L’origine dei Whisky giapponesi è da ricercare nell’attento spirito di osservazione,comprensione ed emulazione che questo popolo ha nutrito verso il mercato dei Whisky scozzesi. Un interesse maturato principalmente agli inizi del ‘900; in questo periodo, infatti, nell’alta borghesia del Giappone, il consumo di Whisky era visto come un segno di distinzione sociale e questo convinse gli imprenditori locali a cimentarsi con la produzione di distillati di malto. La prima distilleria fondata fu la Suntory, nata nel 1899 ad Osaka, e che oggi rappresenta il primo produttore nipponico e la cui linea di prodotti è affiancata da liquori di varia tipologia, birre e bevande analcoliche. Il primo whisky a marchio Suntory apparve sul mercato nel 1929, riscuotendo un grande successo che, col tempo, divenne inarrestabile.
Questo permise al suo fondatore, Shinjiro Torii, di ottenere lo status di Master Blender, oltre al soprannome di “Naso di Osaka”, per la sua grande capacità di cogliere le sfumature dei vari distillati. La seconda distilleria del Paese è la Nikka, fondata da Masataka Taketsuru nel 1923, che dopo aver vissuto in Scozia per 5 anni, decise di produrre acquavite di malto. Taketsuru, oltre alla Nikka, ha fondato altre due distillerie: la Yoichi nel 1923 e la Miyagikyo nel 1969. Il panorama delle distillerie giapponesi si completa con la Sanraku, la Kirin e la Daikoku Budouschu, quest’ultima passata sotto il controllo della Nikka. I Whisky nipponici sono generalmente caratterizzati da gentili note di torba e profumi leggeri, idonei ad un mercato non amante di prodotti più decisi, qual è quello giapponese.
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