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La paura fa oink, di Fiorenzo Sartore

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Frattaglie

La paura fa oink

di Fiorenzo Sartore

Adesso che la pandemìa è esplosa, che la febbre suina decima la popolazione dell'emisfero occidentale, potremmo finalmente chiederci tutti: ma dove? Ma chi?
Questa settimana Panorama e L'espresso sono usciti, come raramente succede, con la stessa copertina, tutte e due dedicate alla swine flu, e tutte e due debitamente terrorizzanti. Ora, notiziola: a me, questo culto della paura, ha stancato.
L'impazzimento globale per l'ennesima bufala da pandemìa, dopo il flop dell'aviaria, avrebbe dovuto trovarci un po' più attenti. E invece niente, pure i due settimanaloni mainstream per eccellenza si accodano a questa lagna.

Facciamo, allora, quel che ci riesce meglio: forniamo qualche prospettiva inedita. Questo articolo di Valerio Evangelisti consente qualche puntualizzazione utile: in Messico, dice, "sono chiusi da tre giorni i siti archeologici, i musei, i cinema e i teatri, le scuole e le università, molti uffici pubblici, molti complessi industriali. A Città del Messico un sindaco ambizioso, Marcelo Ebrard, in perenne competizione con il presidente del distretto e con il governatore dello stato, ha voluto mostrarsi più papista del papa: così ha ordinato la chiusura completa di bar, ristoranti, discoteche e locali notturni, visti quali potenziali luoghi di assembramento e di propagazione dell’influenza suina. Peccato che si sia scordato di chiudere anche la metropolitana, dove ogni giorno si ammassano cinque milioni di viaggiatori e che è certamente più affollata di un ristorante. Locali chiusi anche ad Acapulco e in altre città in cui l’influenza non si è manifestata per nulla. Il presidente della repubblica è apparso in tv a raccomandare alla gente di rimanere in casa propria, in tutto il paese. Perché tanto allarme? Vediamo le cifre ufficiali di un’epidemia così spaventosa da paralizzare l’intero Messico e da fare rischiare il collasso a un’economia già malridotta. Il 30 aprile i contagiati da influenza suina erano valutati in 99, con un totale di 7 (SETTE!) deceduti per complicazioni respiratorie – cioè per la degenerazione dell’influenza in broncopolmonite. Il Messico ha 100 milioni di abitanti, la capitale (dove si è verificata la metà dei casi) ne ha 20 milioni. Considerate le proporzioni, si direbbe che sia più probabile annegare nella propria vasca da bagno che morire di influenza suina".

Può bastare? Allora consideriamo questo. Nel 1976 abbiamo già avuto un'epidemia di febbre suina; dove? Negli Stati Uniti. Il filmato qua sotto, oltre ad annunciare la strage imminente, invitava tutti a vaccinarsi. Il risultato di quella campagna di vaccinazioni fu un numero notevole di malati da effetti collaterali, un forte impulso ai movimenti antivaccinisti, e fece una vittima: l'allora ministro della sanità, che perse il posto a seguito delle polemiche.

Ed infine, un effetto comico dell'impazzimento generale. Esistono paesi nei quali i suini sono praticamente assenti. Indovinate dove? Esatto, i paesi musulmani. Eppure, anche in zone apparentemente sicure, si reagisce in modo demenziale: in Afghanistan (pare) esista un solo esemplare di maiale; ebbene, è stato posto in quarantena.

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1 Commenti

Inserito da Luigi Bellucci

il 08 maggio 2009 alle 00:40
#1
Caro Fiorenzo
i popoli hanno perso il riferimento alla loro saggezza, i proverbi
Ne uccide più la gola che la spada ... oppure
Ne uccide più la penna che la spada (vedi questo link: http://www.tesionline.it/__PDF/10620/10620p.pdf)
o come quelli che si toccano quando un gatto nero attraversa la strada perchè porta male. Ma tu ci credi? Io no, ma se fosse vero ?
Per quanto ne sappiamo è almeno dall'anno mille (vedi fine del mondo) che l'uomo ha una paura becca di morire troppo presto (anche se hai già passato i cento anni) però continua imperterrito ad andare in auto (qui ne muiono oltre due milioni ogni anno, nel mondo). Tutto sommato l'essere umano non è poi così intelligente!
In ogni caso VIVA gli AMULETI!

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