Vini più profumati e longevi con la crioestrazione selettiva
Dalla tradizione al futuro: vendemmia a mano all'alba e vinificazione
con le tecnologie di crioestrazione selettiva più avanzate - Il meglio
dell'uva fino al bicchiere
di Mariella Belloni
Colline del Custoza (Verona) - Il Consorzio di Tutela Vino Bianco di Custoza,
in occasione dell'evento "L'alba del Custoza" ha presentato la nuova metodologia
enologica che permette di ottenere mosti più ricchi di zuccheri e polifenoli
e, quindi, bianchi più profumati, longevi, strutturati e dalla marcata
acidità. Venerdì 31 agosto e sabato 1 settembre 2007: due giorni di full
immersion sulle peculiarità enologiche locali e sulle tecniche di vinificazione
più innovative, sviluppate dall''Università degli Studi di Verona, in
collaborazione con Linde Gas Italia ed il Gruppo Vason, ai quali hanno
partecipato alcuni selezionati giornalisti di settore.
Al centro dell'indagine dell'équipe di ricerca coordinata dal prof. Roberto
Ferrarini alcune uve che concorrono all'uvaggio del Bianco di Custoza:
Chardonnay, Garganega e Cortese. Gli studi sono focalizzati sull'importanza
del freddo per bloccare i fenomeni ossidativi e per esaltare le componenti
aromatiche varietali delle uve della Doc. Si tratta di un metodo pionieristico
con un'azione mirata su specifiche parti di acino.
Per dimostrare l'importanza di una gestione delle uve a temperatura controllata
anche in tutte le fasi che precedono la vinificazione, è stata organizzata
una vendemmia manuale effettuata alle prime luci dell'alba. Sulla sommità
di una collina che si affaccia sull'ossario di Custoza, la raccolta di
uva Cortese, alla base dell'uvaggio della Doc, si è svolta secondo riti
legati alla tradizione locale.
La crioestrazione selettiva, una pratica enologica innovativa che, grazie
a una opportuna applicazione della tecnologia del freddo, consente di
portare nel bicchiere di vino tutto ciò che di meglio l'uva esprime. Questa
tecnica - un processo grazie al quale ogni singolo acino viene parzialmente
congelato prima di essere pressato. I vini bianchi che nascono dalla crioestrazione
selettiva sono profondamente diversi dai campioni di confronto, ovvero
quelli ottenuti con tecniche convenzionali. Rivelano, innanzitutto, una
stupefacente ricchezza di aromi primari, dei profumi dell'uva di cui sono
espressione, soprattutto di quegli elementi costitutivi più ossidabili,
che normalmente si perdono nelle prime fasi di lavorazione. La crioestrazione
selettiva consente di ottenere vini bianchi dalle caratteristiche indubbiamente
più marcate, personali… vini estremamente caratterizzati, che all'analisi
sensoriale si fanno notare per una evidente maggiore complessità, per
la struttura e la loro armonia.
Il freddo offre opportunità interessanti a tutti i processi industriali.
Ma solo una sperimentazione attenta e continua, nella quale convergono
competenze e capacità diverse, consente di dare vita a processi industriali
nuovi che siano realmente efficaci, codificati. L'idea di trattare l'uva
con azoto liquido, così da preservare al massimo le caratteristiche organolettiche
è stata testata per la prima volta durante la vendemmia 2002. I ricercatori
dell'Università di Verona, in collaborazione con i tecnici di Linde Gas
Italia, in quei mesi ebbero finalmente la possibilità di fare i primi
test per iniziare a valutare concretamente la bontà della loro intuizione.
Le prime prove avvennero presso la cantina Cavalchina di Custoza con raffreddatura
con una attrezzatura per il raffreddamento artigianale e con poca uva
a disposizione. Ma per quanto il tutto fosse stato organizzato con mezzi
e strutture limitate, i risultati furono tali da dimostrare che c'era
spazio per avviare un progetto di ricerca applicata ben più importante.
