Caro amico lettore, prima di iniziare la lettura di questo post fai partire questa canzone.
Il ventiundici, come direbbe un amico, per me è stato l’anno dell’antimateria. Tutto tende a perdere la sua dimensione corporale, la sua fisicità, per recuperare in significato, in contenuto.
La strada della musica è stata segnata dal keynote in cui Steve Jobs annunciava la nascita dell’iPod. Da quel momento in poi lentamente ma inesorabilmente la musica ha abbandonato il suo supporto fisico - in quel momento il Compact Disc, che aveva soppiantato a sua volta Vinile e Musicassetta - per vivere in un limbo tra iTunes, lettori MP3, nuvole e, da poco, telefonini e tablet. Ma non basta, perché è arrivato anche l’annuncio che le case discografiche hanno intenzione di abbandonare il CD entro la fine del 2012.
Stessa fine sta facendo l’informazione, ormai sulla strada lastricata di punti esclamativi (n.d.r. quella dell’Inferno) dei portali web, e del lento ma inesorabile abbandono della carta stampata. Se è vero che il 30% dei giornali è destinato alla chiusura entro il 2012 per il taglio ai contributi all’editoria del governo, c’è anche da dire che per tempestività e spazio a disposizione la lotta fra web e carta stampata sta diventando impari. Il problema, grosso, è che un modello di bisness per l’informazione on line non è ancora chiaro per nessuno.
Modello che invece è ben chiaro - e condivisibile per quanto mi riguarda - per gli ebook invece. La differenza l’ha fatta lo sbarco in Italia di Amazon prima e del suo Kindle poi. Lettori a prezzi quasi stracciati, per poi guadagnare sui contenuti. Ma qui la strada è ancora tanta, se pensiamo che il mercato degli ebook in Italia vale al momento lo 0,1% del mercato, in rialzo rispetto allo 0,04% dello scorso anno. Ma negli States si punta al 20%, con tassi di crescita molto elevati. Questione di tempo, quindi.
E per il vino? Di certo non può perdere la sua dimensione materica, attorno alla quale continua e continuerà a ruotare, ma c'è da augurarsi che perda qualcos'altro. Per anni è stato svuotato di ogni suo vero significato per essere ricoperto con un vestito di immaterialità, fatto di messe pagane officiate da sacerdoti depositari di verità nascoste. È giunto il momento di tornare a ragionare di vino, di uomini, di uva. Di contenuto più che di etichetta, di qualità del prodotto più che di processi produttivi. E di piantarla di erigere muri.
Tempi strani comunque. Giorni di confine, confusi, di lotte intestine e traghettatori senza scrupoli. Giorni che necessitano di mediatori culturali, di cerniere, di menti illuminate in grado di capire il passato e guardare al futuro.
Immagine scienzagiovane
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Inserito da Enzo Zappalà
il 03 febbraio 2012 alle 11:24come ottimo conoscitore della materia e dell'antimateria, non posso che essere in perfetta sintonia con te. A quando la restituzione del vino al suo vero Universo e non a quello virtuale e falso degli imbonitori?
La paura è che se continuerà lo scontro tra vino e anti-vino, ciò che rimarrà sarà un paio di fotoni o qualche raggio gamma. Li ho provati, ma non sono all'altezza dell'ormai obsoleto e bistrattato bicchiere di vino. A qualcuno interesserà ben poco, dato che del vino come materia non gliene frega un accidente (lo vogliono solo trasformato in parole e quattrini), ma a qualcuno come noi dispiacerà molto...
Speriamo solo che ci sia più vino che antivino e che alla fine la battaglia la vinca il primo, com'è capitato per la materia bosonica... Incrociamo i DITI!!!!