Dove siamo
"Amenissimo è l'aspetto di queste campagne per la variata coltivazione [...] per la ricchezza dei prodotti che forniscono gli olivi, i gelsi, le foreste, e segnatamente per l'eccelsa qualità dei vitigni che vi si coltivano". Con queste parole, Emanuele Repetti nel 1833 descriveva il territorio di Cerreto Guidi, dove la nobile famiglia degli Alessandri aveva ben tredici poderi facenti capo alla fattoria di Petriolo. Gli Alessandri, nell'arco di quattro secoli, hanno reso Petriolo una meravigliosa proprietà, ricca di ville, giardini, orti, boschi e fornaci, come come quella del podere Golpaja, dove nel Cinquecento furono cotti i mattoni della Villa Medicea di Cerreto Guidi. Il complesso di Petriolo è un testimone di questo grande passato in quanto è possibile scorgervi ancora oggi tracce della antica residenza di messer Alessandro, nominata in vari documenti già nel 1574.
La storia di Petriolo, nei secoli successivi, si snoda su un duplice registro (centro produttivo e luogo di “otium” del proprietario) fino agli anni fra Settecento e Ottocento, quando l'intero complesso fu interessato da una serie di interventi di restauro e abbellimento per adeguarlo ai gusti dell'epoca. Nelle pietre degli edifici, che costituiscono il complesso di Petriolo, si possono quindi leggere i mutamenti e le trasformazioni che hanno contraddistinto la storia delle colline che circondano la pianura fiorentina: un lento ed armonioso processo che le ha rese protagoniste di un paesaggio unico al mondo.
Considerazioni di TigullioVino:
Febbraio 2009
La Toscana è la regione con più cultura del vino. Un bagaglio conoscitivo riconosciuto da alcuni secoli. Per questo oltre alle zone di blasonata vocazione, ce ne sono altre, storiche anch’esse, che hanno molto da dare e da dire. Nel fiorentino, da Cerreto Guidi, Villa Petriolo ci ha proposto in degustazione vini che si sono distinti per omogenea qualità.