GLI ABBINAMENTI CIBO-VINO
(Matrimoni, convivenze e divorzi)
Vedi
anche : indicazioni di abbinamento vino-cibo
Benché nel nostro Paese si parli e si scriva spesso sul vino,
ci sono ancora purtroppo, da parte del consumatore su tale argomento,
idee spesso errate e quindi certamente inutili per un buon abbinamento
col cibo e per un corretto servizio in tavola.
L'abbinamento cibo-vino segue i principi basati su ragioni logiche,
pratiche ed a volte tradizionali.
Non si possono applicare dogmi, d'accordo, ma solo esperienze
e proposte dettate dalla professionalità di esperti, unite al
nostro buon senso; questo insieme di cose non mancherà di farvi
ottenere risultati ottimali. Unica eccezione: le "limitazioni"
dettate dal gusto personale, spesso poco equilibrate, ma non certo
discutibili.
Per ottenere dei risultati positivi è consigliabile attenersi
a questi criteri: il vino più leggero tra i bianchi deve essere
servito per primo; la stessa modalità vale per i vini rosati e
rossi.
I vini bianchi secchi (anche spumanti) devono precedere quelli
aromatici ed i vini rosati e rossi leggeri, precedere quelli invecchiati
o meglio affinati a lungo in bottiglia.
I vini dolci vanno preceduti da quelli secchi (sia bianchi che
rosati o rossi).
Tutto ciò perché ? Semplice.
Nel corretto servizio in tavola dei vari piatti, viene tenuto
conto di una logica scala di "intensità di sapore", perché i piatti
più delicati non siano sopraffatti o coperti da quelli più decisi
o di più ricca sostanza.
Dopo il necessario prologo, passiamo alla pratica.
Gli antipasti freddi
In un pranzo o in una cena, le prime portate che ci vengono usualmente
servite sono gli antipasti, cioè cibi che precedono i piatti più
decisi, i quali hanno lo scopo di stimolare l'appetito e preparare
lo stomaco.
Gli antipasti si dividono in freddi e caldi: ovviamente i primi
ad essere serviti saranno i freddi.
Essi spaziano nell'ambito di diverse preparazioni e fra i più
consueti troviamo quelli cosiddetti "di mare", di cui fanno parte
alici, pesce spada, salmone, dove la sapidità e gli umori salsi
del pesce vengono soffocati dall'acidità imperiosa del limone.
In questo caso anche il vino risulterebbe compromesso dall'acidità
del piatto.
Vi si può comunque abbinare dello spumante brut che oltre a fungere
da aperitivo, ripulisce con la propria sapidità ed effervescenza
le papille gustative, ripristinandole per i successivi sapori.
Lo stesso dicasi per barchette, tartine, tartellette, in cui entrino
a far parte delle salse a sapore tendenzialmente acre o acido.
Dove è sconsigliabile l'impiego del vino è con i sottaceti (ancora
molto apprezzati), i quali con l'acidità pungente dell'aceto,
renderebbero sempre sgradevole qualsiasi vino.
Con i frutti di mare crudi e possibilmente senza limone (o solo
qualche goccia), servite dei vini bianchi giovani, profumati e
secchi, di buona sapidità (per chi li preferisce, vanno bene anche
gli spumanti brut), mentre con i bianchetti e rossetti cotti a
vapore e conditi con olio extravergine di oliva ligure, occorre
abbinare vini bianchi molto giovani, profumati, sapidi ma morbidi,
leggeri.
Lo stesso con i piccoli filetti di pesce, preparati alla stessa
maniera.
Con le grasse insalate russe, capricciose e uova ripiene con tonno
e maionese, abbineremo vini giovanissimi, leggeri, secchi e di
buona acidità fissa o vini frizzanti o spumanti secchi (non a
metodo Classico, ma a metodo Charmat) che con l'acidità fissa
e la CO 2 (anidride carbonica) naturale, mitigano l'untuosità
ed aiutano quindi a sgrassare e a digerire.
In ultimo, i difficili ed aristocratici salmone affumicato e caviale
che, date le loro caratteristiche estremamente personali, prevalgono
(in maggior parte il caviale) sul vino.
Si potrà dire che a berci insieme dell'acqua è ancora peggio;
infatti, nel Paese dove sono da sempre consumati - la Russia -
ci si beve sopra la vodka.
In ogni modo ciò risulterebbe traumatizzante per i piatti a seguire.
Meglio allora uno Spumante brut Classico (anche rosé per il salmone),
che ci permetterà di apprezzare gli esclusivi sapori ed anche
di eliminare le persistenti percezioni salato-aromatiche per passare
ai piatti successivi.
Se non ci si riesce completamente, si può mangiare un pò di pane.
