Montalcino (SI) - Fortezza di Montalcino
dal 18 febbraio 2009 al 21 febbraio 2009
Un’annata eccezionale, a “cinque stelle”, il punteggio massimo che può ottenere un vino e che il Brunello non raggiungeva da ben sette anni. A partire dal 20 febbraio prossimo, alla Fortezza di Montalcino, sarà protagonista l’annata 2004 del Brunello che verrà presentata ufficialmente alla stampa e agli operatori, nel corso del consueto appuntamento “Benvenuto Brunello” che ormai dal 1993 si tiene nel comune toscano. In attesa dell’evento, una quattro giorni che porterà nella città di uno dei vini simbolo del made in Italy circa 200 giornalisti italiani e stranieri e oltre tremila professionisti del settore, il presidente del Consorzio del Brunello, Patrizio Cencioni spiega al VELINO le ragioni del successo dell’annata 2004. “C’erano molte aspettative, dal momento che il Brunello ha ottenuto le cinque stelle – ricorda Cencioni – l’ultima volta sette anni fa. Si tratta di un vino ben strutturato, con una buona acidità e ottimi polifenoli.
Una base adatta per un buon invecchiamento”. Se il Brunello 2004 farà ora il suo debutto il prossimo anno, a gennaio, sarà infatti presentata la riserva che avrà una produzione di circa quattro-cinquecentomila bottiglie. A “Benvenuto Brunello” saranno presenti anche la quasi totalità delle circa 200 aziende che producono il Brunello di Montalcino e che aderiscono tutte al Consorzio. La presentazione dell’annata 2004 è anche l’occasione per fare il punto con Cecioni sui numeri del Brunello all’estero e sulle iniziative per conquistare nuovi mercati. “Nel 2008 sono state commercializzate sei milioni e mezzo di bottiglie di Brunello. Di queste il 60 per cento è stato esportato all’estero. La maggior parte, il 25 per cento – sottolinea il presidente del Consorzio – è stato esportato negli Stati Uniti, il dieci per cento in Germania, circa il 7 per cento in Svizzera e in Inghilterra e in percentuali minori nei paesi dell’Est Europa, in Cina, India e Dubai”. Insomma, visto che gli effetti della crisi economica rendono meno dinamici i mercati “tradizionali”, si guarda con interesse alla possibilità di far conoscere il vino italiano di qualità anche altrove.
A questo proposito, proprio quest’estate buyers indiani hanno visitato il territorio di Montalcino per conoscere più da vicino il Brunello. “Sia da parte di Cina e India c’è molto interesse – continua Cecioni – e ci sono contatti in corso”. Se il Brunello è proiettato alla conquista di nuovi mercati, finora comunque non sembra nemmeno aver perso appeal in quello che è stato l’epicentro della crisi finanziaria mondiale, ovvero gli Stati Uniti. “Abbiamo avuto più che altro la sensazione di un rallentamento – sottolinea Cencioni -, ma per ora non ci sono state grandi ripercussioni”. A conferma di questo, l’attenzione dei distributori verso le iniziative promosse dal Consorzio nello scorso gennaio a San Francisco e New York, dove si sono prenotati rispettivamente 600 e tremila operatori. Troppo presto per fare previsioni per il 2009, ma a sentire il presidente del Consorzio del Brunello “l’inizio è stato buono”. E se non fa previsioni sull’andamento della crisi, Cencioni di una cosa si dice però certo: “L’agroalimentare di alta qualità ha sempre successo. E la cucina italiana piace in tutto il mondo”.
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