Per dimostrare l'importanza di una gestione delle uve a temperatura controllata
anche in tutte le fasi che precedono la vinificazione, è stata organizzata
una vendemmia manuale effettuata alle prime luci dell'alba. Sulla sommità
di una collina che si affaccia sull'ossario di Custoza, la raccolta di
uva Cortese, alla base dell'uvaggio della Doc, si è svolta secondo riti
legati alla tradizione locale. Dalla tecnologia alla fase di degustazione.
Il confronto tra l'assaggio di Garganega 2006 vinificata con sistema tradizionale
e del vino ottenuto dalla stessa uva lavorata con crioestrazione selettiva
ha permesso di apprezzare, nel secondo caso , un bianco con aromi primari
più intensi, con una maggiore concentrazione zuccherina e un titolo alcolometrico
più alto, con un ottimo corpo e con una persistenza gustativa più intensa.
"Nessuna tecnica oggi preserva le caratteristiche aromatiche nel vino
in questo modo, accentuandole" ha concluso Roberto Ferrarini. "I bianchi
che si ottengono hanno caratteri più marcati e cominciano ad esprimere
la loro vocazione qualitativa a partire da 7-8 mesi dalla vendemmia fino
atre anni": Il Consorzio di Tutela Bianco di Custoza è attivamente impegnato
a garantire l'origine del vino attraverso esami organolettici e chimici,
a promuovere l'applicazione della tecnica più razionale nella coltivazione
della vite e nella vinificazione, a istituire corsi di viticoltura e degustazione
e a valorizzare la produzione e favorire la conoscenza del Bianco di Custoza
e della sua zona di produzione. Al consorzio di Tutela aderiscono 611
aziende: 494 viticoltori, 66 vinificatori e 51 imbottigliatori. Tre le
cantine sociali di riferimento per la Doc. La produzione potenziale è
di 180.000 q di uva. In media ogni anno vengono prodotti 115.000 hl di
vino: il 70% è Bianco di Custoza Doc, il 25% riguarda la tipologia Superiore,
il 4% la tipologia spumante e l'1%il passito. Si tratta di 10-12 milioni
di bottiglie all'anno, per un giro di affari pari a circa 36 milioni di
euro all'anno. Il 75% delle vendite viene totalizzato in Italia, il rimanente
25% all'estero e, in particolare, in Germania, Austria e Inghilterra.
Il Consorzio Tutela Bianco di Custoza è presieduto da Giovanni Fagiuoli.
Marica Bonomo è vicepresidente, mentre Giulio Liut è il direttore tecnico.
Il Vino. Sono quattro le tipologie di vino previste: il Bianco di Custoza,
il Bianco di Custoza Superiore, il Bianco di Custoza spumante e il Bianco
di Custoza passito. Il Bianco di Custoza è un bianco brillante, di colore
giallo paglierino, leggermente aromatico e dalla piacevole sapidità. Un
vino di 11% vol, che va servito a una temperatura di 8-10°C e che si sposa
con antipasti di pesce, primi piatti delicati e secondi a base di pesce.
Il Bianco di Custoza Superiore è un vino di maggiore concentrazione e
durata che nasce da una rigorosa selezione delle uve nel vigneto e da
una produzione massima di uva limitata a 120 q/ha. Il 65% del vino deve
essere inoltre sottoposto a un periodo di maturazione di almeno cinque
mesi a partire dal 1 novembre dell'annata della vendemmia. Con un titolo
alcolometrico volumico totale minimo di 12,50%vol, presenta una colorazione
giallo dorata, sentori leggermente aromatici e un sapore armonico e corposo
che lo rendono ideale in abbinamento a piatti a base di pesce importanti.