Con gli antipasti cosiddetti "di terra" (ortaggi ripieni, piccoli
sformati, soufflé, ecc.) abbinate vini bianchi giovani, delicatamente
profumati, secchi, sapidi e freschi, leggeri e di buona beva.
I salumi si sposano idealmente con i vini rosati e chiaretti,
come pure il prosciutto crudo e melone.
Antipasti caldi, minestre e zuppe
Con gli antipasti caldi, frutti di mare gratinati con olio d'oliva
e ripieni di delicata farcia, ma senza il pomodoro, usate sempre
vini bianchi giovani, profumati, sapidi, piuttosto corposi; mentre
con barchette, crostini, tartellette e bignè, se pieni o guarniti
con crostacei io pesce, si abbineranno vini bianchi giovani, profumati,
secchi, sapidi e freschi, di buona struttura e continuità; se
ripieni o guarniti con formaggi, gli stessi vini o vini rosati;
se ripieni o guarniti con carne a sapore marcato, rosati di buona
struttura e chiaretti (occorre considerare che se anche l'antipasto
esigesse un vino più pieno, verrebbe a mancare il graduale e corretto
ordine di servizio); con i fragranti fritti di ortaggi ripieni
e bignè, abbinate vini bianchi giovani, secchi, di buona sapidità
e freschezza, leggeri e a volte "petillants" per i primi, mentre
con i bignè, anche rosati secchi e sapidi, ma sempre giovani.
Con brodi di carne (come le minestre, anche i brodi sono per lo
più consigliati in una cena) ci vogliono vini leggermente più
pieni dei precedenti (se prima è stato servito un bianco giovane
e leggero, si deve passare ad un bianco più completo o ad un rosato;
se si parte da un rosato, invece, si arriva ad un rosso leggero).
Con minestre di verdure e minestroni, occorrono vini bianchi freschi,
giovani e sapidi; se con l'impegno di lardo o cotenne, vini rosati
e chiaretti sempre giovani e sapidi; con pasta e fagioli o ceci
in zimino, chiaretti o rossi giovani, asciutti, sapidi, discretamente
pieni.
Con paste ripiene in brodo di carne (tortellini, ravioli di carne),
rossi leggeri, asciutti e sapidi, anche leggermente "mossi".
Le delicate minestre a base di pesce, prediligono vini bianchi
giovani, profumati, di buona sapidità e struttura; quelle con
pomodoro, vini rosati giovani.
Con paste e risotti ai frutti di mare, abbineremo vini bianchi
giovani, profumati, secchi ma discretamente morbidi, sapidi, di
buon corpo; se vi sono verdure, si usano gli stessi vini riguardanti
le minestre di verdure; se con lo zafferano, vini bianchi giovani,
profumati, sapidi e morbidi, continui; se vi è il pomodoro, rosati
e rossi leggeri, giovani, freschi; con sugo di carni bianche,
vini rossi giovani, ma già di buona struttura; con carni di maiale
o salsicce, vini rossi giovani, asciutti, leggermente tannici
e di buona continuità; con funghi trifolati o con sugo di funghi
in bianco, vini bianchi giovani, profumati, sapidi, pieni e continui.
Se con salsa di pomodoro, vini rosati.
Infine, se vi è l'impegno di carni rosse o selvaggina, avremo
vini rossi discretamente affinati, asciutti, caldi, di buona struttura.
Le zuppe di pesce, a seconda degli ingredienti: se con soffritto
di verdure e ortaggi, vini bianchi giovani, secchi, di buona sapidità;
se con soffritto e pomodoro aromatizzato con spezie, vini rossi
giovani, asciutti e sapidi.
I pesci
I pesci di mare lessi e conditi con olio extravergine d'oliva,
prediligono vini bianchi giovani e secchi, ma profumati e di buona
sapidità e continuità; se fritti, vini bianchi giovani, secchi
e di buona acidità fissa o leggermente vivaci, atti a contenere
una certa untuosità; se alla griglia, vini bianchi secchi, giovani
ma di buon equilibrio e corpo, persistenti.
Mentre per i pesci in umido, vale il discorso fatto per le zuppe
di pesce; se si tratta di pesci di lago o di fiume, vini bianchi
più ricchi di acidità fissa; con i funghi alla foglia, vini bianchi,
giovani, secchi e sapidi; se con patate e fritti, vini rossi giovani,
profumati, asciutti, sapidi.
Le carni
Dopo i pesci entrano in scena le carni dove, a seconda dei tipi,
sale l'impegno del vino.
Con carni bianche e pollame al forno, accoppiate vini rossi giovani,
asciutti, sapidi, discretamente morbidi, di medio corpo; se con
carni in umido, sempre rossi, ma leggermente più strutturati.
