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          Esperto Renato Rovetta
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Il Signore del torchio o meglio Ol Scior del Tòrcol
di Renato Rovetta

Siamo in Val Camonica, a ridosso di Boario Terme, in provincia di Brescia, esattamente a Losine, per raccontarvi di un territorio, di un vino e di una sagra. Tre epigrafi, di cui una ancora murata nella sagrestia dell’ex Parrocchiale, ci dicono che già nel 15 a.C. i romani avevano costruito un piccolo centro abitato e che la via “ Valeriana ”, la strada che da Pisogne porta a Edolo, passasse proprio accanto a questo centro. Era il Borgo di Losine. Ancora oggi, nel vecchissimo centro storico è possibile calpestare i ciottoli che ricoprivano in parte quella strada romana che ebbe molta importanza per l'intera Valle Camonica, e passando sotto i vecchi archi in pietra e tra le abitazioni addossate le une alle altre, scopriamo la vecchia Parrocchiale dedicata a San Maurizio. Furono i monaci del ricco monastero francese di Tours, a costruire in quel territorio la chiesa che dedicarono al Santo.

All'inizio del 1400, il Borgo si trasformò in una entità amministrativa autonoma, riuscendo ad assorbire e acquistare gradualmente numerosi immobili e vasti possedimenti terrieri della famiglia Griffi dedita alle professioni notarili e al commercio. Si legge in alcune relazioni ecclesiastiche e vescovili del 1400 e del 1500 quanta fosse la miseria e la povertà in cui vivevano gli abitanti del piccolo borgo, tanto che questi non potevano neppure permettersi di mantenere un proprio sacerdote che doveva fare, a sua volta, il contadino e l'allevatore per poter tirare avanti. Già ad inizio secolo, in questo territorio si coltivavano molti vigneti, con uvaggi importanti, ma l'iter per il riconoscimento dell' I.G.T. "ValleCamonica" è ufficialmente iniziato nel dicembre 2001 con una relazione tecnico-storica che attesta l'effettivo legame del territorio camuno con la produzione del vino. E proprio quest’anno sarà inaugurata la nuova Cantina Sociale di Losine.

Di questa cantina vogliamo sottolineare alcuni prodotti tra cui il Baldamì, nome dialettale che indica il Marzemino. Ottenuto con uvaggi Marzemino e Merlot e con una piccola percentuale di altre uve, per un vino che ha sicuramente la possibilità di essere considerato armonico e ben strutturato. Di colore rosso rubino, ha un profumo intenso e caratteristico, buon corpo, e si affina con un breve invecchiamento.
Il Camunorum , prodotto con il 60% di uve Merlot, il 30% con uve Marzemino, e il 10% di Cabernet, proveniente dai vitigni più assolati. Le uve vengono appassite per due mesi in cassette di legno e vinificate con il sistema tradizionale, il vino poi viene affinato in botti di rovere per 15 mesi. Di colore rosso porpora intenso, al naso sprigiona profumi conferiti dall’appassimento, con nette sensazioni di ciliegia e frutti di bosco. Sono notevoli le sfumature di spezie e vaniglia dovute all’invecchiamento. In bocca si presenta con una grande struttura, finemente tannico, e di lunga persistenza. E poi l’Assolo, prodotto con uve Merlot, uvaggio dalle indubbie qualità, e coltivato nelle migliori posizioni della Valle Camonica, dove il terreno, il sole, e il lavoro dell’uomo, hanno dato vita ad una melodia originale che racchiude in sé la tipicità della terra camuna.

Di colore rosso rubino carico, ha profumi intensi di piccoli fiori rossi e spezie, di buon corpo e struttura, è ideale con piatti di carne e formaggi tipici della Valle Camonica. E per far conoscere i prodotti della Cantina Sociale e quelli del territorio, ogni anno il primo fine settimana di Ottobre, ha inizio la festa per sottolineare il lavoro nelle vigne. Il signore del torchio era una della figure più importanti all’epoca, quello che sapeva dosare la giusta percentuale di vino che doveva dare ogni grappolo d’uva. E come ogni anno succede, ogni famiglia del paese mette a disposizione degli ospiti, che arrivano dalle città e dai paesi limitrofi, la propria cantina. L’appuntamento quest’anno è per il 7 e 8 Ottobre, ed è in quella occasione che “Ol Scior del Torcol” ovvero il Signore del Torchio, da inizio alla degustazione dei vini e di tutti quei prodotti che fanno della Valle Camonica una tappa obbligata per buongustai dal palato molto fine.


Renato Rovetta