Torniamo all'antico e sarà un progresso.
Giuseppe Verdi
Al suo primo apparire in Italia il caffè trovò molti osteggiatori e La Chiesa combattè soprattutto l'uso di andare nelle locande considerato un "luogo di perdizione" proibendolo. Ma, l'allora Pontefice, Clemente VIII volle provare la "bevanda del diavolo", prima di condannarla così che ne rimase tanto sedotto da impartire immediatamente una benedizione, battezzandola "bevanda cristiana" tramite le sue testuali parole: "Questa bevanda è così deliziosa che è un peccato lasciarla bere solo ai miscredenti. Sconfiggiamo Satana impartendo la benedizione ad una bevanda che non ha niente in contrario per diventare cristiana". Da allora il caffè si diffuse ovunque e la sua popolarità aumentò in modo straordinario.
Si racconta che il Re Gustavo III di Svezia non volendo, provò al mondo l'innocenza e la genuinità di questa bevanda. Il Re firmò infatti una condanna a morte da eseguire tramite somministrazione di caffè; ma sembra che nonostante le notevoli dosi ingerite il condannato non morì ed ebbe una vita piuttosto longeva.
Le origini del caffè derivano dagli altipiani del KAFFA, regione nel sud dell'Etiopia, da dove fu diffusa nello Yemen, in Arabia e in Egitto. L'altopiano abissino ricevette questo nome quando ormai il caffè era già noto in tutto il mondo ed il termine "CAFFE'" deriverebbe dal turco "KAHVE'", a sua volta proveniente dall' arabo "QAHWA", che vuol dire vino o bevandaeccitante.
Furono gli arabi ad inventare il sistema per estrarre dal caffè la bevanda che conosciamo noi oggi, mentre ai turchi si deve la diffusione del caffè verso Occidente. La prima caffetteria fu aperta a Costantinopoli nel 1554, mentre a Venezia si accredita l'inaugurazione della prima "bottega del caffè" intorno al 1640.
È del 1400 una curiosa storia che narra di un pastore Yemenita il quale, osservando delle capre che avevano appena brucato delle bacche rossastre da una strana pianta, notò che erano diventate improvvisamente irrequiete ed eccitate. Il pastore riferì l'accaduto ad un monaco che, dopo aver bollito le bacche, ottenne una bevanda amara e scura ma ricca di forza tanto da permettere ai monaci di fugare il sonno durante le lunghe notti di preghiera. Si narra anche che gli schiavi del Sudan, transitando in Etiopia nel loro viaggio verso l'Arabia, avessero portato del caffè ancora racchiuso nelle ciliegie convinti che ciò li avrebbe aiutati a sopravvivere alle fatiche: fu così che il caffè arrivò in terra araba diffondendosi successivamente in tutto il mondo.
Un'altra leggenda particolarmente interessante - data l'origine musulmana del prodotto - è quella che vede impegnato l'arcangelo Gabriele nel portare giù dal cielo una tazza di caffè a Maometto che stava crollando dal sonno nonostante gli impegni gravosi che era stato chiamato ad affrontare. La forza della bevanda fu tale che il profeta risvegliatosi dal torpore riuscì a disarcionare ed a sconfiggere ben cinquanta uomini in un solo colpo.
Mentre nel mondo arabo la bevanda era già diffusa dall'anno 1000, l'Occidente scopre il caffè molto più tardi, verso la fine del 1600 e pare che ciò sia avvenuto grazie ad alcuni sacchi dimenticati dai turchi in ritiro da Vienna.
Si narra che fu un portoghese che trapiantò in Brasile la prima pianta di caffè dando vita ad una produzione che in meno di un secolo ha portato il paese ad essere e a rimanere il primo produttore mondiale in assoluto!
Verso la fine del 1600 anche in Europa iniziano a nascere i primi caffè dove artisti, letterati ed intellettuali si ritrovano per parlare, discutere e bere questa nuova bevanda, così come un secolo prima era avvenuto nei paesi arabi.
In Europa sembra che siano stati i veneziani i primi ad importare il caffè in Europa: inoltre sembra che furono anche i primi nel 1645 ad aprire il primo caffè del vecchio continente, anche se quasi contemporaneamente ne furono aperti altri a Vienna, a Parigi, a Londra e nelle altre principali città europee.
Linda Dell'Amico, laureata nel 1999 a Genova in Scienze dell'educazione, con esperienza biennale nel settore psichiatrico. Attualmente Responsabile...
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