Dove siamo
Giovanni di Lorenzo ebbe come figli Ottavio e Anselmo e da Ottavio discende la famiglia Ottavi tuttora proprietaria della casa e delle terre. La proprietà è situata alla sommità di una collina in località nota per la feracità del terreno e per le particolarità climatiche. L'andamento altimetrico collinare e la posizione riparata dai venti favoriscono la coltivazione della vite che ha dato - fin da tempi immemorabili - frutti estremamente apprezzati. Basti pensare che, come risulta nel seguito del catasto, fin dal 1500 parte del territorio di Càgnore era coltivato a vite.
Nel 1985 Cesare Maria Ottavi, professore universitario a Roma ma anche appassionato viticultore e amante dei luoghi della sua infanzia, eredita dal padre la casa e i terreni. Nasce in questo momento la sua azienda che avvia un programma di investimenti allo scopo di produrre vini di altissima qualità e prestigio, procedendo su diversi fronti paralleli:
- Individuare le potenziali caratteristiche organolettiche disponibili nei vini locali in modo certo, tramite vinificazioni, controllate con i più moderni metodi, di campioni selezionati di uve provenienti da vitigni locali o acclimatati da lungo tempo;
- Sperimentare la coltura di vitigni le cui caratteristiche siano tali da complementare quelle dei vini ottenuti dai vitigni locali per l'optimum delle qualità.
- Restaurare l'antica casa OTTAVI e la chiesetta detta "delle Pantanelle" e promuoverne la immagine in considerazione del fatto che la loro storia risale al 1400 essendo ciò rappresentativo di una antica e solida tradizione locale.
Tale programma è stato puntualmente sviluppato negli anni successivi dotando la cantina di attrezzature ultramoderne ed individuando e selezionando dei vini particolari anche se provenienti da vitigni universalmente coltivati come il Montepulciano ed il Sangiovese grosso, ed un vino assolutamente unico proveniente da un vitigno ancestrale ed autoctono come la Vernaccia nera e restaurando la casa e la piccola chiesa. Nel 1997 l'enologo Giancarlo Soverchia si rende conto della grandezza di questo cru e delle sue eccezionali potenzialità, se ne innamora ed accetta di collaborare per valorizzarlo puntando all'eccellenza.
Considerazioni di TigullioVino
Giugno 2002
E' un'azienda senz'altro da seguire, di livello medio alto, che ci ha colpito per la qualità generale e la tipicità dei vini proposti. Davvero interessante il "Cagnore" base con ottimo rapporto qualità prezzo. Ben riuscito e piacevole il "Ribballa di Cagnore", e interessanti gli altri prodotti. Restiamo in attesa dellìevoluzione del "Pianetta" per il quale, lo abbiamo detto, si intravedono grandi possibilità.
Ottobre 2003
Abbiamo già avuto modo di testare i vini dell'Antico Terreno Ottavi l'anno scorso, rimanendo piacevolmente impresisonati da questa nuova micro-realtà di San Severino Marche. Quest'anno l'azienda si presenta abbastanza in linea con l'annata precedente con una campionatura che è di qualità medio / alta. Da riscontrare qualche problema a livello olfattivo (sia pur non sostanziale), probabilmente da imputare alle tecniche di cantina, in particolare alla sosta nei vasi vinari al momento della fermentazione, ai rimontaggi, ecc. che per quanto eseguiti con perizia, costituiscono sempre una fase delicatissima del processo di vinificazione. Le uve di base sono ottime. La materia prima la si ritrova pari pari dalla pianta al bicchiere, tanto che i vini sono veramente autentici ed esprimono il carattere di un territorio. Un poco di attenzione in piu' alla pulizia ed all'eleganza, non potrà che far giungere ai vertici un'azienda che ci ha già convinto per la qualità complessiva della sua proposta. Peccato per il Cagnore Base che non abbiamo potuto degustare per via di
problemi sui campioni inviati, siamo certi tuttavia che ad un futuro esame non deluderà le nostre aspettative, anche nel prezzo. Davvero ottimo il Collemorra ed in linea, sia pur migliorabili al naso, gli altri due rossi d'azienda. La strada intrapresa è quella giusta e i risultati alla lunga si vedono.
Gennaio 2005
L'Antico Terreno Ottavi ci invia i propri vini da ormai 3 anni e cominciamo ad avere una certa dimestichezza nell'assaggio della loro campionatura. Su tutto, vogliamo rimarcare l'estrema originalità della loro proposta, la costante ricerca e sperimentazione sul vitigno autoctono ed il rispetto per il territorio, alla continua ricerca della qualità. Ricerca della qualità che ha portato l'azienda ad abbandonare (almeno per il momento) il progetto del vino base "Cagnore Marche Igt" - da noi premiato l'anno scorso durante la seconda edizione del Premio Aziende di TigullioVino.it - per dedicarsi esclusivamente alla produzione dei vini di punta. La Pianetta è sempre più curiosa ogni anno che passa ma, anche se l'equilibrio ottimale è vicino, manca ancora qualcosa in eleganza e in precisione, forse per "colpa" proprio di questo vitigno esuberante e vero, dalle caratteristiche intense e decise. E' evidente il passaggio in piccoli legni che in qualche modo risulta quest'anno più incisivo, in particolare sulla Ribballa, e ciò al momento, è il problema su cui a nostro avviso va posta la maggiore attenzione. Con la materia prima che l'Antico Terreno Ottavi è in grado di produrre e le potenzialità di vitigni e territorio, siamo sicuri che il costante impegno profuso nelle attività aziendali non potrà che portare a sempre migliori risultati. Ripensate, magari, alla scelta della totale perdita di un vino più abbordabile come fascia di prezzo. In effetti, ci avevate abituato ad un "base" che in realtà base non era ma una via di mezzo forse è concepibile. In attesa della nuova Doc, della quale sarete all'inizio gli unici protagonisti, vi inviamo i nostri migliori auguri per il nuovo anno 2005.
Aprile 2006
Un'azienda che seguiamo da diversi anni, riesce sempre a regalare emozioni attraverso vini veri, molto poco ritoccati in cantina e ottenuti da uve di base molto buone. Come accade solitamente in ogni piccola realtà aziendale, specialmente se in fase di crescita, è normale sperimentare variazioni e cambiamenti qualitativi tra un vino e l'altro in base alle annate e, a fronte di un Collemorra davvero troppo condizionato dai piccoli legni, abbiamo invece trovato quest'anno un'eccellente Ribballa di Cagnore che ci ha decisamente convinto per pienezza di frutto, equilibrio e bevibilità. Molto bene anche la Pianetta, sia nella sua versione "base" che "Goduriose", che abbiamo apprezzato per l'ormai caratteristica speziatura e balsamicità. Interessante, infine, il nuovo nato "Lisà", da uve Vernaccia appassite che, sia pur ancora un poco condizionato dalle note dolci dei piccoli legni, mostra la volontà dell'azienda di far bene anche con un vino passito. Continueremo a seguire l'Antico Terreno Ottavi con attenzione, anche per gli ottimi oli, che avremo modo di incontrare presto al nostro meeting annuale in quanto azienda selezionata.