Dove siamo
Cantine Due Palme è una società cooperativa fondata nel 1989. Oggi annovera più di 1.000 soci viticultori, produttori di uve Negroamaro, Malvasia Nera e Primitivo (vitigni autoctoni) oltre a Sangiovese, Montepulciano, Cabernet Sauvignon e Merlot, Pinot nero e bianco, Chardonnay e Sauvignon. La percentuale di produzione è per l'85% di uve rosse e per il 15% di uve bianche, con una media annuale di circa 60.000 quintali di uve e una resa di 70/80 quintali per ettaro. Le Cantine dispongono di una capienza di 300.000 ettolitri, di cui 50.000 sono vinificatori di acciaio termoregolatori, orizzontali rotativi r verticali per la vinificazione delle uve. Sono dotate inoltre di 4 presse soffici, 5 pigiatrici, 2 gruppi frigo, 12 vinificatori rotativi orizzontali, 7 vinificatori verticali termoregolati e un laboratorio di analisi all'avanguardia. Sempre a Cellino San Marco è stata acquistata una nuova cantina che si sviluppa su una superficie di circa 10.000 mq coperti dove sono collocati gli uffici commerciali, la sala degustazione, il punto vendita, la bottaia (barriques di rovere francese, tonneaux di rovere francese e botti di rovere Slavonian per una capienza complessiva di 1500 ettolitri) ed un capannone di circa 1.000 mq in cui avviene l'imbottigliamento e lo stoccaggio del vino imbottigliato.
Considerazioni di TigullioVino
Agosto 2002
Azienda che ha proposto prodotti davvero molto validi. Il rapporto qualità prezzo oscilla da buono a discreto. Davvero un bel lavoro con l'uso dei piccoli legni. Vini potenti, ricchi di estratti, e tannini dolci, fini, setosi. Bell'azienda, di livello medio alto/ alto che ci ha colpito per la qualità generale dei campioni proposti.
Marzo 2005
Una cantina sociale che lavora molto bene. Se al primo esame gustativo, nel 2002, era una sensazione, con questa seconda prova ne abbiamo la certezza. Prima di tutto, vogliamo rilevare come la mano tecnica su tutti i vini proposti sia di ottimo livello. Non solo sulle selezioni, ma anche sui vini base, spesso convincenti, sia per piacevolezza di beva che per rapporto qualità / prezzo. Molto buono l'utilizzo dei piccoli legni che non sono mai prevaricanti sul frutto, in nessun vino ad eccezione dell'uvaggio col Cabernet che, pur non essendo troppo appesantito dal passaggio in piccoli legni, è forse il vino più scontroso tra quelli proposti. Non vi sono difetti da segnalare su nessuno dei vini ed anzi, lo ribadiamo, siamo di fronte ad una campionatura che viaggia tutta su livelli medio alti / alti. Particolare e curiosa la differenza di valutazioni che in onestà ci siamo sentiti di dare alle diverse annate di Brindisi Igt e Squinzano Doc : bene il 2001 per l'uno, meglio il 2002 per l'altro. Forse può aver influito anche una diversità tra i conferitori delle uve per i due vini. Su tutti i vini, segnaliamo in particolare, il Selvarossa 2000 per il suo approccio morbido e ruffiano ma pur sempre di ottima sorbevolezza e il Salice Salentino Doc Riserva 1999 perché didattico nella trasposizione dei caratteri del territorio dalla vigna al bicchiere. Ottimo lavoro, avanti così. Una nota sulle etichette : a nostro avviso tutta la linea sarebbe da reimpostare sulla base del progetto grafico del "Tenuta Albrizzi", unica etichetta che ci convince appieno.