Il Bianco di Custoza spumante , ottenuto con metodo Charmat, si può apprezzare
nelle tipologie brut, extra brut ed extra dry. I sentori fini e fruttati,
la singolare freschezza, ne fanno un ottimo aperitivo. Ideale in accompagnamento
a entrèe si può gustare anche a fine pasto, con la frutta. Il Bianco di
Custoza passito è ottenuto da una cernita rigorosa in vigneto e dall'appassimento
naturale di non oltre 5 tonnellate di uve per ettaro, con una resa minima
di vino non superiore al 40%. Il colore è dorato, i profumi intensi e
fruttati, il gusto sfaccettato. Presenta una gradazione di 15%vol ed è
ideale insieme a dolci e a formaggi stagionati.
L'uva. Il Bianco di Custoza o Custoza Doc è un vino bianco ottenuto dai
seguenti vitigni: Garganega (20-40%), Trebbiano Toscano (20-45%) e Trebbianello
(Tocai Friulano) (5-30%). Il rimanente 20-30% può prevedere Cortese, Malvasia,
Riesling Italico, Pinot Bianco, Chardonnay e, da agosto 2007, Manzoni
bianco (Incrocio Manzoni 6-0-13) da soli o congiuntamente. La resa massima
è di 150 q/ha di uva.
La varietà dei vitigni corrisponde alle diversità pedologiche e microclimatiche
dei suoli morenici, che i viticoltori hanno saputo valorizzare provilegiando
le uve che meglio si adattavano a ciascun terreno. Ogni produzione sintetizza,
quindi, l'uvaggio più distintivo dell'azienda di riferimento.
Per scoprire il territorio del Bianco di Custoza si può partire da Peschiera
del Garda, scendendo lungo il Mincio sino a Salionze (la tradizione vuole
che qui Papa Leone Magno abbia fermato Attila, re degli Unni, in marcia
verso Roma). Qui si entra nella strada del Bianco di Custoza, che prosegue
sino a Valeggio sul Mincio, dominato dal castello scaligero. Appena entrati
in paese si incontra il giardino di Sigurtà, una spettacolare oasi, visitabile
in auto: si estende su 50 ettari della campagna della seicentesca villa
Maffei e si trova ai margini delle colline moreniche. Il Parco Giardino
Sigurtà è considerato oggi uno fra i 5 più bei giardini botanici al mondo.
Nel corso delle stagioni si possono ammirare cinque grandi fioriture:
Tulipani, Iris, Rose, Ninfee e Aster. Qui i famosi buxus danno origine
ad oltre 40.000 forme surreali.
La Grande Quercia, La Meridiana Orizzontale, L'Eremo, i diciotto laghetti
con pesci tropicali, il giardino delle piante officinali e il Grande Tappeto
Erboso sono alcune delle attrazioni presenti..
Nel centro di Valeggio ci sono il settecentesco palazzo Guarienti e la
parrocchiale di San Pietro in Cattedra. E' d'obbligo una deviazione fino
alla frazione di Borghetto, romantica località che ha come grandioso fondale
il ponte visconteo (su quest'imponente struttura i ristoratori di Valeggio
organizzano ogni anno in giugno una cena, il cui protagonista è il gustoso
tortellino di Valeggio, per oltre 3000/4000 commensali). Tornati in Valeggio,
si prende la strada che sale sui pendii di Santa Lucia ai Monti per poi
proseguire sino a Custoza, il cui nome deriva da "stazione di guardia
e custodia" e, dove i resti dei caduti delle battaglie che vi si svolsero
nell'Ottocento sono raccolti nell'ossario, per concludere il tour enoturistico
a Sommacampagna.
I vigneti si estendono nell'area sud-occidentale dell'anfiteatro morenico
derivato dal grande sistema glaciale Atesino e si basano sulle formazioni
del Quaternario più recente, I suoli, ricchi di scheletro, sono posti
su morene con elevata concentrazione di carbonato di calcio.
I vigneti si estendono su 1.200 ettari collinari o pedocollinari. Sono
soleggiati ed esposti a sud e a sud-ovest. Il clima è mite, con una piovosità
media che si aggira tra i 700-800 mm. Le forme di allevamento sono a spalliera,
con potatura simile al Sylvoz semplice o doppio, e a pergola.
www.vinocustoza.it
Mariella Belloni
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