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          Esperta Federica De Vizia


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Ocone: La famiglia che fa vino dal 1910
di Federica De Vizia

Sulla cima della montagna di Ponte, in provincia di Benevento, ho visitato l'Azienda agricola del Monte della famiglia Ocone. Lungo la strada andavo alla ricerca di un palazzo di vetro, di una cantina d'autore o di un enorme capannone agricolo.Con mio grande stupore giungo dinanzi ad una casa di campagna, semplice ed accogliente, con un unico particolare: l'insegna di un'oca sul muro esterno, il logo della famiglia Ocone.
Ad accogliermi Domenico Ocone, cinquantasette anni, titolare d'azienda, marito di Maddalena, padre di Luigi e Renato. Da questa prima presentazione un primo impatto, quello di una persona garbata ed elegante. Entro in azienda, un posto immune da rumori e fuori dal tempo, con gli interni tipici di una casa di campagna anni cinquanta. Ovunque "cimeli vinicoli": piatti decorati, medaglie, targhe, riviste d'autore, disegni di etichette di alcuni vini Ocone, quadri con le riproduzioni delle prime pubblicità… Ovunque ricercatezza e cura del particolare.

Chi gestisce l'Azienda?
Io insieme a Luigi Pastore, responsabile di produzione e memoria storica dell'azienda e Silvio Belfiore, responsabile amministrativo. A stretto contatto con noi collaborano l'enologo Carmelo Ferrara ed il responsabile della comunicazione Nicola Pastore, figlio di Luigi

Qual è la storia dell'Azienda?
Nasce nel 1910. Mio nonno Giuseppe iniziò questa attività a Paupisi, poi a Ponte, paese che vantava allora un noto scalo ferroviario. Una carta vincente quando ancora non esisteva il trasporto su gomma ed il treno restava il mezzo più sicuro ed economico. Da lì una cantina storica a Palazzo Ocone, in via Ocone, la strada principale di Ponte. A breve una seconda cantina vicino alla stazione. Il mercato si ampliò: a Barletta, poi nell'alto casertano e a Solopaca. Negli anni quaranta Giuseppe uscì di scena e subentrò Luigi che capì da subito l'esigenza di differenziare i prodotti caratterizzandoli. Luigi avviò una prima selezione dei vitigni guardando con interesse ad ogni soluzione tecnica che avesse potuto migliorare il prodotto. Realizzò nell'azienda il primo sistema di refrigerazione e la prima linea di imbottigliamento. Fu il primo che chiamò il "Solopaca" con questa denominazione. Erano gli anni sessanta, quelli in cui c'era la riqualificazione dei vitigni storici.

Quando subentra Domenico Ocone?
Di lì a poco. Nei primi anni settanta, fresco di laurea in Economia muovo i primi passi all'interno dell'azienda. Riqualifico la sede attuale concentrando tutto sulla collina della Madonella, in quella contrada Monti che ha dato il nome all'azienda. Costruisco la terza cantina in mezzo ai vigneti e dedico fin da subito un ramo dell'attività all'agricoltura biologica, allora poco conosciuta. Oggi rappresento la terza generazione. Dormo in azienda tre volte a settimana per poter seguire ogni attività oltre l'orario di lavoro.
Numero di dipendenti
10 persone : un cantiniere, un tecnico, tre persone in vigna, io, i miei soci, il nostro enologo ed un responsabile di comunicazione

Bottiglie prodotte?
Duecentocinquantamila l'anno

Quante tipologie di vino producete?
Tra i bianchi: Coda di Volpe, Greco e Falanghina e tra i rossi Piedirosso e Aglianico, sia Riserva che Selezione. Inoltre lo Spumante Ocone, l'Acquavite di Falanghina e la Grappa di Aglianico

La vostra cantina?
Botti sistemate con sistema di irrigazione dal basso e riempimento diretto. Un tavolo da degustazione a otto posti con 4 lavandini ed uno stereo per musica di sottofondo.

Come sta andando questa vendemmia?
E' una vendemmia "sui generis" che ci induce alla prudenza. Abbiamo scarsità e resa del prodotto per mancanza di piovosità.

Fate esportatazione?
Si, per il 40%

Dove?
In America, nei Paesi del Nord e in Svizzera.

Fatturato?
Circa un milione di euro.

Ettari di terreno dell'azienda?
Circa quaranta

Concorrente più temuto?
Non te lo dirò mai.

Come nasce il vostro logo?
E'lo stemma di famiglia. Un'oca che abbiamo fatto svecchiare da uno studio grafico facendola diventare un'oca birba.

E le etichette?
Nascono dalla stilizzazione di alcuni particolari che io ritrovo durante i miei viaggi o aei disegni di mio figlio Renato, come il Bacco dell'etichetta del vino "Giocondo".

Ultimo riconoscimento?

Siamo citati all'interno dell'Annuario dei migliori Vini d'Italia 2008 per il nostro "Calidonio", un taburno piedirosso.

Sta preparando la quarta generazione?
In verità spero che i miei figli non seguano le mie orme perchè questo lavoro richiede troppi sacrifici ed una passione smisurata. Si vedrà…

In un futuro prossimo?
Continuare con la qualificazione del prodotto, l'innovazione tecnologica e l'espansione commerciale moderata. Tra un po' lanceremo sul mercato il Fiano "Oca Bianca".


Federica De Vizia