dei bianchi aromatici

di Enzo Zappalà

Purtroppo il timido e invisibile neutrino non viaggia più veloce della luce. Anche se ben pochi lo conoscevano prima che apparisse sulle pagine di tutti giornali, nel giro di pochi giorni è diventato amico e compagno di mille discussioni. La televisione e i giornali ci impongono spesso queste rapidissime meteore che raggiungono un’effimera celebrità per pochi giorni o settimane e poi sprofondano nuovamente nel silenzio e nell’anonimato. Basta vedere gli eroi dei reality, i VIP sempre più numerosi, le veline, i grandi e i piccoli fratelli e sorelle, e via dicendo. Anche il neutrino sembrava appartenere a questo tipo di popolarità fugace e immeritata. Un inutile intruso, pensando a quante notizie, ben più importanti, incombono sulla vita di tutti giorni. Calciatori e veline che si sposano e si lasciano a raffica. Politici che giocano innocentemente con i soldi pubblici che altrimenti resterebbero inutilizzati. E’ già duro stare dietro a loro… figuriamoci ai neutrini che restano pur sempre rapidissimi.

Lo stesso mondo del vino ha già tanto su cui discutere che ben raramente può permettersi il lusso di seguire le scoperte più recenti, anche se esse potrebbero addirittura rivoluzionare quel magnifico castello di carte che i critici più esperti hanno saputo creare in anni e anni di dure battaglie terrene sopra una meraviglia naturale e umana.

Il neutrino e il suo tunnel che partendo da Ginevra arrivava fino al Gran Sasso sono così spariti dalla cronaca, con malcelata soddisfazione di molti. Una piccola, insignificante particella, che probabilmente non ha nemmeno una massa, aveva cercato di rubare agli onesti lavoratori una parte del loro prezioso tempo. E oltretutto cercando di ingannarli con la sua velocità. Come poteva andare così veloce se in realtà il tunnel era una bufala gigantesca? Nemmeno una Ferrari riuscirebbe a farlo se si trovasse davanti a una parete di roccia dura e compatta. Insomma, niente tunnel e, di conseguenza, niente neutrino superveloce. Qualsiasi persona dotata di buon senso televisivo ci arriverebbe da sola. Ah, quanti soldi sprecati per mantenere scienziati che si inventano giochi assurdi per passare il tempo a nostre spese.

Forse, era stata solo e soltanto una puntata di “Scherzi a parte”, nemmeno tra le più riuscite. E dispiace per la figuraccia ingiustamente fatta subire al ministro della Pubblica Istruzione. Meno male che tutto è finito.

Ma ne siamo proprio sicuri? Direi proprio di no e, così, piano piano, quella elusiva e timida particella è tornata alla ribalta e lo ha fatto proprio attraverso il vino bianco (almeno per adesso, ma i rossi sono già in attesa). Cercherò di essere stringato e semplice. Tutto nasce nel tunnel del Gran Sasso (quello realmente esistente, dove possono sfrecciare anche le Ferrari). Focalizziamoci sui vini bianchi aromatici, quelli come il riesling, il traminer, il moscato, la malvasia, ecc., ai quali la presenza di particolari catene di idrocarburi, chiamate terpeni, riesce a regalare profumi e aromi esotici e inebrianti, senza nemmeno dover ricorrere ad altrettanto esotici lieviti costruiti in laboratorio o quasi.

Questi terpeni, malgrado le meraviglie che sanno regalare ai vini, non sono proprio degli “stinchi di santo” e scendono a qualsiasi compromesso pur di essere glorificati e osannati dalla critica. Fino allo scoppio dello scandalo, anch’essi non si erano mai curati dei neutrini, anche se a livello atomico se li vedevano sfrecciare in ogni direzione. Piccoli, timidi, ma rapidissimi, i neutrini riescono ad attraversare qualsiasi materiale senza subire gravi danni e senza farne subire alle molecole che incontrano. I protoni del carbonio dei terpeni, però, sono estremamente intelligenti e smaliziati e cominciarono a osservare i neutrini con maggiore interesse. In particolare, notarono le loro strane oscillazioni, che erano essenzialmente di tre tipi: elettronica, tauonica e muonica. Ogni volta che passavano da uno stato oscillatorio a un altro quegli scansafatiche degli scienziati dicevano che i neutrini acquistavano un differente “flavour”, che, tradotto in italiano, significa proprio “aroma”, “profumo”.

I terpeni non si fecero sfuggire la ghiotta occasione e, attraverso un’azione adulatrice costante e ben architettata, riuscirono a convincere i neutrini a svolgere le loro piroette per scopi molto poco etici. Li catturarono all’interno delle loro molecole e, come fossero cani da circo, li obbligarono a cambiare oscillazione dietro ordini precisi. Non avendo contatti con il mondo esterno, i neutrini subirono passivamente e anzi iniziarono perfino a divertirsi di quella nuova interazione che li faceva vivere in società. Dopo un periodo di prova, i terpeni decisero che era ora di uscire allo scoperto e di agire direttamente e globalmente sui vini.

Ed eccoci di nuovo al Gran Sasso, in una zona di per sé non troppo vocata per i vini famosi. Tuttavia, il tunnel divenne nuovamente un tunnel dei miracoli. Al suo interno, sotto chilometri di roccia, ben poche particelle subatomiche disturbavano il continuo transito dei neutrini e i terpeni dei vini che venivano stappati all’interno del laboratorio di ricerca manifestarono ben presto segni degustativi impensabili e inaspettati. Banalissimi vini di dubbio aroma si trasformavano in seducenti e ammalianti capolavori, aiutati in questo dalla stessa natura dei terpeni (idrocarburi) e dalle oscillazioni dei neutrini pronti a cambiare “aroma” a comando. Traminer si trasformavano in moscato e viceversa, banali malvasia sviluppavano improvvisamente la leggiadria di un riesling renano, con grande piacere e stupore dei ricercatori costretti a bere solitamente vini di scarsa qualità organolettica.

Oggi, il tunnel sta diventando famoso ed è anche ampiamente sfruttato da commercianti arrivati da tutto il mondo. Migliaia e migliaia di bottiglie di moscato, di trebbiano, di malvasia di scarsa qualità entrano nella galleria e ne escono dopo poche ore letteralmente trasformati nei loro profumi, prendendo vie commerciali che li portano verso le più disparate nazioni. Non c’è voluto molto ai terpeni, affaristi di mestiere, a mettersi d’accordo con vignaioli di dubbia onestà.

Non è facile intervenire su questo fenomeno che avviene a livelli sub molecolari e passa inosservato a qualsiasi sofisticata analisi chimica. Che dire? Speriamo che queste trasformazioni rocambolesche e irrefrenabili non sconvolgano seriamente il mondo del vino e di coloro che devono valutarlo con la consueta serietà e obiettività. Già alcuni temono un’epidemia che possa coinvolgere anche i vini rossi.

Speriamo che nasca presto la figura dell’assaggiatore neutrinico!

Il lavoro originario sulle oscillazioni aromatiche dei neutrini si può trovare qui.



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Astrofisico per 40 anni, ho da sempre coltivato la passione per il vino e per il mondo che lo circonda. Vedo di traverso la seriosità che...

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