Dal 1989 Annamaria e il marito Franco Schellino producono Dolcetto sulla collina di Moncucco, nel territorio comunale di Farigliano (uno dei dieci comuni coinvolti nella doc Dolcetto di Dogliani e nell'attuale docg Dogliani o Dolcetto di Dogliani Superiore). La collina di Moncucco prende il nome dal piccolo borgo, un tempo abitato da una cinquantina di persone e ora praticamente abbandonato, salvo alcune case ristrutturate per villeggiatura. Vicino alla chiesa di S.Bernardo, in una frazioncina a ridosso di Moncucco, risiede l'azienda, in uno dei punti più elevati di tutta la zona (550 metri s.l.m.). Qui, in alta Langa, le colline sono più ripide, separate da filari di alberi e piccoli ruscelli, su di esse, secondo la tipologia del terreno, si possono trovare vigneti, noccioleti e, più raramente frumento.

La famiglia Abbona dispone di 8 ettari vitati a dolcetto, barbera e nebbiolo, divisi in 10 diversi appezzamenti, il cui più vecchio, il Maioli, fu impiantato a dolcetto dal nonno di Anna Maria, Angelo, nel 1936. In vigna, sin dall'inizio, si è adottata una politica di progressiva riduzione dell'uso di sostanze chimiche, la preferenza va ai meno tossici rame e zolfo. In cantina, la vinificazione avviene esclusivamente in acciaio e i vini vengono imbottigliati senza aver subito filtrazioni né refrigerazioni, per mantenerne inalterate tutte le qualità organolettiche. I vini di punta aziendali sono, ovviamente, i Dolcetto: il Maioli Superiore, il Sorì dij But e il Langhe Dolcetto, ma segnaliamo anche altri due ottimi prodotti, il Langhe Nebbiolo e il Langhe Rosso Cadò.


Considerazioni di TigullioVino:

Giugno 2009
L’Azienda Annamaria Abbona , situata nel comune di Farigliano è una delle realtà sicuramente più emergenti del territorio di Dogliani. La sua produzione è giustamente incentrata sul Dolcetto che è l’uva simbolo di questo territorio. La nostra preferenza vai sui Dolcetto Sorì di But e Maioli, che hanno una maggiore tipicità e non vengono passati in legno. I vini prodotti con l’uva dolcetto crediamo abbiano delle grandi potenzialità di freschezza, frutta fresca e vinosità e questi due vini rispecchiano appieno questi canoni.

Entrambi hanno una grande piacevolezza di beva e promettono anche un discreta longevità, mentre nel Bricco Bernardo e nel Superiore notiamo una presenza eccessiva del legno unita a una spiccata alcoolicità che li rendono meno serbevoli, col tempo forse questi difetti si attenueranno e i vini saranno più equilibrati ma ci piacerebbe che i vini si esprimessero con equilibrio già alla loro uscita.

Il Nebbiolo è corretto e niente più mentre il Cadò proprio non ci è piaciuto, mescolare Barbera e Dolcetto con un copioso uso del legno penalizza entrambi i vitigni e ci restituisce un vino poco personale e stanco. Il nostro incoraggiamento va in direzione della tipicità e della pulizia che l’azienda sa già ottenere da alcuni suoi dolcetto ma va estesa anche agli altri vini, fermo restando che forse sarebbe preferibile una varietà minore di etichette e una maggiore concentrazione nel raggiungimento dell’obiettivo qualità.