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acari tetranichidi, di Anna Zorloni

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Malattie della Vite

acari tetranichidi

di Anna Zorloni

Agli acari tetranichidi appartengono Panonychus ulmi (ragnetto rosso) ed Eotetranychus carpini-vitis (ragnetto giallo).
Sono polifagi; oltre alla vite attaccano anche altre specie vegetali. La loro presenza è favorita da eccessi di concimazione azotata e dalla scarsa  presenza di nemici naturali (acari predatori appartenenti alla famiglia dei Fitoseidi), eliminati dall'utilizzo di prodotti non selettivi.

Il Ragnetto rosso (Panonichus ulmi) è il più diffuso al mondo. Ha dimensioni variabili da 0,2 a 0,4 mm, colore rossastro. Compie da 6 a 12 generazioni all'anno, spesso sovrapposte. Sverna come uovo in prossimità delle gemme e nella corteccia dei tralci.
I danni peggiori provocati riguardano i germogli; nanismo e crescita stentata. Le punture effettuate sull'epidermide fogliare causano decolorazioni gialle nelle varietà a bacca bianca, arrossamenti ("bronzature") in quelle a bacca nera. Nei casi più gravi le foglie disseccano e cadono. I tralci lignificano con difficoltà. Scarso accumulo di zucchero nell'uva.

Il Ragnetto giallo (Eotetranichus carpini-vitis) è diffuso soprattutto nell'Italia centro-settentrionale e in Francia. Ha dimensioni di 0,2 -0,4 mm, colore giallastro. Compie 6-8 generazioni l'anno; le prime (marzo) su piante erbacee, poi sulla vite. Sverna come femmina sotto la corteccia del legno vecchio o nel terreno. Le pullulazioni più elevate le si hanno in estate (luglio-agosto), quando la temperatura è più favorevole all'acaro. E' più diffuso e pericoloso di quello rosso.
Provoca crescita stentata dei germogli colpiti, deformazioni delle foglie, accompagnate da aree decolorate (varietà a bacca bianca) o arrossate (varietà a bacca nera), disseccamento, caduta. Calo nella produzione di zuccheri con ripercussione negativa sulla produzione.

La lotta viene effettuata principalmente con pratiche di tipo preventivo: effettuare le corrette pratiche colturali; non eccedere con le concimazioni azotate, controllare la vigoria.
Esistono numerosi predatori naturali degli acari; i più importanti sono gli acari Fitoseidi (Typhlodromus spp, Amblyseius andersoni, Kampimodromus aberrans), altri predatori naturali degli acari dannosi sono insetti quali il coccinellide Stethorus punctillus, le crisope, gli antocoridi, i miridi.
Raramente è necessario ricorrere alla difesa chimica; in questo caso sono disponibili in commercio prodotti acaricidi selettivi molto efficaci.

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