Con bolliti di carni miste, rossi asciutti già di buon corpo,
sapidi, anche vivaci e leggermente affinati; con arrosti o umidi
di carne suina, vini rossi mediamente affinati, asciutti, sapidi,
caldi, pieni e persistenti.
La selvaggina a piuma allo spiedo, esige vini rossi asciutti,
sapidi, di buon corpo, leggermente affinati; se cotta in casseruola,
vini più corposi e tannici, di buon affinamento.
Mentre la selvaggina a pelo allo spiedo, vuole sempre vini rossi
affinati, profumati, asciutti, sapidi, caldi, pieni e persistenti.
Infine se questa è preparata in umido, grandi vini rossi affinati,
bouquetè, di gran corpo e di molta continuità.
I formaggi
Un discorso a parte per i formaggi: è risaputo che i formaggi
esaltano il vino, ma, ad essere giusti, ogni formaggio esigerebbe
un tipo di vino diverso.
Con i caprini freschi, vini bianchi giovani e morbidi; con i pecorini
freschi, abbineremo rosati, chiaretti o rossi giovani leggeri,
sapidi ma morbidi; se stagionati, vini rossi di buon affinamento,
asciutti, sapidi, pieni e continui.
Con formaggi a pasta dura o semidura, unite vini rossi asciutti,
caldi, pieni, affinati; mentre con i formaggi stagionati e leggermente
piccanti, vini rossi leggermente speziati, asciutti, sapidi, caldi,
di molta struttura e continui.
I formaggi a pasta erborinata, prediligono vini bianchi affinati,
dal sapore equilibratamente dolce, pieni, sapidi e caldi, di molta
morbidezza e continuità; caratteristiche queste che si armonizzano
con gli aromi e i sapori esclusivi del formaggio.
La frutta
Giunti quasi al termine di questo itinerario gastronomico, compare
la frutta: con essa solitamente, se precede il dolce, si abbinano
vini bianchi o rossi dolci anche vivaci, leggeri e profumati;
se lo segue, si usano gli stessi vini oppure passiti.
Ma con l'uva e gli agrumi, niente vino per la loro evidente acidità.
I dolci
Dulcis in fundo, i dolci.
Moltissime le tipologie e le fogge, ma tutti con un denominatore
comune, lo zucchero.
Più questo ingrediente è presente, più i vini in abbinamento devono
essere dolci e di molta struttura. Con i dolci a pasta lievitata,
si abbinano vini bianchi aromatici, dolci, frizzanti o spumanti;
con gli stessi dolci ma con frutta candita, vini bianchi spumanti
dolci, leggermente più pieni dei precedenti.
Lo stesso dicasi con torte paradiso e mille sfoglie alla crema
chantilly, zabaglione e panna.
Con crostate alla frutta fresca (banane, mele, pere, kiwi, pesche),
vini bianchi profumati, giovani, frizzanti e dolci; se con frutti
rossi (fragole, mirtilli, lamponi, ribes), vini rossi aromatici,
giovani e dolci, frizzanti o spumanti.
Con bavaresi alla panna con frutta, sempre vini bianchi dolci
spumanti; con pasta di mandorle, panforte senese, baci di dama,
vini bianchi dolci passiti.
Con cannoli o bignè alla crema pasticcera o al torroncino, vini
bianchi dolci, mediamente alcolici.
Con dolci di pan di Spagna - meglio dire pan di Genova - farciti
di creme varie e bagnati con liquori più o meno alcolici, nessun
vino in abbinamento, ma liquori dolci.
Con i dolci a base di cioccolato, nessun vino anche in questo
caso, dato che il caratteristico aroma, il sapore amarognolo ed
il burro di cacao, altererebbero irrimediabilmente il sapore del
vino (il particolare aroma-amaro, viene conferito dalla caramellizzazione
degli zuccheri, dagli alcaloidi e dal tannino, uniti a composti
aromatici dovuti alla precedente fermentazione delle fave di cacao
in cassoni di legno; mentre il burro di cacao crea una patina
untuosa sulle papille gustative).
Così anche per i gelati, che per la loro bassa temperatura provocano
una totale anestesia delle papille gustative ed in più lasciano
una leggera patina grassa; motivi che non permetterebbero una
pur sommaria valutazione del vino, lasciando inoltre una netta
sensazione di metallico e di acidulo.
Negazioni
Altre negazioni, come già detto per gli agrumi e, ancor più, per
le preparazioni "marinate" con aceto o in carpione, con i carciofi
crudi, per il tannino che contengono e con le verdure crude condite
con limone o aceto di vino.
Virgilio Pronzati
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