L'analisi sensoriale di un ambiente
di Manuela Violoni
Ogni pubblico esercizio, sia esso un bar
o un'enoteca, un negozio o un salone da parrucchiere, prima ancora di
vendere prodotti o servizi deve vendere sé stesso, per almeno tre buoni
motivi.
- il cliente passa nel locale una parte del suo
tempo, vive il servizio come un'esperienza, e desidera trascorrerla
nel modo più piacevole e confortevole possibile.
- l'ambiente del locale parla del gestore, del
servizio che vi si eroga, dei prodotti che vi si vendono, creando aspettative
precise.
- l'ambiente di consumo cambia la percezione
dei prodotti e dei servizi: in un locale rumoroso i piatti sembreranno
meno appetitosi e il caffè meno ricco, perché è dimostrato che gli stimoli
uditivi tolgono attenzione all'olfatto.
Come si fa a controllare questi fattori e ad assicurare
al cliente un'esperienza complessiva soddisfacente, tale da fargli desiderare
di tornare e magari portare anche altre persone? Affidarsi a un buon architetto
non basta, perché ogni persona percepisce in modo diverso in base ad almeno
13 diverse variabili genetiche, sociali e anche personali. Le risposte
più recenti arrivano dall'analisi sensoriale, e più precisamente dal nuovo
metodo Big Sensory Test® Ambiente.
Il pubblico esercizio visto attraverso i sensi
Sebbene in passato l'analisi sensoriale sia stata utilizzata soprattutto
per l'analisi del food & beverage, il suo metodo permette di analizzare
qualsiasi cosa che interagisca con i sensi dell'uomo: prodotti, servizi
e anche ambienti. Finora l'analisi dell'ambiente è stata poco sviluppata,
perché estremamente complessa: se per descrivere il contenuto di un bicchiere
cinquanta parametri possono essere abbastanza esaurienti, in un ambiente
ci sono centinaia di oggetti, di punti di vista, di stimoli che cambiano
a ogni istante portando al nostro cervello un'informazione sensoriale
di quasi 11 Mb al secondo. Come fare a riassumere tutte queste sensazioni
in un numero di parametri misurabile?
In questo caso l'analisi sensoriale si fa assistere dalla semiotica, la
scienza che studia il modo in cui le creazioni complesse dell'uomo trasmettono
dei significati. La semiotica aiuta a individuare i possibili percorsi,
fisici e mentali, che ogni cliente può compiere all'interno dell'ambiente,
e attraverso il suo punto di vista analizzare le sensazioni che giungono
al suo cervello in ogni fase.
Cosa conta di più nell'ambiente ?
Il progetto pilota di questo metodo di analisi sensoriale ambientale è
stato condotto dal Centro Studi Assaggiatori in collaborazione con Wella
Professionals ed Art Hair Studios, prima e unica cooperativa di acconciatori
in Europa. La ricerca aveva il seguente obiettivo: scoprire, tra tutte
le sensazioni che arrivano alla cliente all'interno del salone da parrucchiere,
cos'è che conta di più nella valutazione del locale. Al di là del servizio,
che cos'è che rende quel luogo piacevole, tanto da invogliare a tornarci?
Gli aspetti analizzati nei diversi saloni testati hanno riguardato l'esterno
del salone, l'accoglienza, l'area di attesa e gli elementi presenti all'interno,
con particolare attenzione agli arredi e ai prodotti esposti. Tutti gli
aspetti sensoriali del salone sono stati presi in considerazione, a partire
dalla vista (luce, colore, organizzazione…) fino all'udito (musica e rumori
ambientali), al tatto (temperatura, comodità…) e all'olfatto. I risultati
hanno evidenziato una graduatoria degli aspetti più importanti da considerare.
Vediamo che considerazioni sono emerse riguardo a due punti piuttosto
controversi dello styling di un ambiente: l'odore ambientale e la musica.
L'odore ambientale
Basta aromatizzare l'ambiente per produrre i magici risultati subliminali
promessi dal marketing olfattivo? Nonostante il "seduttore segreto" agisca
generando gusto o disgusto immediato malgrado la nostra volontà, le elaborazioni
BST Ambiente ne hanno rivelato il ruolo sia nella percezione dell'igiene
del locale, sia nel generare l'attesa di una buona qualità del servizio
e dei prodotti (esposti e in uso). Ma quali aromi sono ritenuti più adatti
e più piacevoli?
Ogni salone risulta avere la sua marca aromatica, che dipende dai prodotti
usati e dai deodoranti ambientali, oltre che - in alcuni casi - dagli
oggetti presenti nell'ambiente e dai detergenti impiegati per pulire.
Piacciono a primo impatto le fragranze dei prodotti più delicati, soprattutto
floreali, mentre sono risultati particolarmente sgraditi gli odori di
quelli aggressivi, come l'ammoniaca, la lacca, la tinta per capelli. Ma
mentre a livello razionale questi ultimi sono tollerati, perché ritenuti
congrui con l'ambiente, altri odori estranei danno nettamente fastidio:
si tratta di quelli dei detergenti, di certi deodoranti dai toni di pasticceria
(come la fragola, la panna, la vaniglia) e ovviamente della muffa (tipo
straccio sporco).
C'è poi da considerare la permanenza nell'ambiente: dopo 10 minuti nel
salone, come vengono percepiti gli odori? Ebbene, invece di attenuarsi
grazie all'adattamento, tutti gli odori vengono percepiti con maggiore
fastidio, specialmente quello di ammoniaca. L'unico odore che continua
a piacere è quello dei fiori freschi (dove presenti). Quindi è bene preferire
fragranze naturali ai deodoranti ambientali, assicurando in ogni caso
una buona aerazione.
Quale musica per l'attesa ?
Stranamente, qui l'effetto generazionale non ha avuto influenze significative:
sia i giovani sia i più maturi hanno preferito un audio a effetto rilassante.
Al rock, al pop, all'underground è stata preferita la musica classica.
Il tipo di musica presente viene ricollegato dal giudice al tipo di clientela
e al carattere del gestore. Chiaramente è meglio se lo stile rispecchia
i propri gusti (a questo scopo è utile chiedere ai clienti più assidui
e con cui si ha un rapporto più confidenziale che generi preferiscono);
in ogni caso qualsiasi musica è stata valutata meglio di nessuna musica,
ed è apprezzato un volume udibile, anche se non troppo forte. I rumori
ambientali dati dalle apparecchiature, invece, danno un certo fastidio
perché rendono faticoso il parlare, facendo sembrare il locale meno accogliente
e addirittura facendo apprezzare meno il servizio.
Piacevole ? Una questione di contesto
La piacevolezza di certi odori, certi colori o certe musiche non si può
stabilire in assoluto, ma va sempre valutata in base al contesto. L'erbaceo
può essere piacevole in alcuni vini, ma è un difetto nelle grappe: allo
stesso modo, il profumo di vaniglia che è così piacevole in certe pasticcerie
è risultato fuori luogo dal parrucchiere. Le ricette preconfezionate non
vanno mai bene nel marketing olfattivo, ma è necessaria la prova dei...
sensi: in un certo contesto il gradimento di un aroma o di un suono (i
due stimoli ai quali non ci si può sottrarre se non andando via) è subordinato
a mille variabili, personali e culturali. A dirla col sociologo: "sporco
è ciò che è fuori luogo".
Manuela Violoni
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